CDM GOVERNO MELONI, SUL TAVOLO LA RATIFICA DELL’ACCORDO CON L’ALBANIA: L’ORDINE DEL GIORNO

È in corso il CdM del Governo Meloni dove verrà approvato il ddl per la ratifica del protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti: poco dopo le ore 16 la Presidente Meloni con tutti i Ministri si sono riuniti a Palazzo Chigi dopo che già nel pre-Consiglio ieri erano stati sciolti tutti gli ultimi dettagli sull’accordo siglato lo scorso 6 novembre a Roma tra la Premier e l’omologo albanese Edi Rama.



La decisione sulla ratifica era stata annunciata dal vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani nel suo discorso in Parlamento lo scorso 21 novembre, davanti alle richieste delle opposizioni in merito ai contenuti dell’accordo firmato con l’Albania: «è intenzione del Governo in tempi rapidi di presentare alle Camere un disegno di legge di ratifica sul Protocollo per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria». In generale sulla riforma del Patto europeo di migrazione e asilo «è importante arrivare all’approvazione di un testo condiviso», ha detto poi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ieri sera alla riunione del gruppo di Berlino. «La discussione si è articolata su molti punti che riguardano un bilanciamento tra quella che è la vocazione di tutti di essere attenti a quelli che sono gli elementi di dignità delle persone, di rispetto dei diritti umani ma intransigenti su quello che è il contrasto ai traffici di esseri umani. Sono molto fiducioso. Nei prossimi giorni ci saranno appuntamenti a Bruxelles che faranno sintesi di quello che abbiamo detto. Ho registrato un clima positivo, di grande convergenza», ha sottolineato ancora il titolare del Viminale.



Nel CdM in corso questo pomeriggio, il Governo affronta anche altri punti all’ordine del giorno diffuso: l’esame definitivo del disegno di legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità, il decreto legislativo sulla riqualificazione dei servizi pubblici per l’inclusione e l’accessibilità in attuazione della legge delega sulla disabilità. Come riportano fonti di Governo all’ANSA, è prevista durante il CdM anche la videoconferenza per le udienze con i magistrati di Roma, che dovranno pronunciarsi sui ricorsi presentati dai migranti, a partire da quelli sul respingimento delle richieste di asilo. A questa pagina verrà pubblicato il comunicato del Governo non appena redatto e approvato dal CdM.



COSA PREVEDE L’ACCORDO ITALIA-ALBANIA SUI MIGRANTI: IL PROTOCOLLO FIRMATO DALLA PREMIER MELONI

È ovviamente però il Protocollo Italia-Albania ad attirare le maggiori curiosità in merito ai temi affrontati oggi in Consiglio dei Ministri: innanzitutto perché nel ddl di ratifica sono inserite le coperture finanziarie e le prime norme attuative del protocollo tra Italia e Albania sulla gestione dei migranti. L’accordo tra Roma e Tirana prevede in sostanza, con la durata di 5 anni complessivi, il progetto di realizzare in Albania le strutture di accoglienza migranti previste al porto di Shengjin (all’altezza di Bari, ndr) e nell’area di Gjader, 20 chilometri nell’entroterra albanese. Secondo quanto stabilito nell’esame tecnico approvato nel pre-CdM lunedì, è stato deciso che nella prima struttura saranno portati migranti caricati nel Mediterraneo a bordo di navi italiane, in base alle schede contenute nel protocollo. La struttura di Gjader invece è quella per l’accertamento dei presupposti per la protezione internazionale e per il rimpatrio dei migranti che non hanno diritto a entrare e stare in Italia.

Resta da capire invece il numero dei migranti interessati al Protocollo Italia-Albania: l’accordo infatti chiarisce che le strutture possono ospitarne massimo 3mila contemporaneamente, mentre Meloni durante la firma con Rama ha parlato anche di 36mila complessive ogni anno, «contando su procedure portate a termine in quattro settimane». «I migranti possono essere trattenuti oltre i 28 giorni anche in Albania. Il massimo consentito dalla legge italiana è 18 mesi», ha sottolineato prima del Consiglio dei Ministri il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Le strutture albanesi saranno in piena esclusiva giurisdizione italiana con oneri a carico al 100%: l’Italia dovrà costituire un fondo di garanzia e, come anticipo dei rimborsi per il primo anno, entro tre mesi dall’entrata in vigore dell’intesa, e dovrà versare 16,5 milioni di euro nel conto speciale di tesoreria statale aperto dall’Albania.