Il cosiddetto Castello delle Sirene in Valle d’Aosta è uno dei luoghi allo stesso tempo più incantevoli e ricchi di mistero della regione dato che al suo interno, secondo la tradizione medievale, si nasconderebbero presenze affascinanti e mostruose che rendono una visita al suo interno un’esperienza davvero intrigante: si trova infatti nei pressi del comune valdostano di Saint-Pierre, in una zona relativamente pianeggiante nei pressi del corso d’acqua della Dora Baltea il castello conosciuto come Sarriod de La Tour che da secoli esercita un indiscutibile fascino non solo sugli abitanti del luogo ma anche sui forestieri che vengono apposta da fuori regione a visitarlo: infatti in questo maniero che sorge a circa 20 chilometri dal capoluogo Aosta e che sembra quasi volersi nascondere tra le montagne le leggende e la storiografia ufficiale hanno confini così labili che le sue stesse origini hanno ancora oggi dei punti oscuri che indubbiamente contribuiscono ad alimentare l’alone mitico di cui sopra. Scopriamo cosa custodisce al suo interno il Sarriod e quale è la storia che racconta.



IL CASTELLO DELLE SIRENE IN VALLE D’AOSTA

Il Castello delle Sirene a Saint-Pierre (piccolo borgo di circa 3000 anime situato sul versante ovest della Valle d’Aosta) è appartenuto sin dalle origini alla famiglia dei Sarriod e pare che sia stato edificato attorno al XIII secolo, mentre solo dal 1923 passò di mano e finì alla famiglia Bensa di Genova prima che all’inizio degli Anni Settanta non fu preso in gestione dalla Regione Autonoma valdostana. L’edificio si trova proprio dalla parte opposta del paesino rispetto a quello che è conosciuto ufficialmente come castello di Saint-Pierre: da quello che si sa Jean Sarriod, un esponente della casata che fu molto vicina all’altra potente famiglia dei Bard, fece costruire il maniero nel 1420 proprio nel luogo in cui si trovava la “turris Sariodorum”, un avamposto dotato del suo donjon (ovvero il dongione, la parte fortificata e di solito più alta dei castelli) e a cui fece aggiungere anche la caratteristica scala a chiocciola che porta su alla torre a pianta quadrata; in seguito il figlio Antoine completò l’opera con la cappella dedicata a San Giovanni Evangelista, mentre infine nel XV secolo il castello fu dotato anche di altre torri difensive lungo la cinta muraria. Oggi il Sarriod de La Tour è aperto tutto l’anno anche se i giorni variano in base alla stagione e ci sono anche particolari occasioni dedicate ai bambini e alle famiglie giocando con la tradizione che vuole questo luogo infestato di personaggio fantastici come pure di mostri.

LE CREATURE LIGNEE NEL “SALONE DELLE FESTE”

La peculiarità del Castello delle sirene, che si presenta in realtà come una serie di edifici accostati tra loro per via degli interventi avvenuti in epoche differenti e racchiusi tutti entro la stessa cinta muraria, è che offre al suo interno un vero e proprio campionario di quelle che erano le fantasie e gli incubi più ricorrenti dell’uomo del Medioevo, tra rappresentazioni del Male abbastanza grottesche e figure di mostri che rimandano a tanta mitologia, oltre che le tracce del passato che ha caratterizzato quest’angolo di Valle d’Aosta. Una delle “attrazioni” più gettonate nel corso delle visite guidate è il cosiddetto Salone delle Teste, ovvero una sala situata al primo piano del castello e dedicata a funzioni di rappresentanza che deve il suo nome alle stupefacenti decorazioni del suo soffitto ligneo che a sua volta è sorretto da pregiate mensole intagliate (XV secolo): in totale le mensole sono 171 e raffigurano una varietà strabiliante di soggetti, dai volti di gentiluomini e nobildonne dell’epoca ad animali domestici e della foresta, senza dimenticare delle facce tipicamente “carnevalesche” e persino mostri immaginari quali draghi, unicorni, sirene e personaggi che sembrano una delle tante incarnazioni del Maligno e ricordano il bestiario grottesco di Hieronymus Bosch. E non vanno dimenticati gli affreschi Duecenteschi della citata cappella che, seppur in modo diverso, sembrano riprendere lo stesso leitmotiv e mostrano come sacro e profano/fantastico nel Sarriod de La Tour vadano tranquillamente a braccetto come due facce appartenenti in fondo alla stessa medaglia.

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