DECRETO LAVORO APPROVATO DAL CDM
Dopo un’ora e mezza di riunione il CdM ha approvato il nuovo Decreto Lavoro 1 maggio che pone fine per sempre al Reddito di Cittadinanza dal 1 gennaio 2024: «Primo maggio: il Governo festeggia con i fatti. Anche oggi al lavoro per migliorare la condizione dei lavoratori», spiega sui social la Premier Meloni al termine del CdM. «Circa 3 miliardi di euro vengono destinati al taglio del cuneo fiscale: l’aumento nella busta paga dei dipendenti viene stimato, nel periodo luglio-dicembre, fino a 100 euro mensili di media», recita la nota del Ministero dell’Economia al termine del confronto in CdM. «Il Dl Lavoro è stato approvato, con importanti interventi a sostegno delle famiglie», ha detto la Ministra del Lavoro Marina Calderone uscendo da Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei Ministri. «Abbiamo approvato il pacchetto lavoro. In una giornata dedicata al lavoro e ai lavoratori anche il governo ha introdotto dei provvedimenti importanti, a sostegno delle famiglie con un ulteriore intervento sul cuneo contributivo e un intervento annunciato da tempo per l’introduzione dell’assegno dei inclusione, a favore delle famiglie con condizioni di fragilità», rileva ancora la titolare del Lavoro ai cronisti fuori dal CdM.
Nei provvedimenti varati dal governo «è prevista una misura di attivazione al lavoro in cui l’elemento importante è che chi vuole intraprendere il percorso lo deve fare manifestando la sua volontà e dando una manifestazione di attivazione importante. Chi sarà inserito nei percorsi di formazione avrà un sostegno per la durata del percorso di formazione o una possibilità di fare il servizio civile», conclude Calderone. Confermate tutte le misure in bozza, a partire dal nuovo Assegno di inclusione che scatterà dal 2024 e avrà un plafond di 5,5 miliardi (che arriveranno, a regime, a 6,4 miliardi nel 2033): «Ai fini dell’erogazione del beneficio economico dell’assegno di inclusione è autorizzata la complessiva spesa di 5.472,7 milioni di euro per l’anno 2024, 5.695,0 milioni di euro per l’anno 2025, 5.623,6 milioni di euro per l’anno 2026, 5.733,6 milioni di euro per l’anno 2027, 5.844,7 milioni di euro per l’anno 2028, 5.958,0 milioni di euro per l’anno 2029, 6.073,6 milioni di euro per l’anno 2030, 6.191,4 milioni di euro per l’anno 2031, 6.311,6 milioni di euro per l’anno 2032, 6.434,1 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2033», si legge nella bozza diffusa prima del Consiglio dei Ministri.
TUTTE LE MISURE APPROVATE NEL DECRETO LAVORO: AUMENTI, CUNEO, ASSEGNI
Non è confermata invece la conferenza stampa della Premier Meloni: al momento non vi sono indicazioni ufficiali da Palazzo Chigi sull’incontro con la stampa per illustrare le misure approvate oggi nel tanto discusso (da Cgil, Uil e opposizioni) Decreto Lavoro del CdM 1 maggio 2023. Ecco riassunte le misure approvate nel Decreto Lavoro dal Governo Meloni:
– Assegno di inclusione: come riporta l’Ansa, «stanziati 5,4 miliardi per l’esordio nel 2024, sostituirà il Reddito di cittadinanza. Rivolto alle famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60. Potrà arrivare a 500 euro al mese (630 euro se composta da over 67 o con disabili gravi), cui aggiungere 280 euro mensili se vivono in affitto. Verrà erogato per 18 mesi e potrà essere rinnovato, dopo lo stop di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi. Necessario essere residenti in Italia da almeno cinque anni e avere un Isee non superiore a 9.360 euro. Per avere il beneficio necessario iscriversi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl)».
– Cuneo fiscale: taglio di altri quattro punti percentuali: per i periodi di paga dal 1 luglio 2023 al 30 novembre 2023, sale dall’attuale 2% al 6% per i redditi fino a 35mila euro e dall’attuale 3% al 7% per i redditi fino a 25mila euro.
– Fringe benefit (bonus aziendali non tassati): «solo per il 2023 non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze di acqua, luce e gas, fino a 3 mila euro».
– Strumento Attivazione al Lavoro: per gli occupabili partirà dal 1° settembre 2023, «La partecipazione a corsi di formazione, di qualificazione professionale o a progetti utili alla collettività diventa vincolante. Il beneficio sarà di 350 euro e al massimo per 12 mesi, non rinnovabili».
– Incentivi assunzioni: «Ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’Assegno di inclusione con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, sarà riconosciuto, per 12 mesi, l’esonero del 100% dei contributi previdenziali, nel limite di 8 mila euro annui (al 50% se a tempo determinato o stagionale)».
– Contratti a termine: «Meno vincoli sulle causali per i rinnovi oltre l’anno (fino a 12 mesi non sono richieste) e non oltre i 24 mesi: le causali sono affidate ai contratti collettivi o, in attesa della previsione contrattuale, individuate dalle parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva (in questo caso comunque entro il 31 dicembre 2024)».
– voucher: «Si alza la soglia delle cosiddette prestazioni di lavoro occasionale da 10mila a 15mila euro per chi opera nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e parchi di divertimento».
DECRETO LAVORO OGGI IN CDM 1 MAGGIO: LA BOZZA FINALE DEL GOVERNO
Oggi alle ore 11 è stato convocato dal Governo Meloni il CdM numero 32 (qui l’ordine del giorno) per discutere e approvare in definitiva il nuovo Decreto Lavoro: la scelta simbolica dell’esecutivo di affrontare i nuovi capitoli sul lavoro nel giorno della Festa del 1 maggio è stata a lungo osteggiata tanto dall’opposizione di Centrosinistra quanto dai sindacati, riuniti poi ieri sera a Palazzo Chigi per un confronto franco sul nuovo Dl Lavoro.
