Clima di altissima tensione a Barcellona dopo le condanne dei leader indipendentisti della Catalogna. Giornata di proteste e scontri, ma anche di dibattito politico: «Ci dicono che non possiamo parlare del diritto all’autodeterminazione. Bene: non solo ne parleremo, ma lo eserciteremo di nuovo», la presa di posizione del presidente della Generalitat de Catalunya, Quim Torra. Il 57enne oggi ha inoltre reso omaggio alla tomba dell’ex presidente della Generalitat Lluis Companys, fatto uccidere dal dittatore Francisco Franco: Torra ha chiesto a Madrid di riconoscere il delitto come “crimine di stato”. Attesi aggiornamenti sulla situazione a Barcellona: come riporta la stampa catalana, la formazione blaugrana potrebbe dover viaggiare in pullman per raggiungere Eibar in vista della sfida di sabato, valida per la nona giornata di Liga. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CAOS BARCELLONA, RAKITIC E DE JONG RESTANO A PIEDI
Le manifestazioni e gli scontri che si sono verificati nelle scorse ore a Barcellona, come protesta nei confronti delle pesanti condanne inferte ai leader indipendentisti catalani, hanno creato numerosi disagi, anche ai calciatori del Barcellona e al tecnico Ernesto Valverde. A subirne le spese, in particolare, i centrocampisti Ivan Rakitic e Frenkie De Jong, di ritorno dagli impegni con le nazionali di Olanda e Croazia. Il tecnico dei catalani si era preso un paio di giorni di pausa visto lo stop del campionato spagnolo, ma di ritorno a Barcellona ha trovato l’aeroporto El Prat praticamente isolato, come riferito da Tuttosport. E’ andata peggio a Rakitic, che è rimasto a piedi, immortalando tra l’altro il momento su Twitter: “La strada è chiusa, cosa farò?”. Simile il destino di De Jong: entrambi non riusciranno a presenziare all’allenamento di oggi per via dei disagi, mentre ci sarà Valverde. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BARCELLONA, DURO COMMENTO DI GUARDIOLA DOPO LE CONDANNE
Nuova giornata di scontri a Barcellona dopo le pesantissime condanne inflitte ai leader indipendentisti dichiarati colpevoli di “sedizione” e “malversazione”. I Mossos d’Esquadra, la polizia della Catalogna, sono stati protagonisti di accese guerriglie con i manifestanti separatisti: al momento il bilancio parla di 131 feriti tra le persone scese in piazza e 40 tra gli agenti. Come riportato da Tgcom24, nel corso degli scontri un manifestante ha perso un occhio, mentre un altro ha perso un testicolo. Nel frattempo i disordini nella Catalogna stanno provocando dei disagi anche sul fronte dei trasporti: all’aeroporto di Barcellona, El Prat, dei mille voli in programma ne sono stati sospesi 45 e alcuni passeggeri sono stati costretti a trascorrere la notte nello scalo. Ripercussioni sul traffico ferroviario. (agg. di Dario D’Angelo)
BARCELLONA, GUARDIOLA DOPO SENTENZA: “IN SPAGNA DERIVA AUTORITARIA”
Barcellona insorge sui social dopo che i 12 leader dell’indipendenza catalana sono stati condannati con pene dai 9 a i 13 anni di carcere. Numerose le reazioni sdegnate fra cui quelle dei protagonisti del calcio spagnolo, a cominciare dal tecnico del Manchester City, Pep Guardiola, ex blaugrana doc, che attraverso un video denuncia ha fatto sapere: “Oggi è stata resa pubblica dallo Stato spagnolo una sentenza del tribunale equivalente a attacco diretto ai diritti umani. Il diritto di manifestare, il diritto alla libertà di espressione. E’ inaccettabile nel ventunesimo secolo. La Spagna sta vivendo una deriva autoritaria attraverso la quale si utilizza la legge antiterrorista per criminalizzare la dissidenza, incluso perseguire chi esercita la libertà di espressione”. Simile il pensiero della squadra di Messi & Co. che ha invece espresso il proprio punto di vista sulla vicenda attraverso una breve nota: “L’ FC Barcelona esprime anche il suo pieno sostegno e la sua solidarietà alle famiglie di coloro che sono privati della libertà”. A cascata sono poi giunti i pensieri di Xavi, Pique, Sergi Roberto e molte altre realtà sportive che si sono appunto schierate a fianco della Catalogna e dei condannati. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BARCELLONA, CONDANNATI GLI INDIPENDENTISTI: DURI SCONTRI
