Il Consiglio dei Ministri dopo 4 ore di lavori e di scontri ha approvato il Recovery Plan da 210 miliardi di euro, con l’astensione delle Ministre di Italia Viva Bellanova e Bonetti di fatto “confermando” lo stato di crisi del Governo Conte-2. Confermati tutti i punti della “bozza” portata in Cdm, dalle 6 missioni (1. digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 2. rivoluzione verde e transizione ecologica; 3. infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4. istruzione e ricerca; 5. inclusione e coesione; 6. salute) fino alla ripartizione dei fondi, anche se con 10 miliardi in meno rispetto alla vigilia. Dei 210 miliardi finali del PNRR, «144,2 miliardi finanziano “nuovi progetti” mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere” che riceveranno una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa», si legge nel comunicato finale del Governo a Cdm concluso.



Lo scontro c’è stato e forte sul MES, con Italia Viva che spingeva per prendere i 37 miliardi dall’Europa e spostare le cifre del PNRR per la sanità su altri campi: M5s e Conte si sono opposti; secondo durissimo scontro è poi avvenuto sul piano pandemico nazionale, con il Ministro Speranza che attacca a testa bassa la Bellanova come riporta Repubblica «le vostre parole sul fatto che noi non curiamo le persone mi fanno raggelare il sangue». «La crisi si è aperta quando con un colpo di mano si è tentato di inserire una norma sulla governance del Recovery mai condivisa», ha attaccato dalle colonne de “La Stampa” la Ministra Bellanova che poi ribadisce come l’impianto del Recovery Plan «resta totalmente insufficiente. Le nostre decisioni saranno conseguenti e le preciseremo nella conferenza stampa di domani (oggi, ndr)». Il Recovery passa, il Governo forse no.



CDM SUL RECOVERY PLAN

«Il Recovery plan dovremmo approvarlo domani, abbiamo il Cdm domani in serata. Dobbiamo correre»: lo diceva ieri il Premier Giuseppe Conte, ma ora quel giorno è arrivato e il Consiglio dei Ministri è stato effettivamente convocato oggi alle ore 21.30. Un unico centrale punto all’ordine del giorno fissato dal Governo: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ovvero quel piano da presentare in Europa per ottenere i fondi del Recovery Fund.

Dopo settimane di scontro politico che ha quasi portato ad una crisi di Governo (tutt’altro che “congelata”), dopo la bocciatura netta delle prime bozze presentate “notte-tempo” da Conte e Gualtieri, nelle feste di Natale si è lavorato per migliorare il testo e ampliare progetti/missioni fino ai 222,9 miliardi di euro dell’ultima bozza inviati ieri a tutti i Ministri e a Palazzo Chigi. «Abbiamo consegnato al Presidente Giuseppe Conte la nuova bozza del Recovery Plan. In oltre 170 pagine sono esposte le strategie, i progetti, le risorse per far ripartire l’Italia. Ora nel Governo, in Parlamento e nel Paese si apre la fase di analisi, miglioramento, decisione», scrive il Ministro dell’Economia sui social annunciando il nuovo Consiglio dei Ministri.



IL GOVERNO CONTE IN BILICO

Qui nel focus

abbiamo messo nero su bianco tutti i piani, i progetti e i fondi di questo “nuovo” Recovery Plan e secondo le ultime “voci” dagli ambienti parlamentari non dovrebbe trovare particolari ostacoli il testo portato stasera in Cdm. Tutti i nodi arriveranno però dopo, una volta cioè che il Pnrr sarà “blindato” e portato in Parlamento: l’ipotesi principale rilanciata ancora oggi sul nostro quotidiano, è la forte possibilità che il Governo voti compatto sul Recovery Fund (come richiesto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, ndr) e poi arrivi alla resa dei conti con la soluzione della crisi di Governo.

«Il piano del governo sul Recovery è composto di oltre 170 pagine, adesso lo stiamo leggendo e stasera, nel Cdm, valuteremo come esprimere il nostro voto. Certo è che noi non siamo responsabili del blocco che c’è stato sul Recovery, né del ritardo», ha sottolineato la Ministra renziana Teresa Bellanova lasciando intendere una momentanea tregua stasera in Cdm, «Facciamo un passo per volta. Per adesso possiamo dire che sul Recovery abbiamo portato un risultato, non per noi, ma per il Paese, perché è stato abbondantemente modificato. Ora valuteremo merito per merito le singole questioni. Per quanto riguarda la situazione più complessiva è evidente che rimangono delle problematiche aperte, rispetto ad esempio la questione sanitaria». Il Recovery è “salvo”, il Governo invece non può dire lo stesso.