La terza dose è necessaria, ma non per tutti. A dirlo è Marco Cavaleri, responsabile della task force per i vaccini e le terapie Covid-19 dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), che ha parlato anche di vaccino ai bambini e farmaci anti Covid. Ma torniamo alla terza dose: prima di prendere una posizione ufficiale stanno facendo ordine tra i dati. «Un certo calo di efficacia lo vediamo, ma fatichiamo a distinguere fra il ruolo del tempo che passa e riduce la protezione e il ruolo della variante Delta, un cliente più difficile per i vaccini». Ne ha parlato a Repubblica, spiegando che ci sono i dati di Gran Bretagna, Usa e Israele, dove si sta rimostrando un aumento di contagi e forme lievi tra i vaccinati. «La protezione nei confronti della malattia grave invece resta molto alta, e questo è sempre stato il nostro obiettivo». Solo in Israele c’è un calo sopra i 65 anni, un caso isolato ma che viene osservato con attenzione, «perché potrebbe indicare che la diga ha bisogno di essere rafforzata in alcuni punti, o con una terza dose o con un vaccino aggiornato alle varianti». Di sicuro i vaccini ci hanno dato una protezione importante in questi mesi.



Senza, infatti, l’ondata per la variante Delta sarebbe stata «enorme, probabilmente catastrofica come la prima o forse più, perché la Delta è molto più contagiosa delle varianti precedenti». In ogni caso, per la terza dose l’orientamento dell’Ema è quello di evitare di raccomandare richiami per chi non ne ha bisogno.



VACCINI IN ARRIVO ANCHE PER I BAMBINI

Ma nell’intervista rilasciata a Repubblica si è parlato anche del vaccino anti Covid per i bambini. «Orientativamente Pfizer ci darà i dati sui 6-11 anni a inizio ottobre. La valutazione da parte nostra prenderà 3 o 4 settimane. A inizio novembre dovrebbe arrivare anche Moderna, con la stessa fascia. Poi progressivamente si scenderà d’età, fino ad arrivare ai neonati», ha dichiarato Marco Cavaleri. Inoltre, ritiene che probabilmente verranno sottoposti anche loro alla somministrazione di due dosi. D’altra parte, «per i bambini potrebbe bastare una quantità più bassa di principio attivo, forse anche di molto, possibilmente anche con meno effetti collaterali». A tal proposito, ha parlato di casi molto rari di miocardite tra gli adolescenti negli Stati Uniti e in Israele, con una frequenza di 60-70 casi ogni milione di vaccinati. «Nulla di grave, generalmente si risolvono in un paio di giorni». Ma Cavaleri ha anche confermato quanto emerso da alcuni studi, cioè che con i vaccini a mRna c’è «un calo degli anticorpi più rapido rispetto a quelli con vettori virali. Ma è vero altresì che il livello di partenza degli anticorpi per il vaccino a Rna è di gran lunga più alto». Ad esempio, ha citato Moderna che ha un dosaggio più alto di Pfizer: «Se all’inizio la protezione dei due vaccini era simile, ora sospettiamo che Moderna dia una copertura un po’ più dura». Riguardo la vaccinazione eterologa, invece, il dibattito si è spento, anche perché c’è un problema di dati. «Noi valutiamo quelli che le aziende ci presentano dopo le loro sperimentazioni, e le aziende in genere non fanno test con vaccini diversi dai propri». Ma Marco Cavaleri ha spiegato anche che l’Ema comunque le incoraggia, anche alla luce dei dati molto incoraggianti che erano emersi.



DAGLI ANTICORPI MONOCLONALI AI FARMACI ANTI COVID

Nel frattempo, prosegue il dialogo con Russia e Cina, seppur a rilento. Mentre per CureVac e Novavax la valutazione dovrebbe terminare entro la fine dell’anno. Il secondo «è molto interessante perché usa una tecnologia più tradizionale rispetto ai vaccini approvati finora. Se ne possono produrre molte dosi anche al di fuori dell’Europa». Riguardo lo scetticismo dei no vax, Cavaleri ha ricordato che i vaccini a Una sono usati da due anni e ha fatto notare che difficilmente ricevono dossier così ampi. «Abbiamo concordato con le aziende tutti gli ingredienti. Ogni lotto di fiale viene controllato prima dai produttori, poi da un’autorità di sanità pubblica europea». Eppure c’è chi è convinto che l’Rna produca effetti collaterali a lungo termine, timore smentito da Cavaleri: «Si degrada nell’organismo nel giro di pochissimi giorni. Gli effetti collaterali nei vaccini si concentrano nei primi due mesi. (..) Non esiste a oggi alcun motivo immaginabile per cui questi vaccini possano causare problemi a lungo termine». Infine, ha confermato che si sta lavorando anche a farmaci anti Covid. A tal proposito, a ottobre verranno approvati nuovi anticorpi monoclonali utili anche per la prevenzione in alcuni casi, oltre che dopo il contagio. «Saranno importanti per chi ha problemi al sistema immunitario e non riesce a produrre anticorpi con la vaccinazione». Ma arriveranno anche i dati sui nuovi farmaci antivirali: «Ce ne sono tre allo studio, in pillola, molto facili da assumere. Se sicuri e efficaci, si potranno prendere anche a scopo profilattico, se ad esempio c’è un contagio in famiglia, a scuola o al lavoro».