Uno dei meriti che ha Mario Draghi è quello di aver riallacciato il rapporto e riavviato il dialogo tra esecutivo e Parlamento. A dirlo è il professor Sabino Cassese, che ieri a “Omnibus” ha evidenziato le differenze tra l’attuale presidente del Consiglio e l’ex premier Giuseppe Conte, a cui nei mesi scorsi non ha mai risparmiato critiche soprattutto sulla scelta del Dpcm. «Anche Draghi ha dei “nei”, ha fatto un Dpcm e poteva evitarselo. Anche Draghi probabilmente usa troppo lo strumento dei decreti legge, ma nel frattempo c’è un dialogo che si è aperto in Parlamento», ha dichiarato il celebre giurista, professore emerito della Scuola Normale di Pisa e giudice emerito della Corte costituzionale. Inoltre, ha citato il testo completo relativo al Pnrr. «Mi pare che il dialogo tra governo e Parlamento sia ripreso nonostante questi “nei” della prima fase dell’azione del governo Draghi».
Gli snodi veri sono altri. «Questi piccoli tafferugli che si stanno svolgendo – riaperture, coprifuoco e referendum giustizia di cui non sappiamo nulla – non sarà per caso quello che si chiamava l’oppio del popolo? Serve a far lavorare il manovratore, a distogliere l’attenzione sui problemi di fondo, trattando gli epifenomeni in modo che si svolgano i fenomeni».
CASSESE PROMUOVE DRAGHI “FA FATTI, NON PAROLE”
Questa per il professor Sabino Cassese «è un’astuzia della politica italiana, che insegue farfalle mentre qualcuno prende coccodrilli, per usare una metafora». In questo ci trova un giudizio positivo della politica italiana, anche se naturalmente «il Paese è sconcertato perché non sente proposte, programmi, idee, obiettivi». Quindi, sulle riaperture: «Capisco che il tema del coprifuoco sia importante, ma la mia domanda è: se uno ha fatto un sacrificio per 20 giorni non lo può fare per 22?». Riguardo i giudizi positivi che raccoglie il premier Draghi il costituzionalista aveva detto anche a “Omnibus”: «Ha un certificato di credibilità, che è una cosa fondamentale. Le persone in Italia e all’estero hanno fiducia in lui. Questo è un patrimonio della persona che sta portando come beneficio all’Italia». Ma c’è un altro aspetto che sottolinea e gli consente di lanciare un’altra stoccata al predecessore: «Lui fa fatti e non parole, prima eravamo abituati a tante parole e pochi fatti». Invece su Giorgia Meloni: «Quello che mi pare limitativo è che lei invece che proporre programmi e progetti, ci parla delle chiusure. Le pare che i problemi dell’Italia siano oggi il coprifuoco? È un problema di prudenza questo, ma abbiamo problemi giganteschi». E questi sono l’ordinamento della sanità, la mancanza di un raccordo tra Stato e Regioni, istruzione, occupazione. «Dovremmo discutere di questo, non delle riaperture alle 22 e alle 23».