Il catch congolese è uno sport che sta prendendo via via sempre più piede in Africa, eppure alle nostre latitudini risulta ancora confinato nella sfera dell’ignoto o, comunque, del poco conosciuto. Ad approfondire un argomento davvero poco diffuso è stato il portale “Sociologicamente.it”, che prova innanzitutto a spiegare di cosa si tratti: è, in parole povere, una versione congolese del wrestling, diffusasi nella Repubblica Democratica del Congo negli anni Sessanta e Settanta per mezzo delle gesta sportive di Kele Kele Lituka.



Il portale sopra menzionato individua in Motubo Sese Seko, dittatore che è stato al potere del Paese fino alla sua morte (1997), la figura che ha utilizzato questo sport-spettacolo per acuire la sua politica di autenticità, unitamente alla speranza di riscrivere pagine di storia in seguito al periodo di colonialismo europeo, introducendo la componente magica del fetiche. Di fatto, “il catch fetiche, definito anche come voodoo wrestling, non è altro che l’incorporare nelle lotte teatralizzate gli elementi magici della cultura popolare congolese, incentrate sulla stregoneria e sul ricorso al voodoo”.



CATCH CONGOLESE: STREGONERIA SUL RING

Nel catch congolese il lottatore fetiche, secondo “Sociologicamente.it”, è colui che “sacrifica le mosse tecniche per utilizzare teatralizzazioni ispirate alla magia e alla stregoneria tipica della cultura congolese. Il lottatore simbolo di questa categoria è Edingwe ‘moto na ngenge’, un wrestler noto per usare incantesimi e riti voodoo e per essere coinvolto in incontri con spettacolarizzazioni al limite del grottesco e dell’orrore”. Il catch congolese si interseca alla perfezione con la cultura popolare e magica della nazione in cui è germogliato, radicandosi inoltre anche tra i tifosi e gli appassionati di questa fantasiosa disciplina. “Attualmente – conclude il servizio di ‘Sociologicamente.it’ – il wrestling congolese è analizzato per la saliente presenza attiva di lottatrici femminili rilevanti, elemento che è un argomento di vivace ricerca sociale nel mondo accademico attuale”.