Se ne parla – quasi sottovoce – da diversi mesi e lontano dai riflettori della cronaca il governo della Francia si è mosso in modo concreto per cercare di dare delle risposte ai danni dell’uso dei cellulari sui minori, commissionando un’inchiesta ad una commissione di esperti appositamente formata. La relazione è arrivata proprio in questi giorni e partendo dall’elencare tutti i possibili rischi, arriva fino al punto di suggerire a Macron e all’esecutivo di vietare in tutta la Francia l’uso dei cellulari tra i più piccoli, limitandone anche le possibilità di interazione fino ai 18 anni, quando diventano a tutti gli effetti maggiorenni.



Nel rapporto, non a caso, si denuncia “l’iperconnessione” dei minori che (riporta Avvenire citando gli esperti) causa “conseguenze per la salute, lo sviluppo e l’avvenire” dei più giovani. In particolare, le applicazione adottano alcune “strategie per catturare l’attenzione dei bambini” e costringerli ad una “relazione” con i loro cellulari al fine di “controllarli, risospingerli, monetizzarli“, con effetti che vanno dai disturbi del sonno, all’obesità legata alla sedentarietà, fino anche tra i più “vulnerabili” all’ansia e alla depressione.



I consigli degli esperti in Francia: “Cellulari e social vietati tra i minori”

A fronte di un sistema che sembra non funzionare correttamente, a discapito di chi non ha ancora gli strumenti per capire realmente il mondo – i minori – il rapporto suggerisce di vietare smartphone e schermi di ogni tipo fino almeno ai 3 anni, ipotizzando di rimuovere i televisori anche dagli ospedali pediatrici e dalle scuole. Fino ai 6 anni, poi, si potrebbe fare un uso “fortemente limitato” all’educazione delle nuove tecnologie; mentre i cellulare non dovrebbero essere concessi prima degli 11 anni, ma ancora limitati dal punto di vista della connessione ad internet.



Secondo gli esperti della Francia, poi, attorno ai 13 anni si può integrare anche la connessione, ma senza permettere di installare applicazioni di social networking fino ai 15 anni, con il limite (che ovviamente scade a 18) per i siti ritenuti “etici” e che rispettano la deontologia. Infine, nel documento si suggerisce di combattere anche i servizi “predatori” che alcuni social sui cellulari promuovono, come i video a scorrimento automatico, puntando su un uso più massiccio del partenal control anche contro il cyberbullismo e la pornografia.