COSA HA DECISO IL CDM
Il nuovo Decreto Covid avrà valore dal 7 al 30 aprile, con diverse conferme e poche novità rispetto agli ultimi due provvedimenti del Governo Draghi (Dpcm 2 marzo e Dl Covid 13 marzo): così il Cdm ha deliberato importanti decisioni che ancora per l’intero mese di aprile coinvolgeranno la vita, la scuola e il lavoro della popolazione. Il braccio di ferro principale, quello tra Cdx e “rigoristi” si è risolto con un compromesso voluto dal Presidente del Consiglio, con l’inserimento di un meccanismo (facoltativo e non vincolante) per poter decidere in sede Cdm futuri eventuali allentamenti e riaperture laddove i dati epidemiologici lo consentirebbero. Per tutto il resto, ecco qui di seguito in pillole i provvedimenti presi dal Governo Draghi nel Consiglio dei Ministri numero 10:
DECRETO COVID
– Conferma regole Dpcm 2 marzo e Decreto Covid 13 marzo: no zone gialle; zona rossa con incidenza di contagi (superiori a 250 casi ogni 100mila abitanti); spostamento verso amici/parenti nel Comune solo una volta in zona arancione
– riaperture: «possibilità entro il 30 aprile di apportare modifiche alle misure adottate attraverso specifiche deliberazioni del Consiglio dei Ministri»
– Scuola: in presenza anche in zona rossa fino alla prima media; superiori e 2^-3^media con 50% Dad in zona arancione e 100% in zona rossa
VACCINI
– scudo penale per «personale medico e sanitario incaricato della somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2, per i delitti di omicidio colposo e di lesioni personali colpose commessi nel periodo emergenziale, allorché le vaccinazioni siano effettuate in conformità alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative»
– obbligo vaccini per personale medico, sanitario e farmacisti: assegnazione a diverse mansioni o sospensione della retribuzione in caso di rifiuto
CONCORSI E PROROGHE
– dal 3 maggio 2021 i concorsi riprenderanno in presenza nel rispetto delle linee guida del Comitato tecnico-scientifico
– «deroghe per lo svolgimento dei concorsi pubblici prevedendo lo svolgimento di una sola prova scritta e una orale, con modalità decentrate. Si prevedono inoltre modalità ulteriormente semplificate (prova orale facoltativa) per i concorsi relativi al periodo dell’emergenza sanitaria e la possibilità a regime per le commissioni di suddividersi in sottocommissioni. È esclusa l’applicazione delle procedure derogatorie per il personale in regime di diritto pubblico»
– concorso magistrato: ok a prove in presenza, in deroga a regole anti-Covid
Per tutti gli altri provvedimenti del Governo Draghi nell’ultimo Cdm (trasporto marittimo, potere sostitutivo, Composizione del Governo, Interventi nei giudizi di legittimità costituzionale, testo unico enti locali, Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, Consiglio Giustizia amministrativa Regione Sicilia, nomine, leggi regionali) rimandiamo al comunicato stampa di Palazzo Chigi qui in forma integrale.
I PROVVEDIMENTI NEL DECRETO COVID
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Decreto Covid che entrerà in vigore con le regole anti-contagio dal 7 al 30 aprile prossimo: tutto confermato rispetto alla bozza “entrata” in Cdm, anche se restano le distanze tra le diverse anime del Governo in merito al tema delle riaperture. Non ci saranno zone gialle fino al prossimo 30 aprile, anche se sono ammesse delle deroghe previste dallo stesso testo del Dl: settimanalmente la Lega si dice pronta a chiedere al Governo una deroga – prevista dal Decreto – per tutti quei territori con numeri e dati da zona gialla. Passa dunque la mediazione voluta dal Premier Draghi, escludendo ovvero l’automatismo delle riaperture ma ammettendo questo meccanismo che permetterà deroghe al Cdm senza passare da nuovo Decreto prima del 30 aprile.
