No alla proroga dello stato d’emergenza: Sabino Cassese è tornato a ribadire la sua contrarietà ai microfoni di Omnibus. Il celebre costituzionalista ha esordito così: «I commissari governativi in Italia sono regolati da una legge del 1988, la numero 400, noi saremo tranquilli perché Figliuolo potrà continuare a lavorare finchè vuole e finchè necessario. L’emergenza è regolata oggi dal Codice della Protezione Civile, che fissa dei termini molto chiari per l’emergenza e dispone in quali casi si può ricorrere all’emergenza. Non si può continuare in Italia a ricorrere a situazioni di deroga delle norme ordinarie, dobbiamo cercare di avere delle norme ordinarie che regolano la nostra vita».
Sulla possibile proroga dello stato d’emergenza, Sabino Cassese ha tenuto a precisare: «Ricorrere alle eccezioni vuol dire che si prendono scorciatoie e non si cambia quella strada regolare e ordinaria che bisognerebbe seguire in una situazione di questo tipo, nella quale sembra che siamo usciti dall’emergenza. Non mi pare che ci siano le condizioni materiali per una dichiarazione dello stato di emergenza. Non c’è un’emergenza buona che è quella di Draghi e una cattiva che è quella di Conte: se l’emergenza viene dichiarata in una condizione in cui non si realizzano le premesse per l’emergenza, questa è sbagliata».
SABINO CASSESE: “NO ALLA PROROGA DELLO STATO D’EMERGENZA”
Sabino Cassese ha invitato il governo a tentare di risolvere i possibili rallentamenti legati alle procedure “normali”: «Il regime dell’emergenza prevede alcune strade rapide per quanto riguarda l’utilizzo di un fondo per la Protezione Ciivle, l’utilizzo dei Prefetti e alcune procedure contabili. Non siamo nel picco dell’emergenza e stiamo uscendo dall’emergenza, per questo possiamo ricorrere alle procedure normali. Se queste hanno dei punti di rallentamento, basta modificarli. Noi tendiamo ad operare sempre questi strumenti eccezionali che ci inducono a vivere in uno Stato male ordinato, debole e lento – ha spiegato Sabino Cassese – adoperiamo degli strumenti ordinari, si fanno tanti dl e si può fare un dl per quei colli di bottiglia che si possono presentare, senza ricorrere alla Protezione Civile». Sabino Cassese ha poi parlato brevemente delle primarie del Pd in programma domani a Roma e Bologna: «Le primarie si prestano a una critica molto forte, di essere un surrogato dell’assenza di democrazia dei partiti. I partiti hanno sostanzialmente perduto la loro base, sono diventati dei vertici con dei seguiti elettorali. Il leader è una specie di governo feudale, con tanti feudatari. Una volta i candidati venivano dall’interno dei partiti e poi si misuravano con gli elettori. Le primarie corrono il rischio di essere un surrogato dell’assenza di un dibattito interno ai partiti, è un fatto che si può riscontrare facilmente: oggi gli iscritti ai partiti sono un ottavo rispetto a settanta anni fa».