Cecilia Sala è in ostaggio, ma anche noi adesso, con lei, siamo in ostaggio. Di un regime teocratico che fa della religione il contrario della religione. Che sostiene Hamas, anche se, in fondo, non ha osato più di tanto difenderla dagli attacchi di Netanyahu. Forse quelle povere vittime a Gaza e di Gaza possono far comodo a chi vuole accusare non solo Israele, ma tutti noi miscredenti dell’Occidente. In questo modo, forse, si pensa di ottenere la guida del movimento islamista.
La condizione di essere ostaggi, da sempre, è una condizione di impotenza. Da parte nostra di fronte a questa situazione si dovrebbe essere uniti contro i sequestratori. Non possiamo rischiare di dividerci, neppure sulle diverse opzioni strategiche.
Essendo in atto – ora pare evidente – un ricatto, finché non si riesce a superare lo stallo non se ne esce. Cedere agli islamisti dell’Iran significa prepararsi ad un prossimo sequestro. Non cedere significa farsi carico di un possibile tragico epilogo, che oltretutto non potrebbe escludere un nuovo sequestro.
Mi spiace richiamare il clima che abbiamo vissuto ai tempi del sequestro Moro e che ai più giovani può essere anche quasi sconosciuto. Però siamo sempre a quel punto. Certo ora sappiamo dove si trova il sequestrato, la sequestrata. Un’operazione militare di salvataggio purtroppo riesce solo nei film d’azione. Gli americani ci provarono una volta al tempo di Carter, e non andò proprio bene.
Ora Cecilia Sala si trova in ostaggio insieme a tante altre persone, non solo donne, proprio di quel Paese. Anche loro aspettano una liberazione, ma potrebbe essere un “25 aprile” ancora lontano.
Già, il 25 aprile. Tornati dalle vacanze che faranno i nostri militanti Pro Pal che normalmente manifestano per Hamas e, quindi, sia pure indirettamente, per l’Iran? Certo non è colpa loro se Cecilia è in prigione, ne sono sicuro. Forse però, se nelle prossime manifestazioni si ricordassero anche di Cecilia, sarei più convinto della sincerità delle loro proteste.
Intanto questa mattina (ieri, ndr) sono passato davanti a Palazzo Marino, dove è ancora esposto lo striscione “Verità per Giulio Regeni”. Speriamo che quando il sindaco Sala e il consiglio comunale torneranno dalle vacanze si possa vedere sulla facciata di Palazzo Marino anche un altro striscione: “Libertà per Cecilia Sala”. Non siete d’accordo anche voi?
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