Confermate le norme su scudo penale ai somministratori dei vaccini, l’obbligo per sanitari e farmacisti di vaccinarsi (con cambio mansioni per chi si rifiuta), la norma sblocca-concorsi pubblici (dal 3 maggio in poi). Secondo fonti della Lega riportate dall’Agenzia ANSA, ci sono stati vari contatti fra il segretario Matteo Salvini e il premier Mario Draghi sulla gestione dell’emergenza sanitaria: «Nessuno screzio – fa sapere il Carroccio – ma la Lega è convinta della necessità di seguire i dati scientifici». Nelle ultime ore, ci sarebbe stato anche un confronto di persona tra Salvini e il ministro della Salute, Roberto Speranza. «Soddisfazione per un decreto legge che mette la tutela della salute al primo posto», fa sapere il Ministro della Sanità al termine del Cdm, «C’è l’impegno di tutto il governo a lavorare, in sede di conversione del decreto, ad una protezione legale per il personale sanitario impegnato nell’emergenza che vada oltre la semplice norma approvata oggi che riguarda le vaccinazioni».
LA BOZZA DEL DECRETO COVID: TUTTE LE NOVITÀ
No zone gialle fino al 30 aprile
, ma possibili allentamenti in base a contagi e vaccini; scuola in presenza fino alla 1ª media senza possibilità di deroga per i governatori; vaccino obbligatorio per gli operatori sanitari e farmacisti: sono questi i punti chiave della bozza Decreto Covid presentato poco fa a Palazzo Chigi per l’inizio del Cdm. Il Premier Draghi avrebbe ottenuto una sintesi-compromesso sul punto cardine dell’intera discussione di questi giorni, ovvero le riaperture: non ci sarà un “automatismo” all’interno del Decreto (“vittoria” per la linea Speranza) bensì un meccanismo (passa così in parte la linea degli “aperturisti” in quota Cdx) per normare le eventuali riaperture nelle prossime settimane.
Secondo le anticipazioni della bozza fatta circolare all’Agenzia ANSA, «In ragione dell’andamento dell’epidemia, nonché dello stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini di cui all’articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, con particolare riferimento alle persone anziane e alle persone fragili, con deliberazione del Consiglio dei ministri, sono possibili determinazioni in deroga alla norma che per tutto il mese di aprile applica la zona arancione anche alle Regioni che abbiano dati da zona gialla». La bozza dunque prevede che si applichino solo misure da zona arancione e rossa, ma dispone per il Cdm anche la possibilità di prevedere deroghe nel caso di bassi contagi e dati particolarmente buoni della campagna di vaccinazione, senza un limite di data fissato. Il provvedimento in via di licenziamento del Governo Draghi prevede anche lo scudo penale per i somministratori di vaccino e la norma delicata sull’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari: «avranno l’obbligo di vaccinarsi gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali». Il Decreto Covid prevede che la vaccinazione per quelle categorie sia requisito «essenziale» e dunque è previsto «lo spostamento a mansioni, anche inferiori con il trattamento corrispondente alle mansioni esercitate. Se ciò non è possibile, per il periodo di sospensione non è dovuta retribuzione». In merito alla norma “sblocca-concorsi PA” richiesta dal Ministro Brunetta, il Decreto Covid stabilisce che i concorsi pubblici possano tornare in presenza dal 3 maggio 2021. Da ultimo, fronte scuola: «dal 7 aprile al 30 aprile 2021, è assicurato in presenza sull’intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65 e dell’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado». In zona arancione seconda-terza media sarà al 100% in presenza, in Dad invece per le zone rosse; alle superiori invece, 50% Dad in zona arancione, 100% per la zona rossa.
SALVINI VS SPERANZA: “ADEGUARSI ALLA SCIENZA E SEGUIRE I DATI”
«Su aperture e chiusure nell’Italia del coronavirus, noi sosteniamo la linea Draghi, che ha detto che ci riferiamo ai dati scientifici: se i dati portano a zona rossa si chiude, se a zona gialla si apre»: così il leader della Lega Matteo Salvini introduce il tema centrale del prossimo Consiglio dei Ministri. Intervenendo a margine della conferenza stampa alla Camera, l’ex Ministro aggiunge «Dire a oggi che tutto è rosso non ha senso, sono pronto su questo a confrontarmi con il ministro Speranza. Dopo Pasqua – conclude Salvini – guardiamo i numeri, se il calo prosegue per altri dieci giorni cosa diciamo il 15 aprile. Conto che il Cdm prenda atto di quello che dice la scienza».
