Allerta scontri in Catalogna dopo i fatti delle ultime ore, Barcellona blindata in vista delle manifestazioni in programma nella giornata di oggi dopo gli scontri con la polizia. Quim Torra, presidente catalano, ha condannato le forme di violenza – «non ci rappresentano e non rappresentano l’esercizio della democrazia e della libertà» – sottolineando che «la causa della libertà è inarrestabile e andremo avanti fino a dove il popolo della Catalogna vorrà andare». Torra ha poi lanciato un messaggio al premier Sanchez, affinchè «fissi giorno e ora per aprire un tavolo di negoziati senza condizioni». Non è tardata ad arrivare la risposta di Madrid, come riporta El Periodico: il Governo chiede alla Catalogna di condannare apertamente la violenza di riconoscere «il lavoro delle forze di sicurezza e degli organi dello Stato e dei Mossos», esprimendo dunque «solidarietà agli agenti rimasti feriti negli scontri». Sanchez ha sottolineato di essere «sempre stato a favore del dialogo all’interno della legge», ribadendo che viene prima la legge e poi il dialogo. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CATALOGNA: ATTESO IL MINISTRO MARLASKA
Si aggrava il bilancio delle violenti proteste in atto negli ultimi giorni in Catalogna, in particolare a Barcellona. I feriti sono saliti a 182, di cui 152 nella nota città catalana, con l’aggiunta di 54 arrestati. Quasi mezzo milione le persone scese in piazza per protestare, e solo una piccola parte si è mostrata violenta, come ad esempio un centinaio di manifestanti vestiti di nero, che di fronte al quartiere generale della polizia hanno provocato scontri con lanci di pietre e uova, e incendiando i cassonetti della zona. Per evitare spiacevoli inconvenienti, la direzione della Sagrada Familia ha deciso di chiudere la cattedrale, mentre sono stati decine i voli cancellati dall’aeroporto di Barcellona. E oggi si preannuncia un’altra giornata carica di tensioni visto che a Barcellona è atteso il ministro dell’interno Fernando Grande Marlaska, per fare il punto della situazione dopo i disordini. I quotidiani spagnoli che hanno raccontato le violenze hanno utilizzato titoli drammatici, come ad esempio El Mundo, che ha parlato degli scontri “più drammatici della settimana”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CATALOGNA, SCONTRI E VIOLENZE: LA CONDANNA DEL SINDACO
La quinta notte di scontri in Catalogna ha prodotto 89 feriti e 31 arresti, scatta l’allarme in vista delle prossime ore: oggi sarà un’altra giornata di manifestazioni a Barcellona, predisposte ingenti forze di sicurezza. «Negli ultimi giorni abbiamo assistito a fatti spiacevoli portati avanti da gruppi minoritari ma coordinati per agire con violenza: stiamo rispondendo come qualunque Stato democratico e di diritto», le parole del ministro Isabel Celaà – portavoce del governo di Pedro Sanchez – e le violenze sono state condannate anche da Ada Colau, sindaco di Barcellona: «Questa città non merita ciò che stiamo vivendo, è una città di pace. Barcellona è di tutti e dobbiamo occuparcene». El Periodico riporta che è in programma una nuova protesta oggi alle 18.00 in piazza Urquinaona, lanciata dall’organizzazione giovanile Arran: i manifestanti chiederanno a gran voce le dimissioni di Miquel Buch, ministro dell’Interno. Prime proteste in mattinata a Girona, a Vista Alegre, dopo l’arresto di alcuni manifestanti. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“CATALOGNA, LA PEGGIORE NOTTE CHE SI RICORDI”
La notte appena passata in Catalogna, è stata teatro di continui scontri fra i manifestanti pro indipendentisti e le forze dell’ordine. Il quotidiano El Pais, uno dei più noti ed autorevoli di tutta la Spagna, ha titolato con «la peggiore notte che si ricordi», a conferma delle violenze consumate in piazza. Scontri che tra l’altro non hanno riguardato solamente Barcellona, ma anche altre città della Catalogna come ad esempio Terragona, Lleida e Girona, dove si sono verificati arresti e violenze di ogni tipo. Venerdì sera il ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, aveva intimato i protestanti, avvertendo loro che lo stato avrebbe punito in maniera molto severa tutti coloro che avessero agito in maniera violenta. Nel contempo si è tenuta anche una riunione presso il governo catalano alla presenza del presidente, l’indipendentista Quim Torra, e di altri membri dello stesso esecutivo, per condannare altresì le proteste in piazza, chiedendo alla popolazione di partecipare in maniera pacifica. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CATALOGNA, SCONTRI E MANIFESTAZIONI: 89 FERITI
