L’utilizzo prolungato dei telefoni cellulari aumenta il rischio di sviluppare dei tumori? Non secondo le principali conclusioni del Rapporto Istisan “Esposizione a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche” diffuso oggi dall’Istituto Superiore di Sanità. La continua esposizione alle radiofrequenze (RF) secondo l’ISS non implicherebbe un incremento di probabilità di sviluppare neoplasie maligne (glioma) o benigne (meningiomi, neuromi acustici, tumori dell’ipofisi o delle ghiandole salivari). Qualche incertezza, però, permane rispetto ai tumori intracranici a più lenta crescita e sugli effetti a lungo termine dell’uso del cellulare iniziato durante l’infanzia. Come si può leggere nel rapporto, “rispetto alle evidenze disponibili al momento della valutazione della IARC le stime di rischio per l’uso prolungato del cellulare considerate in questa meta-analisi sono più numerose e più precise, perché basate su un maggior numero di casi esposti. Inoltre, le analisi più recenti dei trend d’incidenza dei tumori cerebrali coprono un periodo di quasi 30 anni dall’introduzione dei telefoni mobili”.



CELLULARI, 5G E TUMORI

Restano però come detto delle incertezze su alcune tipologie di tumori rispetto alla correlazione con un uso prolungato dei telefoni cellulari, ma come sottolineato da “La Repubblica” gli studi in corso (Cosmos, MobiKids, GERoNiMo) riusciranno a chiarire le residue incertezze. Nel rapporto si legge: “Anche l’ipotesi di un’associazione tra radiofrequenze emesse da antenne radiotelevisive e incidenza di leucemia infantile, suggerita da alcune analisi di correlazione geografica, non appare confermata dagli studi epidemiologici”. Le più recenti valutazioni concordano nel ritenere che la possibile associazione tra esposizione a RF e rischio di tumori non richieda modifiche all’impostazione degli standard di protezione correnti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta ora preparando un aggiornamento della valutazione di tutti i rischi per la salute da esposizione a radiofrequenze. Sull’arrivo delle reti 5G, che tante preoccupazioni sulla salute stanno recando, gli esperti assicurano:”Per quanto riguarda le future reti 5G al momento non è possibile prevedere i livelli ambientali di radiofrequenze associati allo sviluppo dell’Internet delle Cose (Iot); le emittenti aumenteranno, ma avranno potenze medie inferiori a quelle degli impianti attuali e la rapida variazione temporale dei segnali dovuta all’irradiazione indirizzabile verso l’utente (beam-forming) comporterà un’ulteriore riduzione dei livelli medi di campo nelle aree circostanti”

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