Secondo quanto preparato finora nella bozza del Decreto Covid, non vi sarebbe un ritorno della zona gialla se non da maggio, mentre potrebbe esserci quel meccanismo che porti da metà aprile-20 aprile in poi un via libera per aperture di bar-ristoranti (a pranzo) e teatri-cinema prima del coprifuoco. Si discuterà fino all’ultimo della norma che obbliga i sanitari a vaccinarsi, previa sospensione dello stipendio (ma il nodo costituzionale non è da poco) mentre dovrebbe essere certo lo scudo penale per i somministrato di vaccini: infine, il Governo valuta anche l’estensione dell’ordinanza del Ministro Speranza sui viaggi all’estero fino al 30 aprile. Ricordiamo al momento fino al 6 aprile è possibile andare all’estero in Europa ma con tampone negativo in partenza, quarantena di 5 giorni al rientro e ulteriore tampone negativo al termine.
IL BRACCIO DI FERRO SULLE RIAPERTURE
Il braccio di ferro tra “rigoristi” e ‘aperturisti” continuerà per tutto il giorno, sia nella cabina di regia politica che precederà il Cdm e sia poi nella riunione delle 17.30 (salvo modifiche) dove andrà licenziato il nuovo Decreto Covid: il punto è sempre lo stesso, immettere un meccanismo o automatismo per valutare riaperture dal 15-20 aprile in poi. Pd-LeU-M5s si schierano con il Ministro Speranza nel tenere la barra delle chiusure dritta fino al 30 aprile, valutando troppo pericoloso anche solo azzardare qualche allentamento; di contro, Lega-FI-Italia Viva si oppongono e con i ministri Giorgetti e Gelmini proveranno a far valere le proprie istanze contento sulla mediazione del Premier Draghi che ancora lunedì si è detto favorevole ad un meccanismo che programmi le riaperture in un Paese sfiduciato e in crisi.
Al momento, secondo le ultime anticipazioni emerse da fonti di Governo all’ANSA, non dovrebbe essere inserito un automatismo bensì un “meccanismo di revisione” delle misure che dia concretezza di riaprire laddove dati e condizioni lo permettano da metà aprile in avanti. «Vedremo come finirà, bisogna sempre passare dal Cdm», racconta un ministro “rigorista” all’ANSA, non escludendo che la norma per le aperture salti all’ultimo. Ci sarà invece la norma che dovrebbe obbligare al vaccino ogni personale sanitario, con le anticipazioni che pongono all’attenzione una condizione molto dura: il decreto indicherà delle sanzioni per chi rifiuta il vaccino, non ci sarà il licenziamento ma la sospensione dello stipendio per un tempo congruo all’andamento della pandemia. Infine, vi sarà anche la conferma dell’ordinanza Speranza su quarantena-viaggi all’estero pubblicata in emergenza ieri dopo le polemiche mediatiche per le “disparità” tra viaggi all’estero e viaggi in Italia tra le Regioni.
DL COVID OGGI IN CDM
A pochi giorni dalla Pasqua il Governo Draghi con il consueto anticipo che lo ha contraddistinto rispetto alla precedente gestione della pandemia Covid-19 punta ad approvare il nuovo Decreto Covid con le regole-restrizioni in vigore dal 7 al 30 aprile 2021: per questo motivo è stato convocato un nuovo Consiglio dei Ministri (il numero 10 dell’era Draghi) alle ore 17.30 con la bozza del Dl Covid che verrà presentata ai Ministri assieme alla norma per lo sblocco dei concorsi pubblici e a quella che dovrebbe porre l’obbligo vaccinale per i sanitari.
Lo schema delle misure dovrebbe mantenere l’impianto del precedente Decreto (in scadenza al prossimo 6 aprile, ndr) con una novità fondamentale ottenuta dal pressing del Centrodestra in Cdm: il nuovo provvedimento prevederà un meccanismo “automatico” che dal 20 aprile prossimo potrebbe portare alla riapertura di alcune aree del Paese laddove i dati Covid siano considerati “molto positivi”. Prima però di quella data, l’Italia resterà in zona “arancione” o “rossa” senza il ricorso alla “bianca” o “gialla”: Palazzo Chigi ha confermato ieri lo studio dell’automatismo che potrebbe portare un allentamento delle misure con ritorno a “zone di giallo” dal 20 aprile in poi.