Al netto delle “scintille” (che trovate qui sotto nel resoconto a fondo pagina, ndr), Meloni incassa una prima apertura alle misure sul cuneo fiscale da parte dei sindacati nazionali Cgil, Cisl e Uil. La bozza finale è stata presentata dal Governo ai sindacati e prevede diverse novità in merito al taglio dei costi sul lavoro e sulla nuova misura che sostituirà dal 2024 il Reddito di Cittadinanza, ovvero l’Assegno di Inclusione. Ecco qui di seguito le misure in “pillole” contenute nella bozza Dl Lavoro in arrivo oggi al CdM delle ore 11:
– Assegno di inclusione: 5,4 miliardi di spesa dal 1 gennaio 2024, requisiti Isee sotto 9.360 euro; Reddito familiare sotto 6.000 euro annui per nuclei con minorenni; Reddito familiare sotto 7.560 euro annui per nuclei con ultra-67enni e disabili gravi o non autosufficienti
– spesa di 384 milioni di euro per il Reddito di Cittadinanza per l’anno 2023
– tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico sale a 3mila euro
– taglio dei contributi previdenziali fino al 7% per le buste paga da luglio a novembre, costo di 4,1 miliardi di euro
– Strumento di attivazione al lavoro: dal 1 settembre, costerà 276 milioni nel 2023 e 2,1 miliardi dal 2024
LE PAROLE DEI SINDACATI SUL DECRETO LAVORO E SUL CDM 1 MAGGIO
Le misure in arrivo oggi nel Decreto Lavoro sulle quali vi è stata una sorta di apertura di “credito” da parte dei sindacati ieri nel vertice pre-CdM, erano però state precedute da scintille non minime sull’asse Meloni-Cgil-Uil. Ad alzare i toni ci ha pensato in primo luogo il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, intervenuto in tv sabato sera nel programma “Le parole” di Massimo Gramellini: «Io considero un atto un po’ di arroganza e offesa convocare un Cdm il giorno della festa delle lavoratrici e dei lavoratori. Per pensare ai lavoratori hanno tempo 364 giorni l’anno, non capisco perché proprio il primo maggio dovrebbero fare un Consiglio dei ministri», ha detto il leader del sindacato “rosso”, aggiungendo poco dopo «Addirittura ho sentito la premier dire che loro lavorano mentre altri fanno festa, credo che questo sia un modo sbagliato di affrontare, riconoscere e rispettare quelli che lavorano e, giustamente, hanno il primo maggio come festa».
A fargli eco è sceso in campo anche il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri che non lesina critiche al Governo di Centrodestra: «Il Cdm il primo maggio è un atto di propaganda. Nel metodo: c’è un problema, il Governo ci convoca alle 19 su un decreto sul quale probabilmente non sarà possibile fare delle modifiche. Forse è perché dà fastidio che la narrazione sia fatta solo dai sindacati: il governo cerca di andare in concomitanza. E’ un atto legittimo ma è un atto di propaganda». Diverso l’approccio invece della Cisl di Luigi Sbarra che ancora ieri ha lodato la scelta del Governo di fissare il 1 maggio il nuovo CdM per approvare le misure sul lavoro: «Considero veramente importante, utile questo incontro di stasera, se veramente riuscirà a determinare un nuovo cammino di dialogo sociale, di confronto e di condivisione», ha detto il sindacalista Cisl lasciando Palazzo Chigi.
CDM 1 MAGGIO, MELONI AI SINDACATI: “MI SAREI ASPETTATA UN ‘BRAVI’, INVECE…”
Già ieri prima del vertice sul CdM del 1 maggio la Premier Giorgia Meloni aveva risposto per le rime alle critiche della Cgil e della Uil: «Io credo sia un bel segnale, invece, per chi come noi è un privilegiato, onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono», recita la nota di Palazzo Chigi giunta il 30 aprile pomeriggio, aggiungendo poi «vorrei ricordare al segretario Landini che il Primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell’ordine fino ai tecnici che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni». Infine Meloni ripete a Landini e a tutta la Cgil, «se pensa davvero che sia diseducativo lavorare il Primo maggio, allora il concerto dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Noi non la pensiamo così e rispettiamo l’iniziativa della triplice (le sigle sindacali Cgil-Cisl-Uil, ndr), così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro».
Posizioni invece decisamente più concilianti arrivano nel corso dell’incontro tenutosi domenica sera a Palazzo Chigi: «Non è una mancanza di rispetto un Cdm il primo maggio per tagliare il costo del lavoro. È un segnale e mi sarei aspettata un ‘bravi’. Era un modo per dire ‘ci siamo e ci siamo tutti’, una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d’accordo». La priorità del governo, ha poi aggiunto Meloni in vista del CdM 1 maggio convocato oggi, «è alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro. Abbiamo approvato il Def, che ha liberato risorse che abbiamo dedicato completamente a taglio del cuneo fiscale». La Presidente del Consiglio assieme ai Ministri competenti sul Dl Lavoro ha poi spiegato ai sindacati che intendono procedere «alla riforma del Reddito di cittadinanza, per distinguere chi è in grado di lavorare da chi non lo è. Serve un dialogo serio, costruttivo, sia sul lavoro sia su tutte le materie che affronteremo. Il Cdm di domani prenderà provvedimenti utili per il mondo del lavoro, che variamo in un giorno simbolico».