Catena Fiorello torna in tv ospite di una nuova puntata di “S’è fatta notte“, il programma di interviste condotto da Maurizio Costanzo lunedì 17 giugno in seconda serata su Rai1. La sorella di Rosario e Beppe Fiorello è pronta a raccontarsi a cuore aperto tra vita privata e professionale. Dal successo di “Picciridda” fino all’ultimo libro “Tutte le volte che ho pianto”, Catena è una delle scrittrici più amate degli ultimi anni; basti pensare che il suo romanzo di debutto è diventato anche un film di cui è anche sceneggiatrice. Alcuni mesi fa ha pubblicato “Tutte le volte che ho pianto” in cui parla di una donna che piange, visto che lei oramai di lacrime non ne ha più. A Vanity Fair ha raccontato come mai da tempo non piange più: “dalla morte del mio compagno Attilio, otto anni fa”. Non solo, la scrittrice ha pianto anche in occasione della morte del cane Giotto: “ho pianto molto, addirittura mi veniva via la pelle dalle palpebre. Quanto mi piacerebbe rifarmi un bel pianto così!”.
Catena Fiorello: “La povertà non giustifica l’odio”
Dalle lacrime al problema degli immigrati. “Chi ha una casa e da mangiare non importa più di empatizzare con chi scappa dal proprio Paese e se lo fa è connivente con gli immigrati che commettono furti e stuprano. Assurdo” dice Catena Fiorello a Vanity Fair precisando: “ci hanno inculcato che il nemico viene da fuori”. La scrittrice è convinta di una cosa: “la povertà non giustifica l’odio” e lo sa bene visto che è cresciuta in una famiglia semplice con scarpe di cartone e con un divano che di sera si trasformava in un letto per i fratelli. “Frequentavo il liceo classico ad Augusta e in classe con me c’erano i figli di avvocati, ingegneri, notai, mentre papà era “solo” un finanziere” – ha raccontato la scrittrice a Vanity Fair – “tutti avevano la villa al mare, noi ogni sera tiravamo giù in salotto i letti per Rosario e Giuseppe. Gli altri indossavano le scarpe firmate, noi andavamo a comprarle da Lillo Calzature: erano di cartone e si bucavano subito. Però l’infelicità non l’abbiamo patita mai”.
Catena Fiorello: “Quando mi hanno scoperto 5 noduli…”
Nata e cresciuta in una famiglia di artisti, Catena Fiorello non nasconde di essere sempre stata la figlia più difficile, nata nel mezzo “c’ero io che non servivo a niente. Ho dovuto lottare per tutto”. Non solo, Catena ha raccontato di aver dovuto far pace anche con il suo nome grazie all’intervento di Maurizio Costanzo : “lavoravo come autrice a Buona Domenica e lui mi fa Tu con un nome così bello ti fai chiamare Cati che è così banale?”. Alcuni anni dopo Catena ha dovuto lottare anche contro un tumore al seno sconfitto grazie alle indagini del suo radiologo: “grazie al radiologo che mi ha fatto la prima mammografia: cinque noduli avevo, ma non si vedeva niente. Lui ha insistito perché indagassi. La mia vita la devo a lui”. Poi è arrivato il successo come scrittrice e gli immancabili attacchi da parte di hater. Recentemente, infatti, la scrittrice è stata etichettata come scroccona e mafiosa: “ha detto una cosa terribile. È come se avesse preso una mazza e mi avesse colpito più volte il cervello. Mi ha scioccata, talmente scioccata che è diventata una questione di vita non solo portarti in Tribunale, ma provare quanto possa essere grave questa affermazione. Non mi fa ridere”.