Il quotidiano Il Foglio ha posto l’attenzione su un libro scritto da Jacques Lecomte sul cambiamento climatico e sui numerosi catastrofismi annunciati negli ultimi mesi. Il giornale italiano definisce Lecomte come “il padre della psicologia positiva e teorico dell’“optirealismo” ecologico”, spiegando come lo stesso abbia pubblicato un libro “dirompente e ben documentato”, leggasi “Rien n’est joué” (Les Arènes). Lecomte, che è anche membro del consiglio scientifico della Fondation pour la nature et l’homme, nel suo volume esplora le fonti scientifiche ritenute più incontestatibili “E sbertuccia – prosegue Il Foglio – gli argomenti distorti delle star del pensiero catastrofista moderno”, da Pablo Servigne, autore di un best seller sull’argomento, a Yves Cochet, quindi Fred Vargas, Jean-Marc Jancovici, accusati da Lecomte di nuocere pericolosamente alle lotte in favore del clima e delle biodiversità.
Secondo chi scrive, i catastrofisti climatici, affermando che non esistono soluzioni agli sconvolgimenti del clima, incoraggiano la rinuncia di qualsiasi azione di vasta portata, aggiungendo che “La lucidità è essenziale, il panico paralizza”. Lecomte, in un passaggio del suo libro, scrive: “Il movimento catastrofista si è fatto sempre più largo negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani, alcuni dei quali sono caduti nella disperazione. Ma la storia recente mostra che l’azione può generare dei risultati considerevoli”. A riguardo l’esperto cita il caso della biodiversità, sottolineando “I progressi ottenuti in questi ultimi decenni per restaurare la biodiversità nei paesi che hanno agito sono impressionanti”.
LECOMTE CONTRO I CATASTROFISTI CLIMATICI: “LA CRISI PUO’ ESSERE ATTENUATA MA…”
Quindi Lecomte aggiunge: “La crisi climatica può ancora essere fortemente attenuata, l’Ipcc (Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici) lo dice in tutte le lingue. Ma ciò accadrà soprattutto grazie all’azione collettiva su vasta scala, non solo riunendosi in piccole comunità neorurali, come proposto da Pablo Servigne. Sarebbe catastrofico per l’umanità”. Quindi, puntando il dito sui catastrofisti, Lecomte spiega: “Gli autori catastrofisti sono abituati a citare degli studi scientifici che in realtà non dicono ciò che loro gli fanno dire. E nessuno va mai a verificare!”.
Poi conclude: “Ciò che è vero è che il timore di un crollo genera un’angoscia esistenziale che giustifica agli occhi di alcune persone un ritorno a delle politiche autoritarie, con l’idea che non ci sarà altra scelta se non quella di soggiogare le popolazioni…”, invitando quindi a mostrare delle soluzioni che effettivamente esistono.