Sabino Cassese, giurista ed ex giudice della Corte Costituzionale, è intervenuto nel corso della trasmissione L’Aria che tira, condotta da David Parenzo su La7, per commentare e parlare del caso della giudice Iolanda Apostolico. Quest’ultima, infatti, ha recentemente bloccato l’espulsione di tre migranti tunisini a Catania che ha fatto infuriare la maggioranza di governo, al punto che il leader leghista ha scoperto e condiviso su Twitter un video che la ritrae, nel 2018, mentre partecipa ad una protesta contro i decreti sicurezza, voluti all’epoca dallo stesso Salvini.



“I giudici”, spiega subito in apertura Cassese commentando se sia corretta la sua partecipazione al corteo, “devono essere neutrali. La Costituzione prevede che la legge può stabilire il divieto di iscrizione a partiti politici”, così come “la neutralità comporta che vi sia un distacco dagli interessi dei partiti politici. Sarebbe bene [dunque] che i magistrati non partecipassero a delle riunioni pubbliche perché in questo modo manifestano i loro orientamenti”. Non essendo, però, vietato dalla legge, sarebbe almeno opportuno che i giudici che decidono di farlo, abbiano “l’obbligo di astenersi poi dal decidere su questioni che coinvolgono lo stesso tipo di conflitto”. L’opinione di Cassese, insomma, è chiara: “penso che il magistrato abbia fatto male a partecipare così attivamente“, perché altrimenti “abbiamo l’impressione di non essere trattati in maniera uguale”.



Cassese: “Vietare l’espulsione dei migranti è stato un errore”

Nonostante la sua opinione, però, Sabino Cassese è assolutamente contrario ad un’azione politica nei confronti della Apostolico, sottolineando che “per garantire l’indipendenza c’è il Consiglio Superiore della Magistratura“, che è l’unico “che può prendere delle decisioni”. Differente questione, invece, riguarda le modalità con cui il leader leghista è entrato in possesso del video, spiegando che “se è online tutti sono liberi di utilizzarlo e riproporlo a una certa distanza di tempo”.



In questa ipotesi, Cassese ritiene che la giudice avrebbe dovuto, da subito, chiedere quello che viene “chiamato the right to be forgotten, il diritto all’oblio”, che non può essere richiesto a distanza di così tanti anni. “L’uso è legittimo“, sintetizza, “se il video era nella disponibilità di tutti poteva essere utilizzato”. In chiusura, infine, il giurista ci tiene anche a commentare la revoca all’espulsione dei tre migranti da parte della Apostolico, che “è tecnicamente sbagliata perché c’è una direttiva comunitaria del 2013 che prevede esattamente quello che lei ha fatto. Tanto più che la limitazione della libertà ha un massimo di 4 settimane”.