Trasparenza, etica e sostenibilità. Sono questi i tre aspetti chiave analizzati dalla Fondazione Etica nell’ambito della ricerca commissionata dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro.
La ricerca ha preso in considerazione un campione di 342 aziende di Cavalieri del Lavoro nei settori dell’agricoltura, artigianato, commercio, credito, industria e servizi, analizzando sia il quadro normativo di riferimento per il settore dell’imprenditoria privata sia l’applicazione che ne è stata fatta da parte di quelle aziende e che traspare dai rispettivi siti web.
Maurizio Sella, Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, ha dichiarato: “Le imprese guidate dai Cavalieri del Lavoro costituiscono un modello importante per la capacità di generare benessere condiviso e di tradurre in pratica i valori della trasparenza, che significa anche lotta alla corruzione, dell’etica di impresa e della sostenibilità. Caratteristiche che hanno permesso negli ultimi anni di ottenere risultati superiori in termini di occupazione e di fatturato rispetto alle imprese concorrenti. Si tratta di dati rilevanti perché le aziende sane, che producono utili e creano occupazione, portano valore aggiunto e migliorano la reputazione del Paese, aumentandone la credibilità a livello internazionale e rappresentando un volano di impatto positivo di lungo periodo”.
“I risultati mostrano come le aziende si impegnino quotidianamente a tenere conto di numerose leggi e regolamenti anche complessi sulla trasparenza e sulla sostenibilità. Ciò fa risaltare ancora di più il merito delle tante capaci di andare oltre il mero adempimento formale. Sono aziende che hanno dimostrato di non aver ceduto alla tentazione del cosiddetto social washing, insito, talora, nella pubblicazione di “bollini”: al contrario, hanno compreso la validità e la convenienza del fare azienda in modo sostenibile. Forse un costo nell’immediato, ma sicuramente un investimento nel medio-lungo periodo” – ha aggiunto Paola Caporossi, Vicepresidente e Fondatrice Fondazione Etica.
Il risultato principale da sottolineare è che un terzo del campione analizzato ottiene una valutazione positiva o molto positiva. In particolare, il 10% delle aziende raggiunge addirittura l’eccellenza, dimostrando di aver ripensato l’intera attività economica sulla base della sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Dunque, la sostenibilità risulta con chiarezza non una semplice aggiunta per fare marketing su temi ora alla moda, ma un investimento complessivo sul modo di concepire l’azienda nel suo rapporto con la comunità a 360 gradi.
Un quarto del campione presenta margini di migliorabilità a fronte di altrettante aziende che pur avendo investito sui tre temi analizzati ha scelto di non parlarne all’interno del sito aziendale, secondo la logica del fare senza annunciare. Il settore aziendale sembra incidere sui risultati dell’analisi solo a seguito della diversa interferenza normativa: il credito, ad esempio, dimostra percentuali importanti di attenzione a trasparenza, etica e sostenibilità, anche perché in questo incanalato da stringenti obblighi normativi. Non sembra rilevare, parimenti, neppure la dimensione aziendale.
Tra gli indicatori di trasparenza e anticorruzione figurano tra gli altri, l’adozione di: Modello 231 di organizzazione e gestione, Codice Etico, Codice di Condotta, Whistleblowing, Rating di legalità, Patto di integrità, White list, Certificazione ISO 37001. Tra gli indicatori di Sostenibilità e ESG, l’adesione a: Bilancio sociale, ISO 26000, Responsabilità sociale d’impresa (CSR), principi di sostenibilità ESG, sostenibilità ambientale e sociale, United Nations Sustainable Development Goals.
Per ciascun indicatore di trasparenza e sostenibilità adottato dall’azienda è stata verificata la presenza sul sito web aziendale di documenti, tenendo conto della loro facilità di individuazione, della loro fruibilità per gli stakeholder, della loro completezza e aggiornamento cronologico. Lo studio, pertanto, non si limita a contare il numero di indicatori presenti sui due temi qui di interesse, ma ne valuta l’accessibilità e la valutabilità per l’osservatore esterno.
Le imprese dei Cavalieri del Lavoro costituiscono un modello anche grazie alla capacità di tradurre in pratica i valori della trasparenza, dell’etica di impresa e della sostenibilità, innestando proprio su questi valori le opportunità di crescita. La pubblicazione di questo studio può contribuire a un cambio di mentalità, per trasformare gli adempimenti formali di anticorruzione, di trasparenza o di sostenibilità ambientale in occasioni di accountability e valorizzazione sostanziale delle attività di impresa.
Trasparenza, etica del lavoro e sostenibilità non sono infatti solo i pilastri delle imprese, ma anche cardini attorno a cui ruota l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro. I requisiti richiesti per la concessione dell’onorificenza al merito del Lavoro riguardano da un lato i meriti di impresa, compresa la necessità di aver sempre tenuto una specchiata condotta civile e sociale, l’aver adempiuto a tutti gli obblighi contrattuali e aver contribuito a generare lavoro e crescita economica.