Pura ieri mattina a Novara a seguito del crollo di un cavalcavia che ha provocato il parziale cedimento della strada. L’episodio si è verificato lungo il ponte XXV Aprile, quello che dal centro della cittadina piemontese porta verso la statale di Milano, e solo per pura fortuna non si è verificata una tragedia. A farne le spese, pur riportando “solo” tanto spavento, è stata una donna che stava passando proprio sul cavalcavia di Novara incriminato, attorno alle ore 7:30 di ieri, domenica 9 ottobre 2022.
Alessandra Saccato era a bordo del suv bianco modello Dacia Duster che proprio in queste ore è stato mostrato da centinaia di testate e programmi tv, ed ha vissuto momenti di puro terrore: «Ho sentito la strada aprirsi e lasciare il vuoto sotto di me – ha raccontato oggi la donna ai microfoni del Corriere della Sera – ho avuto solo il tempo di vedere una voragine nell’asfalto. Poi, in una frazione di secondo, mi sono ritrovata in bilico sul ponte. La mia auto aveva solo due ruote ancora poggiate all’asfalto. Il resto della vettura era penzoloni nel vuoto. Ho anche pensato di non farcela. Di precipitare sulla ferrovia che passa sotto il cavalcavia. Per paura ho anche preso a spallate la portiera che non si apriva. A salvarmi ci ha pensato il ragazzo che guidava l’auto davanti alla mia. Devo a lui la mia vita. È stato il mio angelo custode».
CAVALCAVIA NOVARA, CROLLO E VORAGINE: “PIOVEVA FORTE, L’ASFALTO ERA BAGNATO E…”
La donna, 50 anni, aveva appena accompagnato il figlio al lavoro, e stava per tornare a casa, verso Trecate, quando è accaduto l’imprevedibile e il cavalcavia XXV Aprile di Novara è collassato: «Pioveva forte, l’asfalto era bagnato. Improvvisamente ho sentito una sensazione di vuoto — racconta Alessandra dal letto dell’ospedale di Novara dove ieri era ancora ricoverata sotto osservazione sia per lo choc riportato sia per un dolore alla spalla —. Una sensazione che non auguro a nessuno. Ho pensato di non poter più vedere la mia famiglia. I miei figli. I miei nipoti. Ora ho anche paura di tornare a guidare».
Ovviamente la donna incappata nell’incidente sul cavalcavia di Novara ha pensato al peggio: «Che potevo morire cadendo giù dal cavalcavia e finendo sulla ferrovia. Se fosse successo un po’ più indietro e se il guardrail non avesse fermato le barre sul tetto della Dacia mi sarei capottata di sotto. Un volo che probabilmente non mi avrebbe dato scampo». Fortunatamente, come detto sopra, passava di lì un altro automobilista: «Mi ha aiutata ad uscire dall’abitacolo. È stato il mio angelo custode. Poi non l’ho più visto perché sono arrivati i soccorsi e sono stata portata in ospedale: mi piacerebbe contattarlo, vederlo, per ringraziarlo. Adesso sono ancora ricoverata in osservazione». Il cavalcavia era rimasto chiuso un intero anno nel 2015 per delle opere di ammodernamento: ora bisognerà capire cosa sia accaduto.