Guglielmo Marconi morte: una crisi cardiaca in un giorno importante

Dopo anni di studi, di amori, di scoperte importanti, Guglielmo Marconi morì il 20 luglio 1937 nella sua casa romana in via Condotti, in piena notte. Da tempo l’inventore soffriva di problemi al cuore, in particolare di pseudoangina pectoris, che aveva iniziato a preoccuparlo nel 1936. In quel periodo Marconi si è affidato alle cure del professor Frugoni, grazie alle quali riusciva ad andare avanti col suo lavoro, alternandolo a periodi di riposo.



Guglielmo Marconi continua così la sua vita per circa un anno, fino a quando il 20 luglio 1937, stesso giorno in cui avrebbe dovuto incontrare Mussolini e in cui sua figlia Elettra compiva gli anni, inizia a sentirsi male. Quella che sembrava essere una delle crisi cardiache che Marconi aveva già affrontato in quell’anno, risulta invece essergli fatale. In serata le condizioni di Guglielmo Marconi peggiorano drasticamente, fino alla morte durante la notte.



L’ultimo desiderio di Guglielmo Marconi prima della morte

Il 21 luglio vengono celebrati i funerali di Guglielmo Marconi. Il suo corpo viene deposto con la divisa di Accademico d’Italia e trasportato al palazzo della Farnesina, sede dell’Accademia d’Italia, di cui era Presidente. Qui in tanti gli danno l’ultimo saluto.

Anche poco prima di morire, l’ultimo pensiero di Guglielmo Marconi è andato alle sue ricerche, al lavoro svolto e, soprattutto, a ciò che avrebbe ancora potuto fare in questo campo. In una conversazione con l’amico Luigi Solari, Marconi palesò proprio il desiderio di continuare le sue ricerche, di aver voluto avere più forza per portarle avanti. Alla sua morte, Guglielmo Marconi lasciava quattro figli: Degna, Gioia e Giulio, nati dalla prima moglie Beatrice O’Brien, e Maria Elettra, che Marconi ebbe con la sua seconda moglie, Maria Cristina Bezzi-Scali.