Da sempre dalla parte degli indifesi, Cecilia Strada si è occupata in modi diversi di diritti umani, ma ora è pronta a fare la sua parte con la politica. L’ex presidente di Emergency, dal 2021 responsabile della comunicazione di ResQ – People Saving People, si è candidata alle elezioni europee 2024, correndo da capolista del Pd nella circoscrizione Nord-Ovest. Visto che il lavoro umanitario si tramuta in una richiesta alla politica, ora scende in campo: ha deciso di farlo quando la segreteria dem Elly Schlein le ha chiesto di candidarsi, a quel punto ha pensato che poteva fare comunque la sua parte, ma aggiungendo qualcosa in più, ha dichiarato nell’intervista rilasciata all’Unità. Riguardo il tema dell’immigrazione, per il quale in passato Cecilia Strada ha rivolto diverse critiche alla sinistra, in particolare a Marco Minniti quando era ministro dell’Interno, ora ritiene che il Pd sia più attento e consapevole sul tema.



Critiche che rinnova, accusando Minniti di aver usato i soldi delle tasse pagate dai contribuenti italiani «per finanziare i respingimenti e le violazioni dei diritti umani di uomini, donne e bambini». Comunque, per l’attivista ora i dem hanno invertito la rotta, infatti la richiesta avanzata ora all’Europa è di «canali di accesso sicuri e legali, una missione di ricerca e soccorso europea, tutela dei diritti», in altre parole più salvataggi in mare. Ma il Pd deve cambiare rotta e mostrare più coraggio e forza nella prossima legislatura europea, anche per rimediare alla riforma della politica migratoria europea, che per Cecilia Strada è una retromarcia a livello di diritti umani e non tutela neppure l’Italia e gli altri Paesi di primo approdo.



“CRITICARE GOVERNO ISRAELE NON È ANTISEMITISMO”

Altro tema caro a Cecilia Strada è la pace, segnalando che Papa Francesco è stato l’unico a mettere in guardia il mondo dai rischi che si sono tradotti poi nei conflitti a cui stiamo assistendo, tra l’altro, senza fare abbastanza per arrivare alla pace. Questo riguarda anche l’Europa, che deve cambiare atteggiamento con la nuova legislatura. Per quanto riguarda nello specifico la situazione a Gaza, non vi è dubbio per Cecilia Strada riguardo che l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso sia «inaccettabile», d’altra parte è altrettanto evidente lo squilibrio con i morti causati dalle truppe di Israele a Gaza.



C’è poi chi taccia di antisemitismo chi critica il governo israeliano: un errore per la candidata del Pd, che cita ad esempio le proteste a Tel Aviv e nel resto del Paese proprio contro il premier e i ministri. Nell’intervista all’Unità rilancia la necessità di togliere il veto nel voto all’Onu per rendere davvero concreta la prospettiva dei due popoli e due Stati. Infine, sull’Ucraina ritiene di avere la stessa visione del cardinale Zuppi, ma è necessario che l’Europa parli con una sola voce e proponga una politica in grado di favorire le condizioni per i negoziati di pace.