Sono le ore decisive per la formazione del nuovo Governo Draghi, ma potrebbe essere anche il momento per un ultimo provvedimento del precedente esecutivo, quello uscente di Giuseppe Conte: potrebbe essere convocato domani un Consiglio dei Ministri “ad hoc” per approvare un Decreto legge che proroghi al 5 marzo (giorno di scadenza dell’attuale Dpcm anti-Covid) lo stop agli spostamenti tra le Regioni anche in zona gialla. L’ipotesi è emersa oggi nell’incontro Stato-Regioni dopo che gli stessi Governatori avevano fatto pervenire la richiesta ai Ministri uscenti Boccia (Affari Regionali) e Speranza (Salute) di rinviare ad inizio marzo il possibile “liberi tutti” dai confini regionali, provvedimento in uso fin dalle feste di Natale.



Secondo quanto riportato dalle fonti di Governo al Corriere della Sera, la misura di proroga dello stop alle uscite fuori regione avverrebbe per contrastare l’insorgere delle varianti Covid che non rendono ancora “sicuri” gli spostamenti nonostante i bassi livelli di contagi a livello nazionale. Il Cdm ancora non è stato convocato perché prima dovrà essere sentito il nuovo Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi per capire l’evolversi di timing e agenda dei prossimi giorni. Il Dl Spostamenti scade il 15 febbraio con Regioni e Ministri “rigoristi” che spingono per la proroga almeno fino al 5 marzo, quando poi scadrà il Dpcm: a quel punto toccherà al Governo Draghi capire se e come formulare nuovi provvedimenti anti-Covid.



DPCM, DECRETO E ORDINANZE: CHI DECIDE IN QUESTI GIORNI?

«L’orientamento della Conferenza delle Regioni è di richiedere di prorogare il decreto legge che vieta gli spostamenti da una Regione all’altra, anche per la zona gialla», ha spiegato oggi il Presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini, ribadendo «Nelle prossime ore comunicherò tale orientamento al ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che aveva chiesto il nostro parere nel corso dell’ultima Conferenza Stato-Regioni, oltre che al presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi». Infine, informa il Presidente dell’Emilia Romagna, al nuovo Governo le Regioni chiederanno «un incontro per una discussione a 360 gradi sul nuovo Dpcm, per valutare le possibili graduali riaperture di alcune attività nel rispetto di tutti i protocolli di prevenzione». Resta infatti il “dubbio” giuridico e politico di chi abbia al momento le responsabilità di firmare ordinanze, decreti ed eventuali Dpcm nella fase di transizione tra il Governo precedente del Conte-2 e il nuovo pronto a giurare (tra venerdì e sabato) con Mario Draghi al timone.



In termini di legge, per il divieto dello spostamento tra Regioni serve un decreto legge e l’ipotesi studiata al momento prevede l’intervento diretto del Governo in carica al momento – dunque quello uscente – per formulare un provvedimento “ponte” al prossimo 5 marzo. A quel punto il Governo Draghi sarà già insediato e dunque il nuovo Ministero della Salute con il Premier adotteranno le misure che riterranno opportune per continuare il contrasto alla pandemia: si potrebbe proseguire sulla strada dei Dpcm, oppure propendere per la via più “canonica” dei decreti legge, rimanendo sempre all’interno dello stato di emergenza (in scadenza al 30 aprile 2021). A rigor di legge, il Premier dimissionario Giuseppe Conte potrebbe anche emanare nuovi Dpcm se considerati d’urgenza ma con l’arrivo ormai imminente del nuovo inquilino a Palazzo Chigi difficilmente potranno avvenire decisioni simili, quantomeno senza prima aver informato/concordato per rispetto istituzionale il nuovo Presidente del Consiglio.