DECRETO COVID, LE REGOLE IN BOZZA
Per il resto delle misure, l’impianto del Decreto Covid in arrivo oggi in Cdm è una quasi totale conferma delle dure misure già adottate dal Decreto 13 marzo-6 aprile: coprifuoco tra le 22 e le 5, divieto di spostamenti tra Regioni, no zone gialle (Italia misto rossa-arancione), chiusure locali, bar, palestre, cinema, musei, teatri fino ad inizio maggio. Lo schema voluto è il parallelo chiusure-piano vaccini accelerato dopo l’imprinting dato dal commissario Figliuolo che dovrebbe portare a 500mila somministrazioni attorno alla metà di aprile per uscire al più presto dalla morsa del lockdown, come già sta sperimentando l’Inghilterra. Ecco dunque l’impianto principale della bozza finora emersa del Decreto Covid che entrerà in vigore dopo la Pasqua dal 7 aprile 2021 fino al 30 aprile, salvo modifiche che potranno essere apportate in Consiglio dei Ministri e in Parlamento in sede di conversione:
RIAPERTURE DOPO IL 20 APRILE
Dopo il pressing del Centrodestra, Draghi ha accettato di inserire il meccanismo per le riaperture dopo il 20 aprile: nelle zone “gialle” che verranno individuate dal monitorato dei dati Covid, bar e ristoranti potranno riaprire a pranzo fino alle 15-16
SCUOLA
Dal 7 aprile riaprono le scuole elementari e prima media in presenza anche in zona rossa, con la conferma del 50% di Dad (didattica a distanza) per le zone arancioni: nel decreto Covid ci sarà proprio una norma che vieta ai governatori regionali di chiudere le scuole fino alla prima media, a prescindere dalla fascia di colore in cui la loro Regione sarà inserita. Il dibattito sul ritorno in classe anche per gli studenti più grandi resta permanente, con la richiesta della Lega di poter portare anche gli altri studenti fuori dalla Dad almeno da metà aprile in poi
CINEMA-TEATRI
L’apertura del 27 marzo è stata cancellata e non sembra al momento prossima la ripresa per questo settore: si ipotizza però nelle eventuali zone gialle rafforzate la riapertura con ingressi contingentati e prenotazioni come avvenuto fino a ottobre scorso
BAR-RISTORANTI
Per il momento restano chiusi sia in zona arancione che in zona rossa, consentita solo la vendita con asporto di cibi e bevande dalle 5 alle 22 (fino alle 18 per bar senza cucina) mentre il delivery è sempre permesso. Con l’ipotesi di “zona gialla rafforzata” si potrebbe aprire a pranzo e fino alle 15-16
PISCINE-PALESTRE-SPORT
Situazione simile per i cinema, anche nel mondo dello sport amatoriale permane la chiusura fino a maggio salvo l’introduzione della zona gialla: è possibile invece l’attività motoria individuale all’aperto (camminata, bici e corsa)
NORMA OBBLIGO VACCINI SANITARI
Non è invece ancora chiaro se sarà direttamente nel Decreto Covid o con una norma ad hoc a latere, il provvedimento per i cosiddetti “operatori sanitari no vax” già spiegato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nell’ultima conferenza stampa di venerdì scorso: «Scudo penale per i vaccinatori e obbligo vaccinale per il personale sanitario in corsia. Domani (oggi, ndr) deve essere la volta buona. Ora il Governo Draghi può segnare il punto decisivo nella battaglia contro il Covid-19, che ha visto, come nelle peggiori guerre, dolorosissime perdite tra le famiglie italiane», ha spiegato ieri il sottosegretario alla Salute in quota Noi con l’Italia, Andrea Costa.
«Tuteliamo dunque coloro che, al servizio del Paese, si occupano dell’indispensabile somministrazione dei vaccini anti Covid ai nostri concittadini e contemporaneamente garantiamo la salute e la sicurezza di tutti, pazienti e personale sanitario, attraverso un obbligo rispettoso di scienza e coscienza», conclude il sottosegretario anticipando le norme contenute nel Consiglio dei Ministri odierno. Molto netta anche la presa di posizione della Fiaso (Federazione Aziende Sanitarie e Ospedaliere): «Il rifiuto di vaccinarsi da parte degli operatori delle strutture sanitarie rappresenta un tema centrale per la corretta gestione del rischio clinico e che vada affrontato come tale, con tutti gli strumenti a disposizione. L’obbligo deve essere imposto, pena la sospensione e il licenziamento». Si studia ancora come valutare la norma studiata dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia: probabile l’imposizione di un “cambio mansione” per i sanitari che non vorranno vaccinarsi, in modo da non poter contagiare pazienti sani in ospedali o Rsa.