Scoperta una nuova tecnica per creare artificialmente cellule staminali senza embrioni: né dà notizia il “Corriere della Sera”, sulle cui colonne si apprende che due gruppi di lavoro indipendenti, ingegneri biomedici e ricercatori medici, hanno fatto nuove scoperte su come differenziare cellule staminali del sangue che potrebbero un giorno eliminare la necessità di donatori di tali cellule. I risultati “rappresentano un passo in avanti nella medicina rigenerativa che utilizza cellule staminali pluripotenti indotte per il trattamento di malattie, in cui le cellule staminali sono riprogrammate geneticamente da cellule di tessuto adulto anziché utilizzare embrioni umani”.



Nel primo lavoro pubblicato martedì su “Cell Reports” i ricercatori della UNSW School of Biomedical Engineering di Sidney hanno dimostrato, si legge nell’articolo, che, un dispositivo pulsante a circolazione di microfluidi in laboratorio ha portato allo sviluppo di progenitrici delle cellule staminali del sangue umano. In un altro articolo pubblicato di recente su Nature Cell Biology altri ricercatori dell’UNSW Medicine & Health hanno rivelato l’identità delle cellule negli embrioni di topo responsabili della formazione di cellule staminali nel sangue”.



CELLULE STAMINALI CREATE SENZA EMBRIONI UMANI: GLI STUDI

La professoressa Manuela Monti, dottore di ricerca in Bioingegneria e bioinformatica, ricercatrice all’Università di Pavia, ha asserito al “Corriere della Sera” che in questi studi i ricercatori hanno mimato le condizioni di sollecitazione meccanica che le cellule in natura (nel nostro corpo) ricevono fondamentalmente dall’azione di pompa del cuore: “Queste cellule sono quelle che risiedono nell’endotelio dei grandi vasi, fuoriescono, e sotto la sollecitazione meccanica della pompa del cuore diventano progenitrici della ematopoiesi, differenziandosi poi in tutti i tipi cellulari che compongono, appunto, il sangue. I ricercatori sono riusciti a ricreare, grazie a un device che si basa sulla microfluidica, queste sollecitazioni meccaniche e a ottenere così le progenitrici della ematopoiesi”.



Poiché vi è un grande bisogno di sangue, è importante, ha concluso la dottoressa Monti, “trovare un modo che utilizzi tecniche di ingegneria tissutale, medicina rigenerativa per ottenere nuove cellule, bypassando, ad esempio, l’uso delle cellule staminali embrionali (che potrebbero essere differenziate in quasi tutti i tipi cellulari se non ci fosse il veto dettato da problemi etici) o delle famose iPS (cellule staminali pluripotenti indotte, quelle del Nobel del 2012 di Shinya Yamanaka) grazie alla loro cultura in speciali terreni che ne inducono il differenziamento”.