Cavalleria rusticana è un’opera in un unico atto di Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci ispirata all’omonima novella di Giovanni Verga. Si tratta del primo lavoro di Mascagni, annoverato anche tra i più rinomati del celebre compositore toscano. L’opera, rappresentata per la prima volta il 17 maggio 1890 presso il Teatro Costanzi di Roma, ottenne fin da subito un successo straordinario. Tutto iniziò nel 1888, quando l’editore Edoardo Sonzogno bandì un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che ancora non erano riusciti a portare a teatro una loro opera lirica. La condizione per partecipare era univoca: essenziale che il componimento contasse un unico atto. A giudicarle, una giuria composta da cinque esperti musicali a cui toccò il compito di scegliere le tre opere migliori che successivamente sarebbero state rappresentate a Roma. Mascagni decise di partecipare con la complicità dell’amico Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno. La collaborazione vide coinvolto anche Guido Menasci, giornalista e storico dell’arte livornese. 73 le composizioni sottoposte alla giuria di esperti, ma soltanto tre di esse, alla fine, vennero selezionate.
Cavalleria rusticana, un’opera dal successo internazionale
La Cavalleria rusticana di Mascagni approdò a teatro il 17 maggio 1890. La location prescelta fu il Costanzi di Roma, dove la piéce ottenne per la prima volta un riscontro ottimo da parte di pubblico e critica. Un successo senza precedenti, in definitiva, per il compositore e direttore d’orchestra, che molti anni dopo superò anche i confini nazionali. Nel dicembre del 1917, infatti, l’opera venne rappresentata al Teatro Reale di Madrid, e lì conquistò anche il popolo spagnolo. Ad oggi si stima che la Cavalleria rusticana sia stata portata in scena oltre quattordicimila volte in Italia.
Cavalleria rusticana: significato e trama
Cavalleria rusticana è anzitutto una storia di povertà. ‘Cavalleria’, in particolare, indica il portamento nobile e generoso tipico dei cavalieri feudali, mentre l’attributo ‘rusticana’, in contrapposizione con esso, sta a significare che quel modo di presentarsi viene in qualche modo rivissuto ed emulato dai poveri abitanti della campagna. La vicenda si svolge a Vizzini, un piccolo paese della Sicilia. Turiddu, il protagonista, è innamorato della bella Lola, ma alla sua partenza per il militare lei si sposa con Alfio, il carrettiere. Quando Turiddu torna, preso dall’orgoglio, inizia a fare la corte a Santuzza. Ma ben presto scopre che non è un buon modo per dimenticare Lola, la quale peraltro lo asseconda accettando di rivederlo. Scoperta la tresca, Santuzza si sente umiliata e decide di affrontare Turiddu. Quest’ultimo, in preda all’impazienza, la getta a terra e va via. A quel punto Santuzza decide di vendicarsi, e comunica ad Alfio che sua moglie lo tradisce. Per tutta risposta, Alfio si reca da Turiddu e i due si sfidano a duello. Il finale è particolarmente doloroso, con Turiddu che viene ucciso.