CELLINO SU CALCIOPOLI, A BREVE UNA PUNTATA DI REPORT
Le dichiarazioni di Massimo Cellino su Calciopoli faranno senza dubbio discutere. Il direttore Ilario Di Giovambattista, direttore di RadioRadioLoSport, ha parlato telefonicamente con Sigfrido Ranucci, giornalista e volto della trasmissione “Report“, che ha annunciato radiofonicamente l’intenzione di approfondire le parole dell’attuale proprietario del Brescia: “Dedicheremo una puntata a Calciopoli partendo da una chiavetta che ci ha dato Luciano Moggi. L’aveva data ad Andrea Agnelli, l’ha data anche a un nostro inviato e devo dirti che ci sono alcune intercettazioni molto interessanti che danno una lettura di quello che è stata Calciopoli, ma fanno anche capire qualcosa in più. Ma più che le intercettazioni, secondo me quello che emergerà inedito dal racconto di Report di lunedì prossimo, sono le testimonianze di alcuni dei protagonisti di allora che raccontano degli episodi fino a oggi sconosciuti.
“Emerge chiaramente – spiega Ranucci – che c’è stata una volontà di un passaggio da una sorta di Prima repubblica del calcio ad una Seconda repubblica. E i protagonisti che abbiamo intervistato ci parlano proprio di incontri finalizzati a questo passaggio di potere, di un accordo politico imprenditoriale per, in qualche modo, scalzare il potere di Moggi, crearne un altro o comunque dare spazio ad altri poteri che già esistevano“. Dichiarazioni forti seguite da testimonianze ancora più interessanti da approfondire.
CELLINO SU CALCIOPOLI, LE FRASI SHOCK: ECCO COME ABBIAMO SPARITE TUTTO
Massimo Cellino è stato protagonista di testimonianze molto significative sul caso Calciopoli. L’ex presidente del Cagliari è stato anche presidente protempore della Lega dopo Adriano Galliani, in seguito all’addio di Moggi, Bettega e Giraudo. Ai microfoni di Report, Cellino ha rivelato: “Stava crollando tutto. Io, uno dei più giovani Presidenti la Lega a governare e organizzare la Lega, a pulire tutte le schifezze che c’erano la dentro. Non sapevo da che parte cominciare. C’era un contenitore di metallo grosso con tutti cassetti, pieni di tutti i dossier su tutte le società, chi si era iscritto al campionato con fideiussione falsa, chi si scaricava l’IRPEF come trasporto. Nel piazzale giù c’era un bidone di ferro, così buttiamo dentro e bruciamo tutto. L’indomani quando vennero cercarono quel faldone, non c’era un cazzo“.
Tra gli altri è intervenuto anche Franco Melli, quest’ultimo in diretta a Radio Radio Lo Sport: “Io penso solo che il calcio e di questi diciassette anni è stato completamente diverso da quello che doveva essere se Cellino non avesse fatto il piromane“. Parola poi a Luigi Schiffo che si è soffermato sulla recidività da parte della Juventus di finire sul banco degli imputati: “Sta succedendo di nuovo, esattamente come allora, e questa cosa non va bene per la giustizia sportiva e neanche ordinaria, ma sportiva in particolare, perché si decidono le sorti di una società di professionisti e di dirigenti che chiaramente sono gli unici in questo momento sotto indagine, anche quando sono sotto indagine per cose che fanno insieme ad altri“.
CELLINO SU CALCIOPOLI, DENTRO ALL’INCHIESTA
Le parole di Cellino su Calciopoli hanno già fatto il giro del social. Sigfrido Ranucci, giornalista di “Report”, ha inoltre aggiunto che ci saranno ulteriori dichiarazioni anche di investigatori che approfondiscono le irregolarità compiute negli anni di uno dei più grandi terremoti dello sport italiano: “Una delle testimonianze che farà sicuramente discutere è la testimonianza che abbiamo raccolto degli investigatori di allora che ci raccontano come sono andate queste indagini, ci raccontano delle anomalie su come sono state condotte, a partire dalle schede delle famose SIM svizzere che sono state acquisite in maniera irregolare. Cioè una delle prove principe del sistema messo in piedi da Moggi non è stato acquisita come una regolare rogatoria, col fatto che si chiedeva alla Svizzera il materiale.”
“L’altro particolare fino a oggi inedito – conclude Ranucci – è il ruolo di Franco Baldini, che è stato segnalato da questa autorità, da questo investigatore che aveva svolto all’epoca le indagini, come una fonte coperta degli investigatori che più volte si recava a dare delle informazioni senza mai verbalizzare. Non esistono praticamente verbali delle dichiarazioni di Baldini dell’epoca se non forse uno. E a seguito di questi incontri poi si svolgevano le indagini verso una parte o verso l’altra“.