Sabino Cassese, fra i più importanti giuristi del Secondo Dopoguerra, è intervenuto sulle colonne del quotidiano “La Stampa” per commentare le parole pronunciate dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione del suo primo discorso da leader di governo. Cassese ha analizzato quanto detto dall’erede di Mario Draghi, dichiarando: “Ha presentato un solido orizzonte ideale, una robusta collocazione internazionale e una lunga durata. L’orizzonte ideale è quello della Costituzione, di tipo liberale e democratico, antifascista, con un riferimento all’Occidente. Quanto alla collocazione internazionale, mi sembra che sia stata chiara l’adesione all’Ue e all’Alleanza atlantica, così come è stata chiara la critica all’invasione russa. Quanto alla prospettiva temporale, infine, è chiaramente decennale, come risulta dalla critica a 10 anni di governi deboli e instabili e dalla indicazione di 10 anni come prospettiva futura. Il governo conta su questa e sulla prossima legislatura”.



A quanti associano l’esecutivo Giorgia Meloni al fascismo, Sabino Cassese replica: “Non soltanto la distanza dal fascismo è sufficiente, ma sono anche chiare le indicazioni relative a libertà e democrazia. Sarebbe bene che l’opposizione si liberasse del punto di vista fascismo-antifascismo, giudicando il governo per quello che propone e per quello che fa. La forza di 75 anni di democrazia sta anche in questo, nell’aver incluso chi ha antiche radici autoritarie”.



SABINO CASSESE APRE AL PRESIDENZIALISMO: “UTILE ALLA STABILITÀ”

Ancora su “La Stampa”, Sabino Cassese ha sottolineato come, a suo avviso, gli obiettivi indicati dal nuovo governo centrino quasi tutti i problemi, insistendo sull’avanzo primario, sul risparmio privato. Il giurista si riferisce a diverse tematiche: “Un rapporto tra Stato ed economia di impianto liberista, favorevole a deregolazione e de-burocratizzazione, ma che punta su reti pubbliche. Attenzione per i tre grandi problemi del Paese, scuola, sanità, divario Sud-Nord. Accenti diversi da quelli dei suoi alleati di governo in materia di pensioni e di immigrazione, e la geniale idea di un piano Mattei per l’Africa.



Ma c’era qualcosa di migliorabile o di evitabile nell’intervento di Giorgia Meloni. Secondo Sabino Cassese, sì: “La critica alla limitazione delle libertà nella fase acuta della pandemia poteva essere risparmiata, anche perché non accompagnata da indicazioni su quello che farebbe il nuovo governo se si trovasse di nuovo davanti a una recrudescenza della pandemia. Inoltre, il riferimento ai lavoratori autonomi costituisce un richiamo di tipo elettorale. E i lavoratori dipendenti?”. Sul tema del Presidenzialismo, la riforma centrale per la Premier Giorgia Meloni – ricordata anche nel discorso programmatico in Parlamento – il giudizio del giurista Sabino Cassese è positivo aprendo all’evoluzione del tema durante la Legislatura: “Sulla riforma presidenziale non c’è stata una chiara scelta tra le decine di soluzioni che si presentano, ma è stata indicata l’opzione che tende a premiare la stabilità dell’esecutivo. Questo è un obiettivo importante in un Paese che in 75 anni inaugura il proprio 68º governo”. Cassese ricorda come la riforma del Presidenzialismo sia all’interno del tema “capitolo dei mezzi” che non debba fermarsi solo alla svolta presidenzialista ma possa andare oltre, come “l’autonomia differenziata, la burocrazia con la reintroduzione dei criteri del merito, la giustizia”.