Nando Dalla Chiesa, fratello di Rita e figlio del Generale Dalla Chiesa, politico e da sempre attivista contro la mafia, è stato intervistato nella serata di ieri nuovamente dal programma in diretta su La7, Propaganda Live. Si parlava del 41 bis alla luce delle numerose polemiche di questi giorni riguardanti il caso Alfredo Cospito, e Nando Dalla Chiesa ha spiegato: “41 bis? Posso farti un esempio: se vediamo la cella per antonomasia del 41 bis, quella in cui andò Totò Riina al carcere dell’Asinara, io l’ho vista, siamo andati con i miei studenti che facevano da guida ai turisti che andavano a vederla”.



“E’ una cella – ha proseguito – che è grande 4 volte la stanza in cui ti sto parlando, quella in cui lavoro, scrivo, studio, ascolto musica e passo la giornata quando non sono in università”. Quindi Nando Dalla Chiesa ha proseguito sempre in diretta su La7: “Questa era la cella con le grandi restrizioni e con una mancanza di rispetto dei diritti umani del capo di Cosa Nostra. Non dimentichiamo che i fratelli Graviano hanno fatto un figlio in carcere al 41 bis”.



NANDO DALLA CHIESA: “UN CONTO E’ ANDARA AL 41 BIS PER CERTI REATI…”

Nando Dalla Chiesa ha proseguito: “C’è anche questo problema, qual è la forma di attuazione del 41 bis e c’è il problema di capire a quali tipo di persone e a quali tipo di comportamenti sia applicabile il 41 bis. Se tu non comandi una struttura gerarchica orientata a commettere reati, e reati di quel livello, è difficile… se io sono un riferimento ideologico posso parlare ma non do degli ordini, è una cosa diversa”.

“Io credo che se commetto dei reati poi li pago ma un conto è pagare i reati che si commettono e un conto è andare al 41 bis che ripeto non ha una funziona afflittiva ma protettiva della società, questo è differente, e secondo me – conclude Nando Dalla Chiesa – c’è molta confusione su questo”.