Nei programmi del governo la riforma del catasto non c’è, ma ora l’Unione Europea è tornata alla carica e all’orizzonte potrebbe esserci anche un adeguamento del valore catastale e del valore delle abitazioni, compreso un possibile aumento per quanto riguarda le tasse. Una novità emersa in sede di presentazione della Nadef, la nota di aggiornamento del Def.



Se ci mettiamo anche la richiesta europea di efficientare dal punto di vista energetico gli edifici portandoli alla classe E entro il 2030, e il blitz politico del “trilogo” previsto per il 12 ottobre, il futuro per i proprietari di case potrebbe essere drammatico, segnato da un aumento verticale delle spese per adeguare la propria abitazione.



Il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa ha da tempo espresso la sua contrarietà alle iniziative di Bruxelles. E lancia un nuovo allarme.

Il governo Meloni ha escluso dal suo programma una riforma del catasto, ma la Ue chiede di revisionarlo. Quali sono i termini della richiesta europea?

La richiesta è molto semplice: chiedono di utilizzare il catasto per aumentare la tassazione sugli immobili al fine di compensare la riduzione di quella sul lavoro. Lo hanno scritto mille volte nei loro documenti: è una richiesta esplicita di aumento dell’imposizione tributaria, specie di tipo patrimoniale, sugli immobili. Il resto sono chiacchiere.



L’adeguamento del valore catastale e del valore degli immobili cosa potrebbe comportare per i proprietari anche in termini di tassazione?

Viste le finalità, comporterebbe aumenti generalizzati. Sui dati catastali, infatti, si fondano diverse imposte, a partire dall’Imu.

Questa revisione come potrebbe influire, invece, sull’andamento del mercato immobiliare?

Determinerebbe ulteriori effetti depressivi in un mercato che sta già subendo almeno due fenomeni negativi: il continuo rialzo dei tassi, e di conseguenza dell’onere dei mutui, e la minaccia della direttiva europea sull’efficientamento energetico degli immobili, la cosiddetta direttiva “case green”. Non dimentichiamoci che l’Italia, ce lo ha appena ricordato Eurostat, è pressoché l’unico Paese europeo che ha visto ridursi il valore degli immobili – che in Italia vuol dire risparmio delle famiglie – rispetto al 2010, periodo immediatamente pre-Imu. Figuriamoci se possiamo permetterci ulteriori colpi sul mattone.

Il catasto italiano andrebbe comunque revisionato? C’è effettivamente un problema di immobili fantasma e di valutazione di alcuni immobili?

L’urgenza non è quella di rivedere il catasto, bensì quella di iniziare a ridurre una tassazione patrimoniale sugli immobili che – con i suoi 22 miliardi di euro l’anno – non è più sopportabile. Quanto agli edifici fantasma, non servono riforme per rintracciarli, ma l’ordinaria amministrazione. In ogni caso, nella legge delega per la riforma fiscale, appena approvata dal parlamento e in attesa di essere attuata, si prevede un rafforzamento di questa attività.

Sulle nostre abitazioni incombe anche la direttiva europea sulle case green e la necessità di adeguare lo standard energetico degli edifici: un’operazione che si annuncia molto costosa. È possibile un ripensamento da parte della Ue sui tempi di attuazione o almeno un forte sostegno alle spese che dovranno affrontare i proprietari?

Mancano pochi giorni alla data che si preannuncia decisiva per le sorti di questa direttiva. Per giovedì 12 ottobre, infatti, è fissata una riunione molto particolare del “trilogo”, il negoziato fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue. Si tratterà, infatti, di una riunione che inizierà in tarda serata e che sarà svolta in modalità “open ended”, ovvero senza limiti di tempo per le trattative, che potranno terminare solo al raggiungimento di un accordo tra le parti. Si tratta di un’accelerazione preoccupante e di una pericolosissima forzatura, da ultimo resa ancora più grave dalla reintroduzione nel testo, con un vero e proprio blitz notturno, dell’articolo che prevede le sanzioni.

Qual è l’obiettivo politico?

Cercare di chiudere in fretta la partita della direttiva per evitare il rischio che nuove maggioranze politiche possano, nella prossima legislatura europea, stravolgere l’impianto di questo come di altri provvedimenti compresi nel Green Deal.

Avete assunto iniziative?

Abbiamo appena lanciato un ultimo, accorato appello al Governo affinché, in coerenza con gli impegni assunti in Parlamento, svolga ogni azione possibile per scongiurare l’approvazione di una normativa che per l’Italia sarebbe devastante. Non possiamo credere che, anche dopo la netta contrarietà alla proposta espressa da ben tre ministri di un Paese importante come la Germania, non si riesca a impedire che un provvedimento intriso di ideologia e fanatismo veda la luce.

(Paolo Rossetti)

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