È nata Catholic Match, un’app di incontri sentimentali riservata alle persone di fede cattolica. Una sorta di Tinder, ma che durante l’iscrizione richiede agli utenti di segnalare, fra le altre loro caratteristiche, il grado di osservanza dei precetti cattolici, il ruolo che la fede riveste nella loro vita, quante volte vanno a messa durante l’anno e in che modo i valori cristiani siano fondamentali nella loro quotidianità.
Sia questo un goffo tentativo di “nobilitare” uno strumento che ha soppiantato i tradizionali luoghi di incontro tra le persone o una azione mirata unicamente a cercare una nuova “fetta di mercato” da spremere, la Chiesa ha assunto una posizione critica nei confronti di app per dating, come scrive “Il Messaggero”, che riporta sulle sue colonne una riflessione della Civiltà Cattolica (saggio di Bruno Franguelli dal titolo “L’amore al tempo del dating. Sull’analfabetismo sentimentale ed erotico”), che si apre così: “Ma di che specie di amore stiamo parlando? Le dating app rappresentano la promozione di uno stato perenne di adolescenza che annulla espressioni fisico-affettive, come l’imbarazzo e l’inibizione, caratteristiche della ritualità dell’incontro amoroso, e permette di soffermarsi nello stato infantile dell’eros”.
CATHOLIC MATCH, IL TINDER DEI CREDENTI: LA CRITICA DI CIVILTÀ CATTOLICA AL DATING
Sempre a proposito di app come Catholic Match – sia chiaro, senza fare esplicito riferimento a tale app ma trattando il tema in generale del dating ai tempi contemporanei, ndr – Civiltà Cattolica ha commentato: “Pensiamo di vedere tutto – una persona, proprio una persona -, ma poi ci spostiamo in un lampo verso le sue caratteristiche inferiori, come fosse un paio di scarpe. Quindi, le relazioni che si sviluppano sulle app per incontri tendono a essere fragili: di rado inaugurano una continuità. La logica commerciale dell’applicazione non favorisce le promesse di fedeltà. Se tra due utenti nasce il desiderio di costruire un’intimità e una relazione duratura, essi dovranno abbandonare quelle applicazioni”.
Anche Papa Francesco, nella enciclica “Fratelli Tutti”, ha mosso un appunto alle relazioni virtuali, vale a dire quelle che germogliano nell’universo del web, evidenziando che esse “possono certamente accompagnarsi, ma non sostituirsi a quelle reali; quando ciò accade rischiamo di deprivare la persona della elaborazione di alcune caratteristiche fondamentali del vivere insieme, come la tenerezza e l’empatia, portando a situazioni di anaffettività, all’incapacità di fare chiarezza sui propri sentimenti”.