Giuseppe Conte resta uno dei Presidenti del Consiglio con maggiore fiducia popolare, specie nel suo secondo Governo con Pd, M5s, Italia Viva e LeU: eppure, osservando diversi interventi negli ultimi mesi di crisi coronavirus nel mondo dei cattolici qualcosa si “muove” contro il consenso-tout court concesso al Premier finora. Dopo lo scontro con la Cei per le Sante Messe vietate per oltre 2 mesi e con i problemi economici che si assommano sempre di più sulle famiglie, i lavoratori e il mondo scuola, l’impero di consensi di cui confidava il Presidente del Consiglio inizia lentamente a “diminuire”. Secondo il focus de Il Giornale, non sono poche le “voci” tra i laici a contestare le politiche di Conte e il suo rapporto con il mondo cattolico, seppur ad esempio i rapporti con Papa Francesco siano a quanto ne sappiamo molto cordiali e di stima reciproca: Jacopo Coghe, uno degli organizzatori dei passati Family Day, ha postato su Facebook l’elenco dei motivi per cui i cattolici «se ne ricorderanno» di Conte, tanto come di Matteo Renzi a cui non è mai stata perdonata la legge sulle Unioni Civili e l’appoggio a Monica Cirinnà.
«Per aver vietato di assistere alle Sante Messe ed averle considerate alla stregua dei barbieri e dei ristoranti violando la libertà di culto; Per ignorato completamente le famiglie italiane vero cuore pulsante della società; Per aver ignorato i genitori con figli nelle scuole, in special modo i bambini con disabilità»: basterebbe questi tre punti per far capire come una parte di consensi persi da Conte in queste ultime settimane possa essere rappresentata da quell’ala di cattolici che vede con maggiore simpatia la Lega di Salvini piuttosto che l’alleanza con M5s e Partito Democratico.
LA “SCOMUNICA” ANCHE DA SINISTRA..
Ad aver deluso molti cattolici sono state le politiche completamente dimenticate per le scuole paritarie, con fondi esigui che mettono a serio rischio la sopravvivenza di uno spazio libero nel campo dell’educazione, da sempre uno dei punti di forza del mondo cattolico in Italia. È ancora un altro organizzatore del Family Day come Filippo Savarese ad esempio a contestare la politica degli annunci fatta da Conte nel pieno del lockdown e anche ora nella fase 2 di rilancio del Paese: «Progetti ambiziosi e visioni anche condivisibili. Non si parla mai, nemmeno di striscio, di famiglia, crollo delle nascite, crisi demografica; cioè del macigno che pesa e peserà sempre più sul nostro sistema-paese in modo strutturale nei prossimi anni molto più del terrificante debito pubblico». In attesa del più volte annunciato “Family Act” preparato da Italia Viva di Renzi e Bonetti, finora le politiche sulla famiglia hanno decisamente deluso molti cattolici e non solo a destra: come giustamente segnala Il Giornale, la posizione del professore Stefano Zamagni, tra i maggiori “sponsor” nel mondo cattolico emiliano della candidatura di Stefano Bonaccini contro la destra sovranista di Salvini-Borgonzoni, nelle ultime settimane è tutt’altro che schierata dalla parte di Conte e dl Governo. A Famiglia Cristiana ha spiegato con poche ma nette parole come «In Emilia dopo il voto Bonaccini ha tradito i cattolici».