L’esistenza di Catherine Spaak è stata segnata quindi dal dramma della figlia “persa” Sabrina Capucci, sottrattale per vie legali dopo che lei scelse di fuggire con la minore. In quel periodo, l’attrice (morta la domenica di Pasqua 2022) tentò in tutti i modi di tenersi stretta sua figlia Sabrina, secondo quanto raccontato da lei stessa a più riprese, rinunciando anche a una proposta lavorativa: non girò, infatti, un film con Roger Vadim ambientato a Parigi, “La ronde”, un adattamento de “Il girotondo” di Arthur Schnitzler, conosciuto nel nostro Paese come “Il piacere e l’amore”.

In una vecchia intervista, Catherine Spaak asserì che la giustizia a quei tempi era molto più rapida di oggi e si espresse presto: “Fu una tragedia. Almeno per me. Mi tolsero Sabrina con una motivazione a dir poco discutibile. Il tribunale sosteneva che la madre, cioè io, essendo un’attrice, era di dubbia moralità. Quindi la bambina sarebbe rimasta con la nonna paterna”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

Catherine Spaak e il dramma della figlia “strappata” Sabrina

La vita di Catherine Spaak è stata condizionata da un’accusa infamante. L’attrice, morta il 17 aprile, portava con sé una ferita nel cuore che non si era mai rimarginata. Non ha mai nascosto il grande dolore per non essere riuscita a ricucire il rapporto con la figlia maggiore, Sabrina, nata dal matrimonio con Fabrizio Capucci, fratello dello stilista Roberto. Lo conobbe sul set del film “La voglia matta“, si innamorarono e rimase incinta. Il problema è che all’epoca lei aveva solo 17 anni e viveva lontano dalla sua famiglia. I due allora si sposarono, ma Catherine Spaak non si trovava bene a casa Capucci.

Con l’incoscienza della sua età prese una decisione che, come poi scoprì successivamente, le costò cara. “Presi la bambina e scappai. Loro non me la perdonarono e sporsero denuncia“, ha raccontato in diverse interviste. Per quel gesto fu arrestata a Bardonecchia e riportata a Roma dai carabinieri. La situazione non migliorò e alla fine la figlia le fu tolta, in quanto il tribunale la giudicò “di dubbia moralità” essendo attrice. Quindi, la figlia Sabrina Capucci fu affidata alle cure della nonna paterna.

Catherine Spaak “Hanno distrutto la mia vita. E quella di Sabrina”

Non si poteva discutere, non era ammissibile. Finimmo tutti in tribunale“, raccontò al Giornale. Allora c’era la patria potestà, quindi una donna non era veramente libera. Catherine Spaak non riuscì più a ricostruire il suo rapporto con la figlia Sabrina Capucci, nonostante ci abbia provato diverse volte. Quel dolore che portava con sé, con cui conviveva, l’ha accompagnata fino alla fine. “Hanno distrutto la mia vita. E quella di Sabrina. Non ci siamo mai più ritrovate, non sono riuscita a recuperare quello che il magistrato ha rovinato“.

Un rapporto in frantumi, una mamma e una figlia che non sono più riuscite a ritrovarsi. Per Catherine Spaak ciò fu dovuto anche ad una sorta di “lavaggio del cervello” che la figlia avrebbe subito da bambina da parte della famiglia Capucci. “Le hanno ripetuto: ‘La mamma è cattiva. Ti ha abbandonato’. Offese che hanno lasciato segni indelebili“, la tesi dell’attrice, cantante e giornalista, che riteneva di essere stata vittima di “una vendetta dei Capucci“.