«Il CdM approva all’unanimità gli aggiustamenti tecnici proposti dal governo. Regime transitorio ampio fino al 2024 e regime speciale per reati di mafia terrorismo violenza sessuale e droga»: così spiega sui social la portavoce del Premier Draghi, Paola Ansuini, annunciando la fine del Consiglio dei Ministri e l’approvazione all’unanimità della “nuova” riforma Cartabia sulla giustizia penale. Dopo una lunghissima fase di scontri e tensioni interne alla maggioranza, il percorso iniziato 3 anni fa con la riforma Bonafede viene portato a termine e nel giro di pochi giorni dovrebbe trovare (con voto di fiducia) il via libera anche in Parlamento.
«Per i processi di appello che comprendono reati con l’aggravante mafiosa ci saranno 6 anni di tempo. I processi invece per 416 bis e ter (associazione a delinquere di stampo mafioso) non è previsto alcun limite di tempo», spiega il Corriere della Sera citando le parti del nuovo testo apportate in CdM. Per i processi di mafia il M5s ottiene una sorta di “regime speciale”, dopo aver minacciato di far saltare il banco nella prima parte del Consiglio (per quello sospeso da Draghi). «Fiducioso, ora M5s compatto in Aula», è il commento a caldo dell’ex Premier Giuseppe Conte, soddisfatto dell’accordo trovato con Cartabia e Palazzo Chigi. Ora resta d capire quale sarà la road map sui tempi parlamentari: in serata la conferenza dei capigruppo alla Camera dovrebbe stabilire il calendario, anche se il M5s avrebbe chiesto – rivela il capogruppo FdI Lollobrigida – lo slittamento all’inizio della prossima settimana, mentre Draghi punta ad anticipare i tempi già in questo weekend convocando straordinariamente l’Aula di Montecitorio sabato e domenica.
SOSPESO IL CDM: CAOS M5S SU PRESCRIZIONE
Il Consiglio dei Ministri è stato sospeso dopo 2 ore dal suo inizio (già in ritardo): non c’è ancora la piena intesa sulla riforma della giustizia, con i Ministri M5s che prima non si sono presentati, poi hanno minacciato l’astensione e infine hanno ottenuto una “pausa” per ridiscutere la parte della riforma Cartabia sul fronte mafia-terrorismo. La proposta del governo per rivedere la riforma non ha convinto il M5S, riunito pre-CdM con il leader in pectore Giuseppe Conte: «non sarebbero inclusi i reati commessi ‘per agevolare le associazioni mafiose’, quelli dell’articolo del codice 416bis.1», spiegano fonti grilline all’Adnkronos. Gli stessi vertici M5s aggiungono poi, «I processi che riguardano i reati del 416bis.1, che agevolano l’attività delle associazioni di tipo mafioso o si avvalgono dell’appartenenza alla mafia oltre al concorso esterno, non possono concludersi con un nulla di fatto. Cioè sulla mafia non si transige. Per intenderci – concludono le fonti – si tratta di casi come il tentato omicidio, corruzione, tentata strage, estorsione, riciclaggio, sequestro di persona commessi per agevolare la mafia».
Secondo quanto invece trapelato dall’Agenzia ANSA, nella bozza sulla prescrizione “ritoccata” un’ultima volta si sarebbero proroghe per i processi di mafia anche oltre i 3 anni. Tempi più lunghi per l’improcedibilità dei reati di mafia, terrorismo, violenza sessuale, droga: con in più la norma transitoria fino a tutto il 2024 per l’entrata a regime della nuova prescrizione. E’ questa la mediazione sulla quale si esprimerà il CdM non appena verrà ripreso, per poi portare il testo in Parlamento per l’approvazione con tempi molto stretti. «Il termine di improcedibilità in Appello può salire da 2 a 3 anni e in Cassazione da 1 anno a 18 mesi per i giudizi “particolarmente complessi”.Ma ulteriori proroghe della stessa durata “possono essere disposte” per i delitti di terrorismo o eversione, per associazioni di tipo mafioso (art.416 bis), per scambio elettorale politico-mafioso (art.416 ter), per violenza sessuale, per le associazioni per spaccio di stupefacenti», è quanto contenuto nella bozza visionata da ANSA da fonti di Governo.
