La Sardegna si trova a fare i conti (anche) con le cavallette. Il caldo torrido scatena la furia di milioni di locuste che stanno devastando 30mila ettari di coltivazioni nell’isola divorando i raccolti delle campagne. Dalla piana di Ottana in provincia di Nuoro – fa sapere Coldiretti – l’invasione è arrivata al Marghine, lungo il Tirso verso il Goceano in provincia di Sassari a Ozieri e poi verso Sedilo in provincia di Oristano.
E a questi ritmi – spiega sempre Coldiretti – si rischia entro poche settimane la distruzione di cinquantamila ettari, contro i duemila del 2019. Le aziende – continua Coldiretti – saranno quindi costrette a non coltivare i campi proprio in un momento in cui l’Italia, ha bisogno di potenziare al massimo la propria capacità produttiva per fare fronte agli effetti della guerra in Ucraina.
E non è tutto. Gli agricoltori infatti si troveranno a dover fronteggiare importanti cali di fatturato. Dalle colonne de Il Sole 24 Ore, Ettore Crobu, presidente dell’ordine dei dottori agronomi dal 2009 al 2021 e oggi docente di scienze agrarie all’istituto Duca degli Abruzzi di Elmas, prospetta pesanti ricadute. “Se prendiamo in considerazione la stima di Coldiretti che parla di 50 mila ettari a rischio di distruzione – dice -, non possiamo che dedurre un danno complessivo da 50 milioni di euro, ossia, circa mille euro a ettaro. Ma si tratta di una cifra al ribasso”. E questo anche perché le cavallette sono polifaghe – sottolinea Coldiretti – e dunque colpiscono non solo le coltivazioni in campo, ma anche orti e giardini, provocando una vera catastrofe biologica che mette in ginocchio sia centinaia di aziende sia gli allevamenti, che in pochi giorni vedono sparire il foraggio necessario per gli alimenti e si trovano costretti a ulteriori spese per l’acquisto del mangime.
Qualche contromossa però si potrebbe adottare. Oltre all’uso di droni per mappare le aree colpite e all’aiuto degli uccelli che mangiano questi insetti – spiega Coldiretti -, per fermare l’invasione si può procedere alla lavorazione superficiale dei terreni in modo da distruggere una grande parte delle uova che le cavallette depongono a giugno, preferibilmente nei campi incolti. Nelle aree dove la morfologia non permette di arare, si deve invece intervenire con incendi controllati dal Corpo forestale e dalla Protezione civile per distruggere i covi delle locuste. E ancora, si può ricorre all’impiego di specifici insetti anti-cavallette che si nutrono delle uova e di particolari funghi che attaccano le larve. Infine, un aiuto potrebbe venire da una app, in fase di messa a punto, grazie alla quale segnalare tempestivamente la presenza delle locuste nei campi.
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