INPS e Ministero dell’Economia e delle Finanze nelle scorse ore hanno definito tecnicamente, come previsto, la norma approvata in Consiglio dei Ministri lo scorso venerdì 5 giugno che permette all’Istituto Nazionale di Previdenza di autorizzare ulteriore Cassa integrazione Covid nel rispetto della normativa vigente in tema di limiti di spesa e monitoraggio prospettico. A renderlo noto proprio l’Inps, che in una nota ha segnalato come, mediante l’utilizzo di risparmi dal Decreto Ristori e la rimodulazione di alcune voci di spesa relative alle integrazioni salariali, è garantita la copertura da 7,3 a 8 miliardi. L’Istituto potrà dunque prendere in considerazione le domande di Cassa integrazione, tenendo conto del tiraggio della spesa sull’autorizzato 2020. La nota conclude: “Si proseguirà dunque senza difficoltà nel processo di autorizzazione, sospeso solo per alcuni giorni per superare i vincoli di legge“.
CASSA INTEGRAZIONE COVID: INPS, GARANTITA COPERTURA
Questo mese di giugno è l’ultimo in cui l’industria può accedere alla Cig Covid. Da luglio, infatti, si tornerà alla cassa integrazione ordinaria, ma gratuita per le aziende, che non dovranno pagare le addizionali solitamente richieste. Resta il fatto che, per chi utilizza la Cig, prosegue il blocco dei licenziamenti, che invece generalmente decade per settori come manifattura ed edilizia. La partita, però, è ancora aperta nonostante la “mediazione” trovata da Draghi sulla norma proposta dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando. L’esponente Pd continua a chiedere una proroga del blocco, almeno selettiva. I sindacati, invece, chiedono che si prosegua fino all’autunno per tutti. D’accordo con questa posizione il Movimento 5 Stelle che, come riportato da ilfattoquotidiano.it, ai leader sindacali ha garantito l’impegno a mettere in campo alcuni emendamenti per prorogare lo stop “per alcuni mesi”.