L’incertezza sul destino del ‘Castello delle cerimonie’ preoccupa dipendenti e clienti
Negli scorsi giorni è emersa la clamorosa notizia della confisca del rinomato “Castello delle cerimonie”, luogo prescelto da anni per una nota serie tv in onda su Real Time: “Il boss delle cerimonie”. La vicenda giudiziaria risale ad oltre 10 anni fa ma la sentenza della cassazione è arrivata solo lo scorso 15 febbraio ed ha dunque messo in ‘stand-by’ non solo le future cerimonie ma soprattutto l’attività lavorative del Grand Hotel La Sonrisa.
Regna l’incertezza sul futuro del “Castello delle cerimonie” e di conseguenza tutti coloro che avrebbero voluto celebrare il proprio evento presso la struttura non hanno che affidarsi al decorso degli eventi. Nel frattempo – come riporta Il Fatto Quotidiano – non sono certamente solo i clienti a mostrare grande preoccupazione per il destino della struttura dedicata al programma “Il boss delle cerimonie”, in onda su Real Time. Anche le tante famiglie dei dipendenti del Grand Hotel La Sonrisa vivono la situazione con particolare ansia, rischiando seriamente di perdere il proprio lavoro.
‘Castello delle cerimonie’ confiscato, i dipendenti: “Sono momenti di angoscia e incertezza…”
Come riporta il portale di informazione, a dare voce al malcontento e alle paure dei dipendenti del “Castello delle cerimonie” è stato un ragazzo di nome Giovanni – intervistato da Il Mattino – assunto di recente dalla struttura che ospita la nota serie “Il boss delle cerimonie”. “Stiamo ricevendo centinaia di telefonate di sposi disperati, ma la disperazione è anche nostra che potremmo rimanere senza lavoro con la stagione estiva alle porte”.
E’ evidente che la sentenza che ha determinato la confisca del “Castello delle cerimonie” abbia determinato una escalation di incertezza e tensione tra clienti e dipendenti, vista la circostanza particolarmente intricata dal punto di vista legale e burocratico. Sempre Giovanni – intervistato da Il Mattino – ha spiegato: “Stiamo vivendo momenti di profonda angoscia e incertezza. Tra noi ci sono famiglie che pagano un mutuo, l’affitto di una casa, che hanno figli da mantenere all’università e vorremmo essere rassicurati sul nostro futuro”.