Cassa Depositi e Prestiti, che dal 2014 è riconosciuta come Istituzione Finanziaria per la Cooperazione allo Sviluppo, proprio al fine di assolvere a questa importante funzione ha deciso di puntare i suoi riflettori anche fuori dall’Ue, inizialmente nell’area dei Balcani e, poi soprattutto, sull’Africa. Non a caso CDP ha inaugurato il primo febbraio la sede a Belgrado, prima extra-Ue, mentre il 17 marzo inaugurerà quella al Cairo e, poi, in un secondo momento, una terza a Rabat, per poi arrivare fino a Nairobi, Senegal e Costa d’Avorio.



Per l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, d’altronde al fine si sostenere lo sviluppo è “irrinunciabile la conoscenza del territorio e dei progetti“, specialmente in un’area come l’Africa dove “la risoluzione dei problemi è un lungo processo che prevede tanto lavoro e tante difficoltà”, con “un tasso di mortalità dei progetti molto elevato”. Inoltre, non si può negare che “tra qualche decina di anni un abitante sulla Terra su quattro sarà africano” ed è ora di iniziare a costruire le generazioni del futuro. La scelta del Balcani, invece, spiega l’Ad di Cassa Depositi e Prestiti, è motivata dal fatto che sia “di grande interesse per l’Italia e potenzialmente di grande sviluppo”.



Scannapieco: “CDP in Africa e Balcani punterà su clima, agricoltura e Pmi”

“La presenza sul territorio”, spiega ancora Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti parlando del piano di espansione extra-Ue, “ci permette di migliorare i progetti e di seguire l’andamento”, stimolando anche la progettualità grazie all’assistenza tecnica e alle consulenze, collaborando “con le istituzioni locali”. Si tratterà, infatti, di uffici piccoli e “snelli”, che “si appoggiano alle ambasciate italiana e che danno di un segnale di impegno”. Le sfide africana e balcanica, secondo l’Ad, “riguardano tutti” e non possono più essere ignorate.



I progetti che Cassa Depositi e Prestiti attuerà e finanzierà sia in Africa che nei Balcani punteranno su tre direttive. “La prima è l’energia e l’ambiente“, spiega Scannapieco, “quinti tutto quello che serve per combattere il cambiamento climatico”, risolvendo anche il problema “dell’enorme fabbisogno non soddisfatto” in ambito energetico. Secondariamente, “l’agribusiness, per migliorare sistemi agricoli locali sia per quanto riguarda la produttività che il sostegno alla filiera” ed, infine, elenca ancora l’Ad di Cassa Depositi e Prestiti, “il sostegno al settore privato, con il supporto alle piccole e medie imprese e all’occupazione”. Punto, quest’ultimo, che significa anche “aumentare la resilienza economica dei vari Paesi”.

I progetti che Cassa depositi e prestiti avvierà nei Balcani e in Africa

Scendendo nel dettaglio dei piani previsti per Africa e Balcani, partendo da Belgrado, l’Ad di Cassa Depositi e Prestiti spiega che la sede sarà dotata con 50 milioni, a favore di Banca Intesa Beograd e UniCredit Bank Serbia. Fondi che aiuteranno almeno 250 Pmi locali che operano nell’imprenditoria sociale, nell’agricoltura sostenibili, nell’economia circolare e nell’eco-turismo, e che si stima genereranno effetti pari al doppio del finanziamento iniziale. Si punterà, inoltre, all’imprenditoria femminile, alla quale saranno riservate il 40% delle risorse complessive.

In Africa, invece, Cassa Depositi e Prestiti ha già investito tra il 2019 e il 2023 1,4 miliardi di euro in 64 differenti progetti. 100 milioni, per esempio, sono andati a favore di Eastern and Southern African Trade and Development Bank a sostegno delle imprese agroalimentari e agribusiness. Complessivamente, l’obiettivo è quello di promuovere la sicurezza alimentare, il commercio e l’occupazione. “In Africa c’è una forte presenza cinese e russa”, spiega l’Ad di Cassa Depositi e Prestiti, “e noi dobbiamo saperci porre nel modo migliore con un’ottica di lungo termine e di aiuto ai Paesi con progetti utili”. Necessario, infine, il rimando al Piano Mattei, che secondo Scannapieco è rappresentativo dell’azione avviata da CDP nel continente africano, peraltro rimandando a Mattei, il cui “approccio era sempre quello di condividere i risultati con i Paesi in cui lavorava, permettendo loro di crescere e di avere con loro una partnership di lungo periodo”.