Paolo Celata si prepara a guidare gli italiani verso il voto del prossimo 25 settembre, quando saranno chiamati ad eleggere il Parlamento che poi di conseguenza porterà ad un nuovo presidente del Consiglio. Il giornalista di La7 guiderà il programma “La corsa al voto” nel quale cercherà di informare la popolazione per un voto consapevole, anche se si teme che alle urne non andranno in molti: “Il rischio di un’astensione è molto alto. Le ultime amministrative ci hanno dimostrato una crescente disaffezione da parte dell’elettorato e, tra l’altro, questa è la prima volta che andiamo alle urne subito dopo l’estate. Quindi, sì: molta gente potrebbe restarsene a casa perché non vedo, da parte dei partiti, una capacità di rivolgersi a chi non ha preso parte alle ultime votazioni. All’epoca i 5 stelle ci erano riusciti…” ha raccontato su Libero.



L’ultimo discorso di Draghi non ha convinto Celata, che ha spiegato: “Onestamente trovo che gli appelli all’insegna del “il popolo ci chiede di…” siano sempre un punto debole del ragionamento. Vale per tutti gli oratori, Draghi compreso. Che poi, chiariamo una cosa: gli italiani voteranno il parlamento, non il presidente del Consiglio. Quest’ultimo viene scelto solo dal parlamento. Quindi la frase di Draghi non era costituzionalmente corretta”.



Celata: “Politica come il calcio”

Andare alle elezioni, per Paolo Celata, è una mossa giusta? Il giornalista ha spiegato a Libero: “Ho posto questo stesso interrogativo ad alcuni ministri, subito dopo il consiglio che sanciva la crisi, e onestamente non ho trovato una risposta convincente. Credo che sia stata una crisi al buio per tutti i partiti anche se, ovviamente, c’è chi è arrivato più pronto, come la Meloni che – legittimamente – non aspettava altro“. Sarà lei la principale protagonista del dibattito elettorale, per Celata: “Anche se sta centellinando le proprie dichiarazioni e le apparizioni video: credo sia una strategia, peraltro giusta. Probabilmente vuole evitare di cadere nella sovraesposizione preferendo delle uscite mirate”.



Parlando della notizia che vorrebbe Putin dietro la crisi di Governo, Celata spiega: “Il capo dei servizi segreti ha smentito un coinvolgimento dell’agenzia: la notizia non viene da loro. Però non ha smentito fino in fondo tutta la vicenda: ha parlato solo per quel che riguarda i servizi segreti. Credo quindi che politicamente uno dei temi della campagna possa essere pro- prio questo, ossia il posizionamento dell’Italia che andrà a governare”. Paolo Celata, che ha cominciato la propria carriera scrivendo di sport, conclude con una considerazione: “Parlare di calcio e di politica è la stessa cosa. Le modalità sono simili. Prima dell’evento c’è l’intervista al leader di turno che ti dice e non ti dice la formazione che schiererà in campo. Poi, dopo l’evento, è il turno della discussione da bar. Ci faccia caso. Basta che in un gruppetto dici “era rigore”, scatta subito la discussione, anche se non hai specificato il nome della squadra in questione. Allo stesso modo, oggi, se dici “è stata colpa di Draghi” scateni il panico!”.