Una tragedia inaspettata è costata la vita a un 25enne di Teramo. Il motociclista Damiano Bufo si stava allenando per una gara di motocross quando, all’imbocco di una stradina, ha trovato una catena tesa che non ha potuto evitare. La caduta è stata fatale per il ragazzo: a nulla sono servite le operazioni di soccorso. Il ragazzo, adeguatamente attrazzato, ha riportato delle ferite che non gli hanno lasciato scampo: il dispositivo di chiusura in metallo, come spiega il Corriere della Sera, lo ha colpito all’altezza del collo in una maniera talmente violenta che il giovane è morto poco dopo.



Sono in corsa gli accertamenti dei carabinieri per capire la dinamica dell’incidente e il motivo della presenza di quella catena tesa proprio in quel punto. Damiano Bufo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, stava effettuando alcuni giri in moto insieme ad alcuni amici su terreni privati per esercitarsi: stava preparando una gara di motocross. Quella catena era stata probabilmente posizionata all’imbocco della stradina per impedire l’accesso. L’impatto del motociclista con la corda è stato violento: gli ha provocato un’emorragia che lo ha ucciso in pochi minuti.



Gli amici del motociclista sotto shock

Come ricostruito ancora dagli inquirenti, Damiano Bufo non è riuscito ad evitare la corda probabilmente a causa dell’alta velocità o della luce, che alle 15.30 in campagna è particolarmente forte. Il ragazzo, a bordo della sua Ktm Duke 350, non ha dunque visto la catena posizionata a mezza altezza e, nei pressi di una curva, l’ha colpita in pieno. I carabinieri stanno ora indagando per individuare eventuali responsabilità nella morte del motociclista, come spiega il Corriere della Sera.

Gli amici del giovane, testimoni dell’incidente, sono sotto choc, così come l’intero paese di Castiglione Messer Raimondo, in provincia di Teramo, dove il 25enne era nato e aveva vissuto fino a poco tempo fa. Allo stesso modo il dolore è immenso anche a Bisenti, dove è avvenuto l’incidente. “La zona dell’incidente è composta da terreni perlopiù incolti, privati. Posso immaginare che quella catena chiusa da un lucchetto servisse a chiudere una proprietà. E che forse, ripeto forse, la velocità o la distrazione abbiano impedito di notarla” ha raccontato il sindaco di Bisenti al Corriere della Sera.