Dopo la sentenza di condanna nei confronti dei leader indipendentisti della Catalogna, sono scattate le proteste di piazza e non sono mancati i momenti di tensione a Barcellona: come riporta la stampa spagnola, sono stati registrati scontri tra manifestanti e polizia nella centrale plaza Catalunya e all’aeroporto internazionale di El Prat. Nelle scorse ore è arrivato anche il commento del premier spagnolo Pedro Sanchez: «Abbiamo bisogno di aprire un nuovo capitolo basato sulla coesistenza pacifica in Catalogna attraverso il dialogo nei limiti della legge e della Costituzione spagnola. Nessuno è al di sopra della legge, in Spagna non ci sono prigionieri politici ma piuttosto politici in prigione per aver violato delle leggi democratiche». Sulla pesante condanna ai leader secessionisti è giunto il commento del Barcellona calcio: «Il Barcellona, in quanto entità di riferimento della Catalogna, e secondo il suo percorso storico della difesa della libertà di espressione, afferma che la detenzione preventiva non ha aiutato a risolvere il conflitto in nessun modo, perché la prigione non è la soluzione. La risoluzione del conflitto che sta vivendo la Catalogna va affrontato attraverso il dialogo politico». Come già evidenziato nelle scorse ore, è stato emesso un nuovo mandato di arresto internazionale per l’ex premier catalano Carles Puigdemont. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CATALOGNA, CONDANNATI LEADER SECESSIONISTI: 13 ANNI A JUNQUERAS
Catalogna, condanne pesanti per i leader indipendentisti: il Tribunale Supremo di Madrid ha comminato pene che vanno dai 13 ai 9 anni di reclusione. Il processo contro i dodici indipendentisti – membri dell’esecutivo guidato dal presidente Carles Puigdemont e capi politici di organizzazioni della società civile – ha riguardato gli eventi che si verificarono nell’autunno del 2017, dalla celebrazione del referendum sull’indipendenza catalana alla dichiarazione unilaterale di indipendenza proclamata da Puigdemont e approvata dal Parlamento locale. Scattate le prime proteste di piazza, clima di altissima tensione: non sono escluse azioni di sabotaggio, disposte le forze di Polizia nazionale e locale a presidio dei luoghi più a rischio della Catalogna, basti pensare all’aeroporto di Barcellona e il porto di Tarragona. La condanna più pesante è stata comminata all’ex vicepresidente del governo indipendentista catalano Oriol Junqueras, 13 anni di reclusione per i reati di sedizione, aggravata per la sua carica di vicepresidente, e malversazione.
CATALOGNA, LEADER INDIPENDENTISTI CONDANNATI DA 13 A 9 ANNI
Gli ex assessori Jordi Turull, Raül Romeva e Dolors Bassa sono stati condannati a 12 anni, l’ex presidente del Parlament Carme Forcadell a 11 anni e mezzo. Condanne a 10 anni e mezzo per Forn e Rull, a 9 anni per Sanchez e Cuixart, mentre un anno di reclusione per Vila, Mundò e Borras. Gli imputati sono stati invece assolti dal reato più grave, ovvero la ribellione. «100 anni di carcere in tutto, un’aberrazione. Ora più che mai, dalla vostra parte e da quella delle vostre famiglie. Bisogna reagire come mai prima d’ora. Per il futuro dei nostri figli, per la democrazia, per l’Europa, per la Catalogna», la rabbia di Carles Puigdemont su Twitter: secondo quanto riporta la stampa spagnola, è probabile che venga emesso un nuovo mandato di cattura internazionale nei suoi confronti, con l’ex presidente regionale dal 2017 rifugiato in Belgio. Gabriel Rufian, portavoce di Erc, ha affermato che la sentenza del Tribunale di Madrid «è la più grande aggressione contro la Catalogna dopo il processo e l’esecuzione del .presidente della Generalitat de Catalunya Lluis Companys». In corso in questi minuti una manifestazione di protesta a Barcellona, con i Mossos d’Esquadra che hanno chiuso gli accessi al parco della Ciutadella, dove si trova il Parlament. Attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore…
100 anys de presó en total. Una barbaritat. Ara més que mai, al vostre costat i al de les vostres famílies. Toca reaccionar, com mai. Pel futur dels nostres fills i filles. Per la democràcia. Per Europa. Per Cataunya.
— Carles Puigdemont (@KRLS) October 14, 2019