“Dall’alluvione alle sperimentazioni fiscali“, si potrebbe tradurre così l’esperimento della cassa integrazione sperimentale messa a punto dal Ministro Marina Calderone con il decreto alluvione. La semplificazione consentirà di presentare un’unica domanda per le integrazioni salariali nelle zone alluvionate della regione Emilia Romagna.
Cassa integrazione sperimentale: un ammortizzatore unico che sarà reso strutturale
Di questa semplificazione sperimentale c’era assolutamente bisogno dal momento che in epoca covid esistevano 20 diverse modalità. Adesso invece, ottenere le integrazioni salariali sarà molto semplice.
Si tratta di un esperimento, ma potrebbe essere presto esteso ad altre forme di aiuti pubblici. Una semplificazione radicale, anche nei confronti dei liberi professionisti, spiegata a ItaliaOggi dal ministro del lavoro, Marina Calderone.
L’integrazione salariale oggi è disponibile anche per i dipendenti e una tantum per gli autonomi, sotto forma di integrazione emergenziale, ma solo per i contribuenti che abitano nelle zone inserite dal decreto Alluvione. Italia Oggi ha chiesto al Ministro se, qualora la semplificazione dovesse diventare strutturale, questa verrà finanziata anno per anno dalle aziende. Il ministro non nasconde di volerlo integrare all’interno del sistema e quindi, di renderlo strutturale attraverso una normativa ad hoc che ne determini anche ill campo di applicazione e le strutturazioni.
Come la stessa Marina Calderone spiega a ItaliaOggi: “L’obiettivo è quello di fare in modo che per eventi straordinari si possa ricorrere a un ammortizzatore unico, semplificato e immediato e, quindi, di un inserimento strutturale nel nostro panorama normativo”.
Cassa integrazione sperimentale: limiti differenti per autonomi e dipendenti
Ma anche le misure più innovative hanno delle pecche e infatti il nuovo ammortizzatore sociale prevede due distinte tipologie di intervento: una a favore di aziende e lavoratori dipendenti; l’altra di lavoratori autonomi, professionisti e imprenditori. Le differenze tra le due poi sono sostanziali: se le aziende per i lavoratori dipendenti devono osservare un anticipo da 15 a 90 giorni con un massimo di 1321,53 euro, gli autonomi devono osservare un anticipo di 3 mesi e fino a 3 mila euro. Ciò determina una sproporzione anche rapportando queste integrazioni alle perdite di reddito. Ma non si può pensare a una misura unica in quanto “per i dipendenti l’indennità costituisce una forma derogatoria e innovativa di cassa integrazione, mentre per i liberi professionisti, si tratta di una indennità una tantum”.
Ma per i liberi professionisti non sono state coinvolte le casse di previdenza in modo da semplificare ulteriormente. Dunque per tutte le domande interverrà l’INPS. Tuttavia gran parte delle casse previdenziali ha sostenuto i propri iscritti, sospendendo i versamenti.