Sul ritardo nei pagamenti collegati alla cassa integrazione è intervenuta Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro, che sulle frequenze di “Radio Anch’Io” ha commentato:1,1 milioni di lavoratori dovrebbero avere i soldi entro il 30 aprile e 2,8 milioni di lavoratori hanno già ricevuto l’anticipazione da parte delle aziende”. Le tempistiche dilatate sono state giustificate così dal ministro: “Il sistema che noi ci siamo trovati davanti, ovviamente, non poteva essere cambiato in un solo momento, pensando a un altro tipo di ammortizzatore, perché i tempi sarebbero stati molto, ma molto più lunghi. Abbiamo semplificato tutte le procedure e tutti i modelli da presentare”. Un riferimento, inoltre, al reddito di cittadinanza, ritenuto da Nunzia Catalfo una misura fondamentali per milioni di famiglie, alla luce del delicato momento che l’Italia sta vivendo a causa dell’emergenza epidemiologica. “Ad oggi ne beneficiano oltre 1,2 milioni di nuclei familiari e soltanto fra febbraio e marzo sono state presentati 142mila domande per reddito e pensione di cittadinanza”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



CASSA INTEGRAZIONE CORONAVIRUS NON ARRIVA: PROCEDURE LABORIOSE

Cassa Integrazione per il Coronavirus: ritardi e procedure farraginose. Sono queste alcune delle criticità che in questi giorni i sindacati e i consulenti del lavoro sottolineano a proposito della liquidazione della cassa ordinaria e a differenza di quanto successo invece per il bonus da 600 euro di cui si è già iniziato ad usufruire. Nonostante le rassicurazioni arrivate da Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, potrebbe esserci un’ulteriore dilazione nel pagamento di altri sette giorni, mentre più nebulose sono le previsioni in merito alla Cassa Integrazione in Deroga anche perché in questo caso c’è da fare i conti con le disposizioni che variano da regione a regione. Insomma, dopo che è “saltato” il termine del 15 aprile, per coloro che si trova in Cassa Integrazione ci sarà ancora da attendere e dopo le incertezze a proposito delle tempistiche definitive lo stesso numero uno dell’Istituto di Previdenza non si è voluto più sbilanciare sulla possibile dead line in merito alla liquidazione dell’assegno. Sarà rispettata almeno la scadenza di fine aprile?



CASSA INTEGRAZIONE CORONAVIRUS NON ARRIVA: ECCO IL PERCHE’ DEI RITARDI

Secondo diversi consulenti del lavoro per quella Ordinaria è probabile ma non c’è ancora nulla di sicuro, mentre è praticamente certo che per la Cassa Integrazione Straordinaria non sarà rispettato il termine del 30 aprile contando anche che la platea di potenziali beneficiari è di oltre 500mila lavoratori. A tal proposito a rilevare tali criticità sono stati gli stessi sindacati come nel caso della Cisl che ha ricordato come alcune domande siano state fatte addirittura lo scorso 23 febbraio e che, se in situazioni ordinarie l’Inps impiega circa 70-75 giorni per liquidare le somme non c’è da aspettarsi granché in una situazione d’emergenza come questa. Insomma almeno per il momento sono cadute nel vuoto le richieste di una semplificazione al massimo delle procedure e di snellimento delle pratiche, nonostante l’intesa raggiunta con l’ABI (Associazione Bancaria Italiana). Questa infatti aveva garantito che gli istituti di credito avrebbero anticipato le somme ma non sta andando propriamente così perché le banche stesse chiedono, per garantire il suddetto anticipo, un’attestazione da parte dell’INPS (il modello SR41 che ‘sblocca’ l’erogazione della cassa) che allunga la procedura di ulteriori giorni, rendendola se possibile ancora più farraginosa e di fatto rendendo inutile anche l’anticipo in sé. Risultato: ancora pochi hanno ricevuto l’assegno e con ovvie ricadute anche sui consulenti del lavoro.

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