Malattia Celine Dion, amara confessione: “Devo convivere con la sindrome delle persona rigida”
È ritornata a parlare della sua malattia Celine Dion in un’intervista rilasciata a Vogue Francia. La cantante canadese ha inviato concerti, annullato il tour e detto addio al Courage World Tour a causa della sindrome della persona rigida che l’ha colpita tre anni fa. Nonostante lotti contro una malattia invalidante per la quale attualmente non esiste una cura l’artista non smette di sperare di rimettersi presto in forma, sta lavorando duramente per poter tornare a calcare il palcoscenico.
Come sta Celine Dion? È la domanda che tutti i suoi fan e non solo si chiedono da tempo. “Come sto? Sto bene, ma c’è tanto lavoro” ha rivelato la cantante nell’intervista, stando alle dichiarazioni riportate dall’affidabile Biccy, e poi ha confessato amara: “Lo sto affrontando un giorno alla volta. Non ho sconfitto la malattia, perché è ancora dentro di me e lo sarà sempre. Spero che arriverà un miracolo, un modo per guarire con la ricerca scientifica, ma per ora devo imparare a conviverci. Quindi questa sono io, sono una donna con la sindrome della persona rigida.”
Celine Dion e la sua malattia: “Tornare sul palco? È sempre più dura”
Sulla sua malattia Celine Dion, nell’intervista a Vogue Francia ripresa da Biccy ha confessato che lavora duramente per contrastare la sua sindrome della persona rigida. Cinque giorni a settimana si sottopone a terapia atletica, fisica e vocale. Lavora sulle punte dei piedi, sulle ginocchia, sui polpacci, sulle dita, sul canto e sulla voce e non smette mai di chiedersi però, come tutte le persone che soffrono di malattie autoimmuni, perché è successo a lei.
Dopo aver lanciato un messaggio di speranza e forza di volontà: “Per come la vedo io, ho due scelte. O mi alleno come un atleta e lavoro duro, oppure stacco la spina ed è finita, rimango a casa, ascolto le mie canzoni, sto davanti allo specchio e canto per me.” Alla domanda se tornerà sul palco ha risposto: “Non posso rispondere. Perché sono quattro anni che mi dico che “non torno indietro, ma forse sì sono pronta, anzi, non sono pronta…” Per come stanno le cose, non lo so, il mio corpo me lo dirà. D’altra parte, non voglio solo aspettare. È moralmente difficile vivere giorno per giorno. È dura, sto lavorando tantissimo e domani sarà ancora più dura. Domani è un altro giorno. Ma c’è una cosa che non si fermerà mai, ed è la volontà. È la passione. È il sogno. È la determinazione”.