Poco dopo le ore 18 il CdM ha approvato all’unanimità il Decreto Lavoro contenente, tra le altre misure (qui sotto la bozza in “pillole”), lo sblocco dei licenziamenti, il rinvio delle cartelle esattoriali, nuovi fondi per Alitalia e la sospensione per il secondo semestre 2021 del cashback. «All’interno di questo decreto ci sono ulteriori strumenti che possono aiutare i lavoratori, ma avrebbero un senso diverso senza l’accordo con le parti sociali, che considero un grandissimo risultato. Mi auguro che quello di ieri sia anche il presupposto per la ripresa di un metodo per affrontare le fide del paese. Il dialogo sociale è una pratica molto importante e utile», ha spiegato all’uscita da Palazzo Chigi il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, il quale ha poi aggiunto nel question time alla Camera «Per il comparto più colpito dalla crisi, il tessile e calzaturiero è in arrivo una ulteriore proroga fino al 31 ottobre del divieto di licenziare e l’erogazione di ulteriori settimane di cassa Covid. Nello stesso tempo assicuriamo ulteriori 13 settimane di cassa straordinaria per tutte le imprese che non hanno più a disposizione strumenti di integrazione salariale».



Tra le altre novità emerse dal testo discusso in Cdm, il Decreto Lavoro prevede che i fondi risparmiati dalla sospensione del Cashback – circa 1,5 miliardi di euro – saranno dedicati alla riforma degli ammortizzatori sociali: «Per l’anno 2022 – si legge nella bozza finale – è istituito nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali un Fondo, con una dotazione di 1.500 milioni di euro destinato a concorrere al finanziamento di interventi di riforma in materia di ammortizzatori sociali». 100 milioni ad Alitalia per il rimborso dei biglietti in vista dell’arrivo della nuova newco “Ita”, ma anche la scadenza del prestito ponte slittata al 16 dicembre: infine, viene incrementato dal 30 al 100% il credito di imposta sulle commissioni dei pagamenti elettronici «addebitate agli esercenti che acquistano, noleggiano o utilizzano strumenti che consentono forme di pagamento elettronico entro il 30 giugno 2022».



LA BOZZA DEL DECRETO LAVORO

Dalle ore 16 in poi è in corso il Consiglio dei Ministri con all’ordine del giorno il Decreto Lavoro diffuso nell’ultima bozza modificata alle agenzie: 7 articoli totali sui quali non dovrebbe esserci particolare scontro tra i Ministri, pronti ad approvarli già oggi pomeriggio. Sblocco licenziamenti (qui sotto tutte le info e norme, ndr), sospensione del cashback, norme su Alitalia-ITA, proroga cartelle esattoriali, rifinanziamento legge Sabatini: questi i punti nodali del Dl Lavoro in discussione ora al CdM, con in particolare alcune novità che riguardano il piano Cashless approntate negli ultimi giorni dai tecnici del Ministero dell’Economia. Il Cashback viene sospeso solo per il secondo semestre ma dovrebbe riprendere dal 1 gennaio 2022, confermato anche il superCashback (anche se l’orientamento vede una possibile sospensione anche per il primo semestre 2022). Cambia però nel Dl Lavoro il calendario dei rimborsi: «inizialmente previsti entro due mesi dalla fine di ciascun semestre, il nuovo provvedimento indica la nuova scadenza nel 30 novembre, sia per il periodo appena concluso sia per quanto riguarda i sei mesi del prossimo anno», riporta la bozza del decreto in CdM.



«Nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico è istituito un fondo, con una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2021, diretto a garantire l’indennizzo dei titolari di titoli di viaggio e voucher emessi dall’amministrazione straordinaria in conseguenza delle misure di contenimento previste per l’emergenza Covid e non utilizzati alla data del trasferimento dei compendi aziendali da Alitalia alla newco», si legge ancora nella bozza del Dl Lavoro. Per il resto dell’odg in programma, ecco quanto specificato dalla nota di Palazzo Chigi: DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo in materia di contratti pubblici (PRESIDENZA-INFRASTRUTTURE E MOBILITA’ SOSTENIBILI); DISEGNO DI LEGGE: Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2020 (ECONOMIA E FINANZE); DISEGNO DI LEGGE: Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2021 (ECONOMIA E FINANZE); LEGGI REGIONALI.

