Con l’introduzione delle novità del 2024 sulla cedolare secca, per rispondere a quando conviene occorre essere più specifici possibili. Le variazioni fiscali che sono state apportate di recente, hanno fatto sì che questa opzione possa essere una soluzione “incerta”.

La cedolare secca è regolamentata dal Decreto legislativo 23 del 2011, secondo l’articolo 3, e prevede delle condizioni e regole specifiche da dover rispettare e attuare. Alcune novità fiscali, come già accennato, potrebbero suscitare delle perplessità ai proprietari che vorrebbero optare per questa scelta.



Variazioni sulla Cedolare secca 2024: quando conviene e come valutarla?

Negli ultimi sulla cedolare secca sono state affrontate numerose proposte: dall’applicazione per gli affitti breviunità immobiliari per fini imprenditoriali. L’opzione è sempre stata “apprezzata”, per la riduzione delle imposte da pagare. Ma quando conviene a fronte delle novità fiscali previste?



Sicuramente la convenienza si traduce in un risparmio fiscale per il locatore, che può godere di una imposta al 10% su un canone concordato (classico 3 + 2), mentre su un canone libero pagherebbe il 21% (che sale al 26% dalla seconda casa in poi).

Ma ne trarrebbe un vantaggio economico anche il conduttore (inquilino), che godendo del canone concordato, non avrà il timore di ricevere un aumento sul canone di locazione (neanche a fronte di alcuni sbalzi sulla base dei dati ISTAT).

Ma allora, sorge spontaneo domandarsi per quale motivo – a fronte di questi vantaggi – si dovrebbe rinunciare alla cedolare secca. Spiegheremo quindi, come dovrebbe essere articolato il pensiero e la valutazione soggettiva che ogni proprietario di immobili potrebbe fare.



Analisi sulla cedolare secca

Un proprietario che gestisce una casa e che mette in affitto (senza scopi imprenditoriali), dovrebbe pensare a quanto segue:

  1. In caso di ulteriori redditi soggetti a tassazione Irpef, potrebbe aver senso applicare la cedolare secca (meglio se a canone concordato).
  2. La cedolare secca potrebbe non convenire qualora si prevedesse un eventuale aumento da assoggettare al canone d’affitto (per l’inflazione o per maggiori richieste in una grande città), e nel caso in cui non si avessero altri redditi tassati sulla propria persona fisica.

Sulla base di questi due suggerimenti potrebbe aver senso simulare (con degli esempi pratici), quante tasse si pagherebbero con e senza cedolare secca.