Rinviato alla settimana prossima l’esame del decreto Energia, con le norme relative al rinvio del termine del mercato tutelato e gli incentivi per le rinnovabili e le imprese energivore. Non sarà discusso oggi al Cdm, stando a quanto riportato dall’Ansa, che spiega come il decreto, che era indicato nell’ordine del giorno del pre-consiglio, non figura invece nell’odg del Consiglio dei ministri vero e proprio. Dunque, spazio solo al Fisco. In effetti, nelle ultime ore era emerso un giallo in merito al Cdm in programma oggi, lunedì 23 ottobre 2023, alle ore 15:40. Dalla bozza aggiornata, circolata tra le agenzia di stampa, è scomparsa la parte relativa al rinvio da 6 a 12 mesi della fine del mercato tutelato per l’energia elettrica, presente invece nella versione precedente del testo, risalente a sabato. La modifica, secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, sarebbe intervenuta in mattinata, in occasione della riunione del pre-consiglio, che si svolge tra i tecnici per le ultime modifiche ai testi dei decreti che giungeranno successivamente all’esame dei ministri. L’Ue sarebbe contraria al proroga del regime tutelato. Resta quindi la scadenza del 10 gennaio 2024, quando cesserà il mercato tutelato, cioè quelle forniture di energia elettrica e gas naturale con prezzi e condizioni contrattuali definite dall’autorità per l’energia, Arera, destinati ai clienti finali di piccole dimensioni (come famiglie e microimprese) che non hanno ancora scelto un venditore nel mercato libero. Sono sparite anche le norme riguardanti le concessioni per l’idroelettrico.



In effetti, lo stesso ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto aveva parlato di modifiche al decreto energia. «Non sempre si può essere d’accordo ma il confronto porta a un punto di equilibrio. Il decreto di oggi avrà tanti elementi rilevanti, alcuni riguardano correzioni di percorso», aveva dichiarato, come riportato dall’Ansa, citando misure per le imprese energivore su gas ed elettricità. «Alcune parti sono più tecniche, alcune di valenza molto politica». Da due piatti forti del Cdm, si scende a uno. Rimandato quello riguardante l’energia, con misure per la salvaguardia delle famiglie contro i possibili rincari di gas e luce, resta quello sul fisco, con due decreti legislativi nell’ambito della delega fiscale, su adempimenti e versamenti.



BOZZA FISCO, DA DICHIARAZIONE SEMPLIFICATA A SCADENZE

Passiamo allora al fronte fiscale che verrà affrontato in Cdm. Tra le novità la semplificazione della dichiarazione precompilata per tutti, anche ai forfettari. Inoltre, il pagamento con F24 sbarca su Pago Pa. Chi dimentica di indicare un credito d’imposta in dichiarazione non perde più il bonus. Per quanto concerne le compensazioni di crediti d’imposta Iva, il limite per l’obbligo del visto di conformità del professionista scatta da 70mila euro, invece per i crediti Ires, Irpef e Irap il limite sale a 50mila. La bozza del decreto legislativo in materia di adempimenti fiscali sul tavolo oggi del Cdm è formato da 26 articoli per 12 pagine in cui si va dalla semplificazione della dichiarazione dei redditi all’anticipo dal 30 novembre al 30 settembre del termine per la presentazione delle dichiarazioni in materia di imposte sui redditi e di Irap. Quest’ultima modifica permette di anticipare il controllo delle dichiarazioni e, di conseguenza, l’erogazione degli eventuali rimborsi da esso scaturenti. Dal 2025 le dichiarazioni in materia di imposte sui redditi e di Irap potranno essere presentate dal 1° aprile, fermo restando il termine del 30 aprile per la disponibilità della dichiarazione dei redditi precompilata. Disposizione analoga per il modello 770, che potrà essere presentato a partire dal 1° aprile fino al 31 ottobre di ciascun anno. La modifica decorre dall’anno 2025.