CDM OGGI: TUTTI I NODI SUL TAVOLO
Alle ore 11.30
è stato convocato il Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi per discutere della riforma della Giustizia (“aggiornata” rispetto al via libera di 3 a fa), ma anche per fissare la data delle Elezioni Amministrative in autunno. Viste le ultime trattative ancora in corso sul fronte giustizia, non è da escludersi l’ipotesi di un parziale slittamento dell’inizio del CdM per poter giungere ad una piena sintesi nella maggioranza. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha fretta di condurre in porto la riforma Cartabia per rispettare gli impegni presi nel PNRR, arrivando all’approvazione del ddl penale sul taglio dei tempi processuali prima della pausa estiva.
Per farlo però, il Governo è atteso da una road map molto stringente che impone l’approvazione oggi in CdM del testo “emendato” con gli ultimi accordi tra M5s e Palazzo Chigi sul fronte prescrizione, l’invio alla Commissione Giustizia per i voti finali e il mandato ai relatori, l’arrivo poi domani alla Camera per approvare entro domenica il testo finale. A quel punto, la riforma “blindata” di corsa dovrà trasferirsi al Senato per condurre in porto la legge entro la fine della prossima settimana. Per concentrarsi sulla giustizia il Premier ha rinviato alla prossima settimana le discussioni molto delicate sull’estensione del Green Pass sul fronte scuola, trasporti e lavoro, tentando così di trovare più tempo e flessibilità di accordi in una maggioranza tutt’altro che cosa sul fronte vaccini.
DATA ELEZIONI OGGI IN CDM?
Ma nel CdM di oggi non ci sarà solo la riforma Cartabia, da fonti parlamentari raccolte si fa insistente l’ipotesi che già oggi emerga la data per le Elezioni Amministrative (da tenersi tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021): gli scenari sono principalmente due, il 10-11 ottobre oppure la nuova proposta del 3-4 ottobre per convocare i seggi delle Elezioni Comunali in 15 Capoluoghi di provincia e 6 Capoluoghi di Regione. L’accordo tra Lega e Pd ci sarebbe sul 3 ottobre, farle prima in settembre – seppur richiesto inizialmente dai Dem – non vedrebbe i sufficienti tempi tecnici per la chiusura di liste e candidati verso metà agosto.
RIFORMA GIUSTIZIA: CARTABIA-PARTITI, SINTESI VICINA
Nelle ultime ore il telefono di Draghi è rimasto incandescente per i continui colloqui a distanza con i responsabili dei partiti di Governo: Salvini, Letta, Conte, Renzi hanno dato il loro parere in merito ma hanno anche accettato in sostanza una conclusione rapida della “sintesi” della riforma Cartabia, ormai quasi pronta a Palazzo Arenula. Dopo i veti incrociati negli scorsi giorni su improcedibilità, abuso di ufficio e tempi processi sulla PA, l’accordo tra i partiti sembra ormai ad un passo grazie allo sforzo di mediazione messo in campo dal Premier e dalla Ministra della Giustizia. Non si nasconde a Palazzo Chigi l’irritazione per il “gioco al rialzo” del M5s sul Ddl penale, con il “lodo Conte-Draghi” che dovrebbe porre un freno a tale “giochino” e condurre in porto la riforma nei tempi previsti. In questo focus spieghiamo nel dettaglio i contenuti della riforma con “maxiemendamento” della Giustizia, dall’esclusione della improcedibilità per tutti i reati di mafia e di terrorismo fino alla concessione di tempi maggiori per reati contro la Pubblica Amministrazione (3 anni in appello, 1 anno e 6 mesi in Cassazione). La Lega chiede la “blindatura” dei processi per mafia, droga e violenza sessuale, ma lo stesso Salvini si “rimette” alla decisione ultima di Draghi senza porre ostruzionismi né in CdM né in Commissione Giustizia. Conte lasciando ieri sera il Senato ha spiegato ai cronisti che l’accordo sulla riforma della giustizia è vicino, anche se «Noi lavoriamo sempre perché le riforme si facciano e si velocizzino i processi per una giustizia più equa e più efficiente e ovviamente che i processi si celebrino». Dopo l’incontro tra la Ministra e i capigruppo di maggioranza della commissione Giustizia di Montecitorio, Draghi ha preso in mano la situazione per sciogliere la “matassa”, chiedendo ai partiti – informa Sky Tg24 – di ritirare i propri emendamenti e appoggiare il testo finale modificato in Parlamento. Una sintesi di massima è vicina, anche se gli ostacoli alla riforma arrivano non solo dai partiti ma anche da alcune realtà giuridiche come il Csm, l’associazionismo ambientalista e quello antimafia.