“Condotte di estrema gravità“: così Nunzio Fragliasso, procuratore presso il Tribunale di Torre Annunziata, ha concluso la nota relativa all’arresto di una professoressa di sostegno accusata di violenza sessuale ai danni di alcuni allievi a Castellammare di Stabia che, nei mesi scorsi, fu aggredita dai genitori che l’avevano denunciata.
Un caso particolarmente delicato e complesso che ha registrato una svolta con l’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip a carico dell’insegnante. Nel comunicato della Procura si legge che quanto ascritto all’indagata ha reso necessaria “l’adozione della più grave tra le misure cautelari” alla luce della “incidenza negativa sull’equilibrio psicofisico dei minori“. Il provvedimento è scattato perché ritenuto inoltre sussistente il pericolo di reiterazione dei reati contestati (la docente, 40 anni, risulta ancora formalmente in servizio presso la scuola media in questione e si trova ora nel carcere femminile di Benevento).
Castellammare di Stabia, prof di sostegno in carcere con l’accusa di violenza sessuale su minori: la “saletta” per gli incontri, i video pornografici e i presunti abusi
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Torre Annunziata è stata eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia. I militari hanno arrestato la professoressa, in servizio presso il locale istituto scolastico “Catello Salvati”, perché ritenuta soggetto gravemente indiziato di reati che vanno dalla violenza sessuale ai maltrattamenti, all’induzione al compimento di atti sessuali e alla corruzione di minorenne. Stando all’accusa, avrebbe agito in danno di alcuni studenti della scuola tutti di età inferiore ai 14 anni.
Nella nota relativa allo sviluppo dell’indagine, il procuratore Fragliasso ha ricalcato i contorni della complessa attività investigativa e ha spiegato che l’inchiesta è scaturita dalle denunce di alcuni dei genitori che si erano resi autori dell’aggressione fisica ai danni della docente il 14 novembre scorso. Il lavoro degli investigatori avrebbe trovato importanti riscontri nell’audizione protetta dei 6 minori direttamente coinvolti nella vicenda dei presunti abusi, nonché dall’esame dei file audio estrapolati dal telefono cellulare degli stessi e dell’indagata. Gli elementi emersi all’esito dell’articolata indagine avrebbero permesso di evidenziare come quest’ultima, a partire dall’ottobre 2023, avrebbe sottoposto i minorenni a “reiterate condotte di carattere sessualizzante“, ma non solo. Nella nota del procuratore si legge che la 40enne li avrebbe condotti in un’aula riservata dell’istituto, durante l’orario scolastico e con la scusa di impartire ripetizioni, per mostrare loro materiale per adulti e in particolare video pornografici.
Tale luogo, che la docente avrebbe ribattezzatto “la saletta”, secondo gli inquirenti sarebbe stato anche il teatro di “continui discorsi di natura sessualmente esplicita” con riferimenti a proprie esperienze e “indicazioni su come e dove toccarsi o toccare, anche in parti intime, i partner“. Alla professoressa si contesta anche l’aver “invogliato alcuni di loro a scambiarsi effusioni sessuali, arrivando finanche ad abusare sessualmente di uno di tali studenti praticandogli – prosegue la nota – in prima persona un rapporto orale“. Secondo chi indaga, le condotte che si sarebbero consumate nella “saletta” si sarebbero poi spostate su Instagram a seguito della preclusione di quello spazio fisico, con un gruppo virtuale sui social dedicato ad argomenti e discorsi di contenuto esplicitamente ed esclusivamente sessuale. I minori avrebbero trovato il coraggio di raccontare tutto dopo la sospensione di uno di loro, dando così impulso alle segnalazioni e alla denuncia delle famiglie. Tra i riscontri rilevati da chi indaga, anche “numerosi messaggi vocali” della donna agli studenti.