Lo scandalo e i colpi di scena in Umbria ancora non sono finiti: Catiuscia Marini si è dimessa, di nuovo, dopo quanto già avvenuto un mese fa (era il 16 aprile scorso, ndr) e dopo il dietrofront clamoroso dello scorso sabato quanto nel voto finale in Consiglio Regionale Umbro la Presidente, col suo stesso voto, aveva congelato il via libera alle dimissioni formali da Governatrice. Ora però, dopo il polverone sollevato in casa Pd a meno di una settimana dalle Elezioni Europee, arriva il contro-dietrofront: in una lettera-Pec inviata alla Presidente dell’Assemblea Legislativa umbra Donatella Porzi, la Marini conferma le dimissioni da lei stessa presentato un mese fa «ai sensi dell’articolo 64, comma 3 dello Statuto regionale, già comunicate in data 16 aprile 2019 e discusse dall’Assemblea nelle sedute del 7 e 18 maggio scorso». Le motivazioni addotte nella mail resa pubblica dai media umbri e dal Messaggero sarebbero di mera natura istituzionale dopo il “caos” sollevato nelle scorse ore che ha visto l’intervento molto duro anche del Segretario Pd Nicola Zingaretti: «percorso dettato esclusivamente da ragioni istituzionali, di correttezza e di rispetto per tutti i componenti dell’Assemblea, sia di maggioranza, sia di opposizione, e non certo da ragioni personali».



UMBRIA, CAOS MARINI: ZINGARETTI DECISIVO PER “NUOVE” DIMISSIONI?

La Governatrice della Regione Umbria Catiuscia Marini ricordiamo che è indagata per abuso d’ufficio, rivelazione di segreto e falso nella maxi inchiesta che ha travolto la Sanità umbra e dopo stretta “pressione” di Zingaretti era giunta ad annunciare le dimissioni, salvo poi fare clamoroso dietrofront due giorni fa in Consiglio Regionale quando proprio si discutevano la dimissioni formalizzate per legge. La lettera della Marini però non si sofferma sui motivi (ancora poco chiari) della rinuncia al passo finale voluta da lei stessa, e si conclude con i ringraziamenti alla presidente dell’Assemblea legislativa e ai componenti di Giunta e Consiglio. Interpellata sulla sua scelta di sabato, la Marini aveva così spiegato «Anche in una situazione così difficile e delicata una presidente di Regione non può essere sottoposta ad alcun tipo di ricatto. Né da parte della società né da forze politiche, né da parte della propria comunità politica di appartenenza. Il presidente di Regione deve avere tutta l’autonomia e la serenità di fare una valutazione di natura esclusivamente politica. E non accetto il tentativo, fatto anche in quest’aula, di pensare che semplicemente risolvendo il tema del presidente della Regione si risolve il tema politico che la vicenda giudiziaria ha posto». Ieri poi è stata ricoverata a Perugia per un breve malore che aveva contribuito a creare ancora più “mistero” attorno alla situazione di profondo caos che regna tra Pd e Umbria ad una settimana dal voto. Zingaretti intervenendo a “In mezz’ora in più” ieri aveva attaccato la Marini «Catiuscia ha sbagliato ieri, ha commesso un grave errore […] Ha sbagliato del tutto, perché non è accettabile che si torni indietro rispetto ad un atto politico commesso un mese fa, visto che Marini prima si è dimessa e ha votato, un mese dopo, contro le sue dimissioni: sta provocando un danno all’Umbria, che è paralizzata». Oggi il nuovo colpo di scena che però manca ancora dell’atto finale; la conferma delle dimissioni della Presidente della Giunta regionale dovrà essere formalizzata in una nuova seduta dell’Assemblea legislativa che dovrà provvedere a completare le procedure previste dall’articolo 64, comma 3 dello Statuto regionale.

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