OGGI CDM SUL DECRETO LAVORO

È convocato oggi alle ore 16 il Consiglio dei Ministri numero 26 del Governo Draghi: manca ancora l’ordine del giorno ufficiale, ma come già anticipato dal Presidente del Consiglio, sul tavolo del CdM arriverà l’intesa raggiunta ieri sera (a fatica) tra Governo, sindacati e aziende per lo sblocco dei licenziamenti a partire dal 1 luglio 2021 (cioè, domani). Dovrebbe essere presentato e varato un Decreto ad hoc, in aggiunta ad altri provvedimenti/scadenze in itinere: tra queste, vi sarà la proroga della sospensione delle cartelle esattoriali fino al 31 agosto e il rifinanziamento della legge Sabatini per le imprese (incentivi a Pmi per acquisti rinnovo macchinari e attrezzature).

Dopo un incontro-fiume ieri sera con le parti sociali a Palazzo Chigi – presenti oltre a Draghi, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Alleanza delle Cooperative e Confapi – si è trovato l’accordo in extremis, dopo la minaccia di rottura dei rapporti avanzato dai sindacati per la decisione del Governo di togliere il blocco licenziamenti dal 1 luglio. «Le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti, si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all’avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua», scrive in una nota Palazzo Chigi dopo l’accordo siglato con i leader sindacali Maurizio Landini (Cigl), Luigi Sbarra (Cisl), Pierpaolo Bombardieri (Uil).

L’ACCORDO SUI LICENZIAMENTI

In sostanza, il blocco licenziamenti viene eliminato ma l’accordo tra le parti sociali è quella di monitorare ogni possibile alternativa, sfruttando appieno gli ammortizzatori sociali disponibili, alla interruzione del rapporto di lavoro. Si apre anche un tavolo permamente di confronto per monitorare l’andamento occupazionale in questa fase di ripresa dell’attività post Covid: il Decreto in arrivo oggi in CdM conferma il blocco licenziamenti solo per il settore tessile-moda-calzaturiero fino al 31 ottobre, mentre c’è l’impegno – ma non l’obbligo – a utilizzare ulteriori 13 settimane di cassa integrazione ordinaria, evitando il più possibile il licenziamento del dipendente. Lo “sblocco” della trattativa è avvenuta quando i sindacati, in opposizione alla proposta del Governo, si sono rivolti direttamente a Confindustria per arrivare a una “tregua”: il blocco selettivo rimane ma l’impegno è evitare appunto il più possibile la fine rapporto di lavoro facendo leva alle 13 stimane di cig per tutti i settori, e non solo quelli in crisi (novità rispetto all’iniziale proposta del Governo). La proroga del blocco dei licenziamenti per le grandi imprese sarà dunque valida, dal primo luglio al 31 ottobre, solo per le imprese del tessile, delle calzature e degli altri comparti della moda: altrove i licenziamenti potranno tornare liberi, con però la specifica voluta dai sindacati e siglata da Governo e imprese. «Mi sembra un risultato importante, che risponde alla mobilitazione che c’è stata sabato: avevamo detto che uniti avremmo portato avanti l’iniziativa fino al risultato e oggi il risultato c’è, perché dal primo di luglio, oltre al blocco selettivo del tessile, l’impegno è quello di utilizzare prima la cassa ordinaria, gli strumenti, laddove ci fossero problemi organizzativi per ricorrere ai licenziamenti», commenta il segretario Cgil al termine dell’incontro, «Viene data risposta alle tante persone che avevano preoccupazioni», sottolinea invece il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri. Per il Ministro Orlando, «con l’accordo di questa sera si rafforza quel dialogo sociale che abbiamo sempre promosso e che consente di avere più strumenti per lavoratori e imprese per gestire la crisi».