La distribuzione delle cellule cerebrali può aiutare a scoprire la causa di alcune malattie. A rivelarlo, come riportato dal China Daily, è uno studio condotto da scienziati di diverse istituzioni, tra cui il Center for Excellence in Brain Science and Intelligence Technology dell’Accademia cinese delle scienze, il BGI Group, il Lingang Laboratory, lo Shanghai Brain Center, il Tencent AI Laboratory e il Karolinska Institute in Svezia. I risultati sono stati pubblicati di recente sulla rivista Cell.



La ricerca ha dato vita alla mappa dei tipi di cellule nel cervello delle scimmie più dettagliata che sia mai stata realizzata. Essa fornisce una base cellulare molecolare per ulteriori studi sulle connessioni tra vari tipi di neuroni e può anche fornire approfondimenti sulle malattie cerebrali, tra cui il morbo di Alzheimer e la depressione. Il cervello è infatti costituito da molti tipi diversi di cellule distribuite in diverse regioni. Analizzare la loro composizione e distribuzione spaziale è importante per capire come è organizzato il cervello. Questo perché esse hanno funzioni diverse e il modo in cui sono distribuiti nel cervello può influenzare il modo in cui comunicano tra loro.



Cellule cerebrali, la distribuzione può aiutare a scoprire malattie: lo studio

Gli scienziati hanno scoperto che la distribuzione delle cellule nella corteccia cerebrale non solo non è casuale, ma può anche aiutare a scoprire le cause delle malattie. In effetti, questo fattore è molto specifico per diversi strati corticali e regioni cerebrali. La specificità in questione è ancora più pronunciata nei primati, dove certi tipi di cellule si trovano solo in certi strati. Le regioni del cervello che si trovano nella stessa gerarchia hanno spesso composizioni di tipo cellulare simili.

“La ricerca condotta sulla mappa delle connessioni neurali nell’intero cervello è di grande importanza scientifica e può guidare la prevenzione e il trattamento delle malattie cerebrali, nonché lo sviluppo di una tecnologia intelligente”, ha affermato l’autore dello studio Poo Muming. Il lavoro però è ancora all’inizio. Il team condurrà ulteriori ricerche sui meccanismi delle malattie cerebrali, che aiuteranno gli scienziati a progettare farmaci corrispondenti, e sulle evoluzioni delle cellule e della struttura per comprendere meglio le funzioni cerebrali.