Cecchi Paone: “Parlare con i morti è impossibile, ora basta!”
A Zona Bianca si parla di medium. Esistono davvero persone che riescono a comunicare con l’aldilà? Secondo Cecchi Paone, no. Il giornalista, spiega: “Parlare con i morti è impossibile. I morti non esistono più scientificamente parlando. Noi siamo fatti di continui processi biologici e fisici. Quando finisce tutto questo, il cuore si ferma e tutti il resto decade. Ancora peggio, il cervello, che ci dà il carattere e tutto il resto. Quando moriamo, corpo e cervello non esistono più, non emettono più alcuna attività”.
Il giornalista risponde ad una delle medium presenti in studio, spiegando: “Scientificamente il nostro corpo e il nostro cervello, scompaiono. Con chi parlate? Il cervello anche è materia, sono reazioni elettrice e chimiche! Chi è di là non può avere un cervello, un’anima! L’immortalità dello spirito? Allora preferirei parlarne con un prete o un rabbino!”. Parlando di chi invece specula sul dolore degli altri, il giornalista spiega: “Come si fa a capire chi sia lazzarone e chi no, se non parlano con nessuno?”.
Cecchi Paone: “Raccontano cose assurde”
Alessandro Cecchi Paone è ancora più scettico dopo un servizio di Zona Bianca nel quale un inviato finge di voler parlare con la sorella morta, sorella che però non esiste. La medium dice di vedere la sorella fantasma: “Ha detto che è andata nell’aldilà ed è tornata di qua! Ma è Gesù Cristo? Ha raccontato cose assurde!”.
A Zona Bianca c’è anche Cristina Corrada, metafonista, spiega di aver comunicato con Nadia Toffa, inviata de Le Iene morta di tumore: “Nadia mi ha cercata, si è presentata durante le mie trasmissioni. Voleva far sapere che lei continuava a vivere. La madre, Margherita, ha riconosciuto la voce di Nadia nelle registrazioni che io avevo fatto. L’impronta della voce di Nadia è arrivata su musica. Quando arrivano su musica e non su uno speaker che sta parlando, riescono a lasciare l’impronta della loro voce. La mamma ha riconosciuto la sua voce”. La medium prosegue: “La prima voce di Nadia diceva ‘Sono qui’, lei voleva farsi riconoscere. Io avevo fatto il giorno prima un sogno lucido e mi aveva detto chiaramente come voleva comunicare con me. Poi quando è arrivata, la mattina dopo, Nadia è riuscita a dire nome e cognome per farsi riconoscere in modo tale che io avessi una prova”.