Già questa mattina la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo aveva ridefinito l’intervento del Governo nel prossimo Decreto salva-economia per quanto riguarda gli aiuti economici per i lavoratori autonomi: «Anche per partite Iva e autonomi stiamo elaborando un indennizzo che li possa sostenere in questo momento di emergenza», spiegava la senatrice M5s ribadendo come anche ai liberi professionisti si sta dando la possibilità alle Casse di previdenza di poter prevedere delle misure di sostegno al reddito e di welfare. La cifra di cui si parla è sui 500-600 euro a testa, ma bisognerà capire nel decreto come e in che modo verranno direzionati gli interventi per i lavoratori non dipendenti che subiranno ancora di più la crisi economica dovuta alla chiusura delle attività commerciali in tutta Italia. In serata arriva un secondo annuncio ancora più importante fatto sempre dalla Ministra Catalfo: nell’intervista a Radio Radio la titolare del Lavoro spiega «Nessun lavoratore deve perdere il lavoro in Italia, stiamo elaborando diverse misure proprio sugli ammortizzatori sociali: dalla cassa integrazione ordinaria alla cassa integrazione straordinaria, fino al fondo di integrazione salariale che verrà implementato con risorse importante e per finire con un importante finanziamento sulla cassa integrazione in deroga per tutte le imprese». A livello spese, saranno raddoppiati gli iniziali sforzi da 2,5 miliardi di cui vi abbiamo anticipato qui sotto nei precedenti aggiornamenti: «raddoppiamo i fondi per la cassa integrazione fino a 5 miliardi», conclude la Catalfo. Nel frattempo, il Ministro Gualtieri in giornata ha promesso che per quanto riguarda i versamenti Iva del 16 prossimo saranno rinviati: anche per questa sospensione, vi sarà una voce specifica nel Decreto in via di approvazione dal Governo Conte-2.



CASSA INTEGRAZIONE E CONGEDI: LE MISURE NEL DECRETO

Entro la giornata di domani il Governo emetterà il nuovo decreto con gli aiuti economici a famiglie e imprese nel pieno dell’emergenza coronavirus: saranno circa 12 i miliardi di spesa immessa a budget, tratti dai 25 “richiesti” in deficit dopo il via libera del Parlamento nella giornata di ieri. Nella notte intanto è stato approvato il nuovo Dpcm che impone di fatto stretta ancora più rigida sui negozi e le attività da chiudere, come chiedeva la Regione Lombardia e le altre regioni del Nord: questo significa che ancor più lavoratori e famiglie, se non tramite smartworking, vedono ridursi se non del tutto annullarsi l’operatività delle proprie attività. La necessità di un intervento economico non solo è urgente ma in alcuni casi anche vitale, a partire dalle scadenze fiscali che a breve incomberanno sulle famiglie di tutta Italia: se il Ministro Gualtieri ha già fatto sapere che la scadenza dell’Iva sarà sospesa per il momento, proviamo ad addentrarci alle misure più importanti che il Governo sta per mettere in campo per rilanciare l’economia italiana nelle prossime settimane di massima crisi. Secondo quanto anticipato da Repubblica questa mattina, sono in ballo 2,5 miliardi di cassa integrazione “allargata” per garantire lo stipendio a circa 700mila lavoratori: la “Cig” pensata dal Governo dovrebbe sostenere il 90% dello stipendio di tutti quei lavoratori da oggi impossibilitati per decreto ad uscire di casa e andare al lavoro.



CHI RESTA ESCLUSO DAGLI AIUTI ECONOMICI DEL GOVERNO?

A questo primo intervento si sommeranno i 630milioni di euro per consentire a circa 1,5 milioni di mamme e papà di stare a casa con congedi speciali o potranno avere i “bonus” per pagare le baby sitter. Secondo i prossimi aiuti economici, si potrebbe aggiungere già da subito anche i 129 milioni di euro per coprire il periodo di quarantena di circa 160mila lavoratori italiani: insomma, un pacchetto che complessivamente verrà a costare 3,3 miliardi di euro la cui dimensione però potrebbe aumentare nelle prossime settimane dato che praticamente ovunque tra attività commerciali, negozi e aziende saranno costrette a chiudere per qualche settimana o comunque rimodulare in maniera drastica il carico di lavoro. Chi rischia però di rimanere fuori al momento – come lamentano le opposizioni e diverse associazioni di categoria – sono tutti i lavoratori cosiddetti autonomi: Partite Iva, stagionali, collaboratori, occasionali e così via. Tanto Boccia quanto Gualtieri ripetono dal Governo che «Nessuno perderà il lavoro per il coronavirus» eppure l’emergenza economica che si appresta a vivere sulla propria pelle potrebbe essere potenzialmente anche più dannosa e letale rispetto a quella già gravissima sanitaria. «Il governo inserisca nel secondo decreto di sostegno all’economia una norma anti-licenziamento e allarghi, quantomeno ai collaboratori, la rinata cassa integrazione in deroga», chiedono in coro i sindacati nazionali. Non solo, è chiesto che venga introdotto una indennità anche per il lavoratore autonomi: ma una Cig allargata a tutta l’Italia, ad oggi, la spesa pubblica non può sostenerlo e dunque qualcosa andrà “inventato” per non far soccombere una fetta importante dei lavoratori italiani. Rientrano invece nella Cassa integrazione allargata anche tutti i dipendenti degli esercizi commerciali chiusi forzatamente dal Dpcm 11 marzo, con l’80% dello stipendio garantito secondo però la formula spiega dagli stessi sindacati: «Chi guadagna fino a 2.100 euro lordi al mese arriverà al massimo a 900 euro netti. Tutti gli altri ne incasseranno non più di 1.000 netti».

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