Non si placano le proteste in Catalogna a seguito della condanna a 13 anni di carcere di Oriol Junqueras, leader di Esquerra Republica de Catalunya, movimento indipendentista. Come riferito poco fa dai colleghi dell’agenzia Ansa, è salito il numero di feriti, arrivato ora ad 89 persone, così come il computo degli arrestati, ben 31. E’ questo il bilancio, che rischia di essere però solo parziale, a seguito della quinta notte di veementi manifestazioni nelle piazze di Barcellona, dove la polizia e gli indipendentisti si sono scontrati a volte anche duramente. I primi sono scesi in piazza in tenuta anti sommossa, sparando proiettili di gomma e facendo uso, come riferisce la stampa spagnola, anche del classico camion idrante, utilizzato spesso e volentieri in queste situazioni dalle forze dell’ordine di tutto il mondo. I manifestanti, dalla loro, hanno risposto con lanci di qualsiasi tipo di oggetti, distruzione e barricate in fiamme. Le violenze sono durate circa sette ore nella giornata di ieri, e si sono placate solamente dopo la mezzanotte, ma quella di oggi si preannuncia un’altra giornata caldissima su questo fronte. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CATALOGNA, SCONTRI E PROTESTE A BARCELLONA
Proseguono le proteste in Catalogna dopo il “Proces” e si accendono gli animi. Come vi abbiamo riportato, lo sciopero generale ha causato numerosi disagi al traffico: bloccate diverse strade dalle prime ore di mattina, di cui tre al confine con la Francia. Gli scontri tra manifestanti e polizia hanno spinto le autorità a sospendere le visite alla Sagrada Familia, monumento simbolo di Barcellona: «Non è possibile garantire l’accesso al sito», la breve nota diffusa sui social network. Come riporta El Periodico, migliaia di persone sono in marcia verso il centro della capitale catalana: cinque diversi cortei – partiti da tutta la regione – si ritroveranno insieme per protestare contro le condanne inflitte agli indipendentisti. Momenti di tensione in Via Laietana: i giovani manifestanti hanno urlato slogan contro le forze dell’ordine come «la polizia tortura e ammazza» e «le strade saranno sempre nostre», ma per il momento non sono stati registrati contatti. Per quanto riguarda Carles Puigdemont, invece, l’ex presidente della Generalitat è stato liberato dalla polizia belga «senza cauzione» e con «la possibilità di lasciare il Paese con l’autorizzazione di un giudice». Dovrà però restare a disposizione in caso di eventuale convocazione. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CATALOGNA, PUIGDEMONT SI CONSEGNA ALLE AUTORITA’
Clima rovente in Catalogna dopo la sentenza di condanna del tribunale di Madrid contro i leader indipendentisti. Rifugiatosi in Belgio nel 2017 dopo il fallito tentativo di secessione, l’ex presidente della Generalitat Carles Puigdemont questa mattina si è consegnato alle autorità belghe: il 56enne di Amer ha spiegato in una nota di essersi presentato volontariamente alla polizia dopo il nuovo ordine di cattura internazionale della Corte suprema internazionale. L’ex numero uno catalano si è inoltre scagliato contro l’ordine di arresto e si oppone fermamente a ogni tentativo di rimandarlo in Spagna. Puigdemont fu il principale promotore del referendum sull’indipendenza della Catalogna, appoggiato dal Parlamento di Barcellona ma considerato illegale da Madrid. Ma non solo: come evidenzia la stampa spagnola, spunta l’ipotesi di un secondo referendum sull’indipendenza. Quim Torra, attuale presidente, ha affermato che «si tornerà nuovamente alle urne per l’autodeterminazione: se tutti i partiti ed i gruppi lavoreranno per renderlo possibile, chiuderemo la legislatura con l’indipendenza».
CATALOGNA, SCIOPERO GENERALE E STRADE BLOCCATE
Non si placano gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine dopo le tensioni degli ultimi giorni. A complicare la situazione lo sciopero generale indetto dalle formazioni indipendentiste: come riporta El Periodico, sono stati cancellati 46 voli aerei. Un gruppo di manifestanti ha bloccato il valico La Jonquera con la Francia, mentre la nave da crociera della compagnia Viking Ocean Cruises – con 918 passeggeri a bordo – non sbarcherà a Barcellona: l’Autorità portuale ha reso noto che lo sbarco è stato spostato a Valencia. Paura nella notte per la guerriglia urbana registrata per le vie della capitale catalana: il bilancio è di 18 feriti e 19 arresti. In corso le indagini dei Mossos d’Esquadra per un’aggressione ai danni di un giovane antifascista tra le strade di Rossellò e Balmes: non è escluso che ci siano gruppi infiltrati nella protesta, come affermato dal presidente Quim Torra a proposito degli atti di vandalismo.