Nel 2024 debutterà in via sperimentale una modalità di presentazione semplificata della dichiarazione dei redditi precompilata per dipendenti e pensionati. L’Agenzia delle entrate «rende disponibili al contribuente, in modo analitico, le informazioni in proprio possesso, che possono essere confermate o modificate direttamente dai contribuenti in un’apposita area riservata del sito internet della predetta Agenzia, mediante un percorso semplificato e guidato. I dati confermati o modificati vengono riportati in via automatica nella dichiarazione dei redditi, che il contribuente può presentare direttamente in via telematica». Progressivamente, saranno rese disponibili anche agli intermediari, con modalità definite insieme al garante della Privacy. Nella bozza del provvedimento si legge anche che, salvo casi di indifferibilità e urgenza , dal 1° al 31 agosto e dal 1° al 31 dicembre è sospeso l’invio da parte dell’Agenzia delle entrate di comunicazioni relative ai controlli automatizzati, controlli formali e liquidazioni delle imposte sui redditi assoggettati a tassazione separata e delle lettere di compliance. Anticipato dal 30 novembre al 30 settembre. In Cdm arriva anche l’ampliamento da 25 euro a 100 euro della soglia dei versamenti minimi dell’Iva e delle ritenute sui redditi di lavoro autonomo da pagare entro il 16 dicembre.

COME GOVERNO RIVOLUZIONA IL FISCO: AGENZIA DELLE ENTRATE DOVRA’ MOTIVARE CARTELLE

Il governo da un lato lo Statuto dei diritti del contribuente, dall’altro alleggerisce le sanzioni e cerca di rendere meno complesso il calendario delle scadenze. Per quanto riguarda il primo aspetto, le norme dello Statuto diventeranno principi generali dell’orientamento, quindi si dovrà fare riferimento ad esse in caso di dubbio interpretativo sull’applicazione di una legge. Come evidenziato dal Giornale, l’Agenzia delle entrate dovrà sottostare a maggiori obblighi e giustificare gli atti che invia al cittadino basandosi su dati certi e non, come avviene oggi, sulla presunzione di un comportamento scorretto. Per quanto riguarda la revisione delle scadenze fiscali, ci sarà un calendario certo con tempi certi: basta ingorghi di adempimenti nel periodo estivo e natalizio. Le sanzioni saranno più leggere. L’obiettivo è allineare il nostro Paese al contesto europeo anche quando si parla dell’importo delle sanzioni.

C’è poi l’idea del governo di mettere sul piatto un taglio dell’imposta sui redditi del 50% per cinque anni (più quello del trasferimento) per convincere aziende italiane ed estere che negli anni hanno delocalizzato la produzione a ritornare nel nostro Paese. Ma il governo vuole prevedere una sorta di clausola per tutelarsi da eventuali furberie. Se l’impresa delocalizza la produzione nel periodo interessato dall’agevolazione, non solo dovrà restituire tutte le tasse scontate, ma anche aggiungerci gli interessi.

COSA PREVEDE IL DECRETO ENERGIA: LA BOZZA

Rinviato l’esame del decreto energia, ma approfondiamo su cosa si sta lavorando. Per le bollette è prevista una procedura ad hoc per le fasce considerate vulnerabili, ma anche per la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili, sostegno alle imprese energivore tramite l’uso di energia elettrica autoprodotto o gas italiani a prezzi «ragionevoli». Per quanto riguarda gli impianti di estrazione di gas, sono previste deroghe, ma condizionate da alcuni paletti. C’è un articolo su investimenti per salvaguardare bacini idrografici. Nel decreto energia c’è, come evidenziato dal Sole 24 Ore, una misura per il nodo del passaggio del personale dei call center che attualmente sono impegnati nel settore del mercato tutelato. In Cdm anche norme sui rigassificatori, con un’accelerazione per i progetti di Porto Empedocle e Gioia Tauro, sull’offshore eolico e una nuova deroga per gli impianti che producono energia elettrica a carbone. Si vuole anche sbloccare lo stallo sulle trivelle in Adriatico per migliorare l’approvvigionamento italiano di gas. Si vuole, quindi, mettere in sicurezza il settore, favorendo la transizione verso le rinnovabili e usare strumenti diversi di tutela, diversi dai bonus finora previsti. Sono previsti fondi – 200 milioni l’anno dal 2024 al 2032 – per regioni e province autonome al fine di favorire impianti rinnovabili destinando specifiche aree. Ma il decreto energia punta anche alla creazione di un polo per l’eolico galleggiante. L’obiettivo a lungo termine è di individuare vaste aree marine che, senza impatto sul paesaggio, ospitino piattaforme di eolico fino a 30-50 chilometri quadrati.