La riforma del sistema fiscale voluto dal governo Meloni, ha consentito l’introduzione di alcune novità che riguardano le regole e le tasse per l’applicazione della cedolare secca 2023 sugli affitti. Come sappiamo infatti, la cedolare secca è un regime agevolato che consente di pagare un’unica imposta sostitutiva di IRPEF e altre imposte, questa viene consentita soltanto in determinate condizioni.



Cedolare secca 2023: in cosa consiste

Nel 2023 sono entrata in vigore nuove regole per stabilire la valutazione e la concessione della cedolare secca2023 che prevede principalmente due aliquote: una al 10% per i contratti a canone concordato con il contratto 3 + 2, l’altra al 21% per i contratti a canone libero 4 + 4.



Imposta sostitutiva comprende l’IRPEF, la dizionario comunale e regionale, l’imposta di registro è quella di bollo. L’aliquota al 10% viene applicata solo per i contratti a canone concordato in determinati comuni se mancano altre soluzioni abitative oppure nei comuni densamente popolati, nonché per i contratti di affitto a studenti universitari, per affitti transitori nei comuni colpiti da calamità naturali.

La decisione di applicare la cedolare secca è una scelta del proprietario al momento della stipula del contratto di locazione e deve essere scelta Durante la registrazione del contratto mediante il modello RLI. Si tratta di un passaggio cruciale da effettuarsi presso l’Agenzia delle Entrate, oppure in modalità telematica che determinerà il piano fiscale per ciascun proprietario.



Cedolare secca 2023: quando non può essere applicata

La cedolare secca non può essere applicata ai contratti di locazione per immobili destinati ad un uso diverso da quello abitativo.
Il contratto deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla sua stipula. Se si opta per la cedolare secca, il proprietario non può modificare l’importo del canone di locazione sulla base dell’andamento dei prezzi Istat.

Gli affitti brevi che hanno una durata massima di 30 giorni per cui la registrazione del contratto non è obbligatoria, possono consentire la scelta del regime agevolato da parte del proprietario dell’immobile direttamente in dichiarazione dei redditi.

La scelta di optare per la cedolare secca è limitata al numero di immobili acquistati durante l’anno: questi non devono essere superiori a quattro.

Inoltre, il nudo proprietario che affitta un immobile a terzi non può usufruire della cedolare secca, poiché questo regime è alternativo al regime ordinario di tassazione del reddito fondiario solo per i proprietari.
Un’altra novità del 2023 riguarda l’usufrutto: i nudi proprietari che hanno case in usufrutto non possono applicare la cedolare secca per gli affitti.

Infine, nel 2023 il regime della cedolare secca non può essere applicato ai contratti di locazione conclusi con conduttori che esercitano attività di impresa o lavoro autonomo, ad eccezione dei locali commerciali classificati nella categoria C1.